59 MDXXX, MARZO. 60 harà conlrafato, a pagar ducali cinquanta ; el deban haver, di tal robe et danari, uno terzo li Avogadori di Commi, over queli sopra le Pompe, chi zioè de essi farà la execulion, la qual è commessa a 1’ uno et l’altro de ditti magistrati, uno terzo a l’accus3tor, qual sia temilo secreto, et l’altro terzo a l’hospedal de la Pietà. Et se ’I sarà alcun sarlor o altri, sì homeni come donne, clic farà alcuno do dilli lavori proibiti, deba incorrer a pena irremissibile di star mesi sei in presoti serati, over frustali, sicome parerà a quei che farano la execution, et di pagar ducali venticinque, da esser divisi ut supra. Nè possa alcuno far o portar abilo, over fogia nova alcuna, di qual si vogli sorte, se prima el non sarà veduto et aprobalo per li dilli o Avogadori o Proveditori sopra le pompe, sotto le pene, sì a quel o queli che ’1 facesse, come a quello o quelli che ’1 portasse, in luto e per luto come è sopraditto. Quanto a li pasti di noze, come di convidi privati, item a li sponsalitii el doni che si fanno far per li compari et spese, hessendo slà provislo a 32* sufficienlia per la parie predilla di 8 mazo 1515, cumciosiaché da poi ninna altra provision sia slà fatta, sia preso che si debba osservar ad unguem la dilla parte, sicome la contien, circa li dili pasti, sponsalitii{ et doni eie., come in quella. Et perchè de li argenti, l’anno superior fu pro-liibito, per prudenti et convenienti rispelli, che1 non si potessero operar durante beilo et doi anni da poi, hessendo per la gralia di nostro signor Dio allargale le cose, siché etiam vengono a cessar li dilli respeli et anche da non continuar in tanta slre-teza, però sia deliberalo che si possino adoperar bacilli cutn li sui ramini et tazze d’argento, rimanendo in reliquis ferma la dila deliberatimi. Di le pene sopradille veramente non si possi ad alcuno far gralia, don, nè remisiion, per alcun modo, forma o ingegno che dir o imaginar si possi, et solo niun pretesto, sollo pena di ducali 100 a chi la facesse, et tameti quell» che fusse fata sia di niun valor. Anzi li diti Avogadori di Comun over Provedilori sopra le pompe, sotto debito di sacramento, debano astrenzer li conlrafacenti a la execution di le dille peije, ponendo debitori a pa-lazo li nobili, et facendo ogni altra exata provision conira quelli et luti altri trausgressori, qual più expedienle sarà, acciochè i non passino impuniti, come si convien per honor del Stalo nostro. El la presente parte debba esser publicala di-man nel Mazor Conseio, et poi sopra le scale de Rialto, ac etiam sia fata publicar una festa per tutte le chiese di le contrade di questa città, a noti-lia de tulli, et aziò che alcuno non si possi mai excusar d’ignoranlia. De parte 142 Ser Franciscus Super antim, 33 Sapiens terrae ftrmae. Vuol la parie bora leda in tulio et per lutto, excelo che, ricercando cussi il decoro di questa nostra cillà che le donne nostre non vadino senza alcun ornamento al collo, sia preso che esse donne possino portar un fil di perle al collo, qual non exceda la valuta di ducati cinquanta. Il che si può anco reputar un deposito, perchè perle non calano gran fato di precio da' una volta a l’altra. Le qual però perle siano revisleda Potìcio de i signori Avogadori di.Comun over de li Proveditori sopra le pompe, et fatali una bolela piccola per cadauno (ilo, lenendone parlicular nota, acciò non si possi corri-meter fraude alcuna con tra il presente ordine, solo pena a chi portasse altre perle che non fussero reviste et boiate ut supra, aut che excedesseno la dilta valuta, di esser prese le perle irremissibilmente, et pagar li mariti, over padri, o altri fusseno al governo di le donne le portassero, de ducali 500 d’ oro, qual siano de l’Arsenal nostro ; hoc addito che non si possi bolar alcun fil di perle di magior valuta de li ducati 50, soto pena a quelo Avogador over Proveditor a le pompe, di ordine del qual fusseno stà bollali, di ducali 500 da esserli tolti da cadaun de li altri Avogadori over Proveditori, a qual prima fusse fata la conscienlia, senza altro Consiglio, da esser applicate ut supra. De parte • 22 De non 23 Non sincere 6 In questo zorno in palazo del Serenissimo fu 34 fallo uno paro di noze di una fìa di una sua zer-mana, fo fìa di sier Francesco Donado qu. sier Andrea, qual ave una fìa fo di sier Ilomobon Grilli per moglie. Hor fo maridata in sier Francesco di Prioli qu. sier Nicolò, qual è camerlengo a Vicenza. A dì 20, domenega. Fo lettere da Bologna, • di 4 oratori, di 18. Come la Cesarea Maestà partiva di cerio Inni, che è domati a di 21, per Modena, poi Manloa, dove stanano 3 zorni, el il reve-