427 MDXXX, AGOSTO. 428 desca, et ad guida de coda de pavone, pure rossi, et foderali con balzana atorno de armelini. El salili con altri cavalieri, et ingenochiati ante Sua Altezza, proposero loro supplicatone, et col mezo del cardinale Magunlino, electore et Gran cancellerò de l’Imperio, prestaro il iuramento solito in mano de Sua Cesarea Maeslà tunc tenente la spada ignuda in mano. Et questo facto, furono ad uno ad uno gettali tutti li stendardi el bandiere con le baste sopra il popolo inferiore, dal quale furon straziale in mille pezi el serbale con poco guadagno, se non de percosse et bastonate, che ne havcano dal loro cadere d’alto et anco da quelli die con rumori et rixe contendevano de haverne la magior parte. Poco da poi comparsero da quaranta cavalli con un altro stendardo similmente rosso cbe corsero come li primi adlorno il tribunale, et montaro certi cavalieri ad supplicare Sua Maestà in nome del signor de Cromberg per lo superiorato de l’ordine et religione nominala de li Teutonici, che è simile ad quella de Rodi, o de San Jacobo, o Calalrava, o Alcantara, o Santo Antonio, o San Lazaro, et portano una croce negra sopra veste bianca. Et la suplica-tione era, alento che il marchese Alberto di Bran-demburg olirti Superiore si ve Gran maestro de dieta religione, et che al presente possede la maiore parte del stato et intrale de tale prelatura, per essere lutherano el spreta religione haver pigliato moglie contra il volo facto de la castità quando prese l’habito, meritamente doveva esser privato de la dignità et intrale, et però domandavano la investitura per dillo signor de Cromberg. Tandem, retornali li nuntii, venne il novo Gran tnaestro vestilo de damasco bianco con due gran croce de oro, una in pedo et l’altra in la sohena, con una aquilela imperiale in mezo, et ante de loro il stendardo rosso, * et un’ altra bandera bianca con dicla croce in mezo de oro, et apresso 4 altri cavalieri de l’ordine suo, vestiti pure di damasco bianco con croci simili ma alquanto minori, et altri cavalli cbe seguivano. Et smontali ad Sua Altezza fecero lo medesime cerimonie de obedienlia et iuramento, et le due bandere furon gettate et straziate dal vulgo con suoni de trombe et pifferi, gridi et plauso de tulli li aslanli. Il che fornito, Sua Maestà, il fratello et li Electori se relrassero ad spogliarsi gli habili cerimoniosi, et ussiti li primi loro montaro ad cavallo iusieme con tutti li sopradilli signori et comitiva grande, rica et bonorata, che li accompagnaro per la slrala grande de la città fino al palazo. Et poco da poi le due reine de Hungaria, dico la vedoa, sorella de Sua Al- tezza, et la moglie del re Ferdinando, le quale erano state a le finestre et poggi de le case de Focheri, usciron con una sumpluosissima compagnia de molle damigelle, non meno di cento, vestite riccamente con berelte coperte di perle, collari a la guisa todesca, gioie, catene d’oro, broccati tagliati et seie con diverse gale, et la maggior parte sopra cavalli, da le due reine el da esse legiadramenle mane-giati, et lo restante sopra gran carette dorate al modo de qua, che parelio cari triumphali, dove in ciascuna sedeno comodamente duodeci donne senza tenere li piedi fora del carro, et sagliono per scalette portatile. Et così le donne, seguile da cavalieri quasi infiniti, et maxime hispagnoli che mollo se piccano de la licenlia di queste libere ma caste donne, andorono con longa processione per mezo la città, guardate et admirate da gran moltitudine che da ogni parte concoreva ad contemplarle. Copia di una lettera di Augusta, di 2 avo-sto 1530, serita per mastro Benedeto di Dani (Rnni) dotor, fisico, a domino Francesco di Contissi da Faenza, in Veniexia. Carissimo el mio missier Francesco. Queste cose lutherane ve aviso come ancora non hanno expedilo cosa nissuna, et che l’impera-dor ha contrasto assai da certi signori, el come a la parte lutherana son el duca Guielmo (sic) di Sanxonia eledòre de lo Imperio, uno duca de Lendenburg, el marchese de Resse, uno marchese di Brandiliurg, et molte terre de lo Imperio insieme cum questi signori ; ma nessuno non voleno più fare predicare a la lutherana perfiii che la cosa non serà expedila. Ma perchè io ho gran paura che non faranno troppo grande facende, perchè questi signori todeschi voleno grande male a qulsli spagnoli, sono una mala canaia. Credete certo, se queste cose lutherane non se aconza et se questi signori di Alemagna non se accordano con lo imperador, serà senza dubio la desfatione di tutta l’Alemagna, se’l Turco venirà un altra volta indriedo. L’è una grandissima discordia infra questi signori et lo imperalor et le Terre Franche ; uno tira in qua, l’altro tira in là. Vui sapete come sta questa nostra povera Italia per le sue disensione ; così ho paura serà in questo nostro paese. Dio voglia che la passa bene, lo non vi posso scriver di la grandegcnle ch’è in questa terra ; è tanti grandissimi signori et ambasadori sine fine. Se qualche cosa di novo si farà, vi aviserò. Slamo in grandissime spese ; havemo grandissima care-