547 MDXXX, SETTEMBRE. 548 sopraveste di damasco zallo et rosso, loro et li cavalli, et P altra parie, bianco et pavonazo, con diversi cimieri et scuti, con lanze longe et sutile con ferri mozi, da la parte de li bianchi era lo impera-lor et da li zalli il re di Ungaria suo fratello, vestiti et armati come li altri, se levava a 6 per parte, et scorendo per quello steccato, che tutto lo bavevano in suo dominio, se scontravano con le lanze, et rotte le lanze melevano mano a certe cor-telle liziere da far però poco male, et se davano sopra le arme che pareva che se volesseno amazar, et scaramuzato un pezo a questo modo ne sopra-giongeva da P altra banda 6 altri per parie, et li primi ritornavano a li pavioni. Et cosi scaran;uzo-rono per due bore in zerca. Et alle volte scontrandosi il re de Ungaria con un conte spagnolo, et ambi con li cavalli se roversorono a terra, et il re si fece un poco di male alla bocca, nè per quello restò di levarsi in piedi da lui stesso ; il spagnolo dette miglior botta in terra di Sua Maestà : gli altri che cascorono, chi si feze male ad un brazo et chi ad un piede, secondo che cascavano. Al mogio di queslo lorniamenlo fu scaricalo alcuni pezi di arlegliaria da ambe le parte. Finito queslo, ritornando ogniuno alla cilade, le fautarie se imbo-scorono, et quando fu tempo asalirno li cavalli sca-ramuzando un pezo con loro. A questa festa era un 329 pigmeo longo cinque quarte sopra un gambelo guidato da un gigante, avanti del quale cavalcava sopra un pizol ronzino un homo vestilo da turco, grasso assai più del magnifico Grilli. Gioliti a la cilade de ritorno, li giostranti furono convitati a cena dal Serenissimo re, e a queslo modo passò la festa. A dì 15. La note et questa malina et quasi lutto il zorno fo grandissima pioza et mal tempo, adeo non si reduse in Collegio solum do consieri, sier Marco Dandolo dolor et ouvaher et sier Zuan Francesco Morexini ; savio del Conscio sier Dome-nego Trivixan procuralor et pochi di altri Savii. Et il Serenissimo, hcet piovesse assai, fe’ ordinar Pregarli per la terra per far li Savi, solili farsi il dì de San Michiel, atento manca, di Savi del Conseio, sier Gasparo Contarmi, è intrà del Conscio di X, et di Terra ferma, sier Zuan Antonio Venier, è andà ora-tor in Pranza, aziò do di eleeli entrino. Dapoi disnar, adunca, io Pregadi, et fo numero assai più di 130 licei piovesse. Da Pyran, di sier Hironimo Zane,podestà, (1) I.a carta 329* 6 Manca. di .. . Scrive esser venuto lì uno, vieti di Lubiana, referisse alcune nove, non vero però, come turchi erano corsi fino su le porle di Buda, et stato a le man con todeschi. Et sono in campagna 40 milia turchi a cavallo. Et che mandando il re Fe-randin al Turco, ritrovandosi esso orator in camino a .... , dove era domino Bernardin Rauber capitano di Trieste, el venendo insieme a parole, fono a le man, ita che per uno servitor di Rauber fo taià la man al prefalo orator. Et altre particolarità ut in litteris. Di Parenzo, di sier Francesco Vituri podestà, di 27 del passatg, fo leto una lettera. Come la note passata mirò fuogo nel suo palazo, non sa il modo, et li ha brusà il palazo con tutto il mobile suo el de altri, li havia prestado, et li soi vestimenti ; sichè è reslà in zuparello, et si raco-manda di aiuto per esser ruinato dii mondo. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL, Savi del Conseio et Terra ferma, et sier Anzolo Michiel savio ai Ordeni, absenti li altri, che al ditto sier Francesco Vituri li sia donato ducati 200 di danari di le presente occorenlie, aziò si possi fornir et ricuperar il danno li ha fatto il fuogo. Ave : 169, 25, 4. Fu presa. Fu posto, per li Consieri, poi leto una lettera di sier Zuan Vituri podestà di Padoa, de 11 del presente, una laia : Cum sit che sia sta posto venen con aque medicinal al reverendo e dilecto nostro domino Pelro Bembo, amaialo in Padoa, qual moriva se non se li remediava, come apar per le sopraditte lettere, pertanto chi accuserà li mal-factori babbi lire 1000 di taia, e si uno compagno accuserà P altro, domenle non sia il principal, sia absolto del bando, et, sapendo chi sono, esso podestà li possi metter in bando di terre e lochi, con taia, vivo, lire 1000, el morti, 800, et confiscar i soi beni. Ave : 189, 5, 2. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL e tutti i Savii, che a li pastrovichii venuti in questa terra, aziò si parlino ben edificati, sicome altre fiale è slà fatto, li siano donate eaxaehe lt> di panno scadalo, monterà ducali 120, ut in parte. Ave: 192, 10, 5. Fu posto, per li Savi del Couseioet Terra ferma, 330* che uno navilio, ha fato far sier Zuan Bembo di sier Alvise a Liesna, iusta la sua supplication possi nave-gar come veneto. 181, 22, 9. Di sier Zuan Antonio Venier et sier Zuan Pixaniprocurator, oratori, vanno in Franga, fo leto lettere da . . . . , di . . . Dii suo zon-zer 11, et andana a trovar il duca per adimpir la sua