27 MDXXX, marzo. 28 ha possulo far di meno, hessendo venula l’ocasion, con (uli li soi spirili di abrazarla. Et primo fece la pace a Barzelona con la Santità del pontefice, da poi col Chrislianissimo re, non havendo rispelo a molle sue cose, el poi postposto ogni suo interesse ha voltilo venir in persona in Italia, lassalo li sui regni di la Spagna, la moier el figlioli, el passalo il mare con pericolo de la vita. El zonto, non inflato da le prospere vilorie de li soi capilanei el exercili, né per amhilion di sialo alcuno, come senza altre parole si vede che l'ha voluto restituir luto il stalo al duca Francesco Sforza rii Milan, poi far la paxe con la inclita repuhlica, con la qual havendosi composto, non è sta cosa più desiderala da Sua Maestà che questa paSe, la" qual era per sempre conservarla. El Sua sacra Maestà ne ha mandato imi tre ambasadori da Vostra Serenità insieme con questa illustrissima repuhlica, prima ad alegrarsi de la pace, poi ringraliarla de li oratori soi mandati a Bologna a honorar Sua Maestà, el esser stali a la sua coronalion, poi per dechiarirli la sua bona in-lention et mente, che era di conservar questa pace 12* et ligi» con perfeclissimo core et contento di animo con questa illustrissima repubblica, perpetua et in eterno, offerendo tuli li stadi di Sua Maestà a benefìcio vostro, confortando la union di la christia-nilà a defension di quella, sperando Sua Maestà non parliria de Italia, che la conzeria tuia in pace. Con altre parole simile. Risposta fece il Serenissimo a la dita oration. Reverendissimo monsignor. La signorìa vostra ne ha dechiarito il summo desiderio de la sacra cesarea Maestà et gran contento P ha Imbuto di haver fato questa pace cum la nostra repubblica. Sia certa Sua Maestà che non è stà menor il nostro, perché mai havemo desideralo altro, el la reverendissima signoria vostra sa, che è siala altre fiato in questa terra. Ma la malignità di tempi ha causà che non si é venuto prima a questo comun nostro desiderio, et imitando Sua Maestà semo stà contenti deposilarse qualche cosa di le ation nostre che ne aspectava per volerla concluder. El ne è stà cosa gratissima Soa cesarea Maestà habi cesso al duca el stado di Milano, non tanto per esso duca, quanto per gloria di Sua Maestà, de la qual nui ne parlecipemo. El vostra signoria sia certissima, che zentilhomeni, ciladini et populi di questa terra ha sentilo tanta consolalion el gaudio di questa pace, che non poiria esser più, et tuli jubilano. A la qual, reverendissimo monsignor, non siamo stà tirali, ma corsi, per il grande desiderio che sempre ha Imbuto questa repubblica a star unita el in bona pace con la Sua sacra cesarea Maestà, imitando li nostri progenitori che con li precessori soi imperatori sempre ha conservato bona pace, et cussi siamo per conservarla, ringra-tiando la Sua sacra Maestà di tanla Immanità de Imver mandata cussi solenne ambassata, come é le signorie vostre. Il che lo meliamo apresso a molle obligalione li balliamo, el pregamo Sua sacra Maestà habia questa Repubblica per sua, offerendoli el slado et quanto habiamo. Con altre parole de tal subslantia. Nomina oratonm. Reverendo domino Marino Carazolo, prolonolario apostolico, Joanne de Memorancy domino de Curieres, aulae noslrae praefeclo, Rodorico Ninno milite, consiliario. Questi fono liozi a dì 12 marzo 1530 a acom- 13 pagnar li tre oratori di la Cesarea Maestà in Collegio a V audientia publica, tutti di Pregadi et che vengono in Pregadi. Sier Zuan Radoer el cavalier, fo capitallio a Verona, Sier Piero Badoer fo cao del Conseio di X, qu. sier Alberlin dolor, Sier Alvise Bernardo é di la Zonla, qu. sier Piero, Sier Andrea Bragadin fo al luogo di Procurator, qu. sier Alvise procurator, Sier Jacomo Bragadin fo al luogo di Procurator, qu. sier Daniel, Sier Piero Bragadin fo consier, qu. sier Andrea, Sier Domenego Capello fo cao del Conseio di X, qu. sier Carlo, Sier Tomà Contarmi é di la Zonla, qu. sier Michiel, Sier Nadalin Contarmi fo proveditor al Sai, qu. sier Ilironimo, Sier Antonio Dandolo é al luogo di Procurator, qu. sier Ilironimo, Sier Zuan Antonio Dandolo fo Sora le vituarie, qu. sier Francesco, Sier Piero da chà da Pexaro fo proveditor a le Biave, qu. sier Bernardo, Sier Antonio da chà da Pexaro è di Pregadi, qu. sier Alvise,