3-25 MDXXX, lUCLIO. 326 190') Copia de uno capìtolo contenuto ne le lettere de Genoa de 17 (¡agno 1536. Hnbbiarno nova come el signor eapilanio mesier Andrea Doria cum tuta l’armata andando a trovar Barbarosa al Zer se rescontrò, presso ditto loco miglia 20, in 14 legni del ditto Barbarosa, Ira li quali erano galere due el galiole Ire, et il resto fuste, quali come bebbeno vista di l’armata sopradilla investileno in terra a uno locbo chiamalo Seredi che può far fochi 500, dove il signor capitanio fece meter in lerra 1500 fanti archibuxeri, quali, comba-lendo cum queli de l’armata tureliesca scesi in lerra el cum li mori, preseno assai presto dillo loco quantunque fusse murato, et li infedeli si reduseno al castello in ditto loco, et il signor capitanio rimase a cavar ditti 14 legni fora. Et l’anliguarda de li 1500 fanti posti in lerra, preso il loco, atexe a bo-tinare; el retroguarda, che restava in ordinanza, vedendo quelli de l’antiguarda che robavano,, si la-sdorno a dui a qualro andar per la lerra ro-bando ancora loro conira 1’ ordine del signor capitanio. Li turchi smontati da le ditte fuste, quali erano numero 500, el li mori di la terra con aiuto de li arabi de la montagna, visto li cbrisliani non haver più ordinanza, si poseno fra loro, el li mes-seno in fuga che non fu poco che si raccogliesseno in galea, restandosene tra morii el presi da 300 in zerca, fra li quali dieci di nome: il eapilanio Montano, Johan Thomaso Vivaldo, il capitanio Axerelo, Antonio Giuria, Nicolò Spinola, Tlieodoro Spinola, preso Zuan Balista Centurion, Georgio Palavicino, Simon Lercaro, Georgio Maschio homo maritimo da conto. Hanno recuperato li chrisliani da 1000 christiani, quali erano captivi sopra le fuste et galere de turchi. Il capitanio mesier Andrea cum lutla l’armata et cum legni 9, Ira li quali sono le doe galere de Napoli che furono prese questi di, et tre galeotte, et bavea bruxalo le remanente fuste cinque a t'-rra, era andato a la via de Spagna per 190* refrescar et armar ditti legni nuovi aquistati, et lor-nara trovar Barbarosa al Zer al qual restava ancora legni 40 in più con le galere prese al Porlondo questi mexi. El sopraditlo fallo seguite el dì di la Sensa fo . . . . Havula tal nova zenoexi subilo li hanno mandalo un navilio cum 250 fanti et cum 1000 archibusi el altre cose, et se judica tornerano col dillo eapilanio in Eviza. Dio li dia vittoria. (1) La carta 189* è bianca. Di Augusta a li 22 di sugno 1530, drízate al signor duca di Mantoa. Per l’altra mia de 16 scrissi a vostra illustrissima signoria come s’era falla la processione del corpo de Christo, et alcuni principi di quelli lu-therani non c’ erano stali, li quali erano questi, il duca Gianni di Saxonia, il marchese Georgio di Brandiburg, lo Langravio et il duca di Norimberga, onde la Maestà Cesarea si turbò alquanto, per il che il giorno seguente chiamò uno consiglio, et propose quello si havesse a fare. Circa questo fumo diverse opinioni: alcuni volevano che si procedesse subito contra di loro come bomini inimici di la fede christiana ; alcuni altri volevano che si facesse uno bando contra di questi lulheriani, el chi non obediva Sua Maestà subilo fosse dannato come he-relico ; a'euni altri volevano che se li facesse intender amorevolmente, et poi perseverando questi signori in la sua opinion se procedesse contra de loro come voleva el dover et la ragion. Bora Sua Maestà parse prender la più demente via, et così dete la comissione ad alcuni soi parenli che facessero intender a questi principi che ’1 desiderio de Sua Maestà era che se lassassero queste sede lulhe-riane, et che più non se predicassero ; par che a la fine tulli se conlenlorno che più non fosso predicato cosa alcuna de Lulher, supplicando Sua Maestà che dovesse perdonargli quelo che era sta fallo fin hora, et che se havessero pensato che Sua Maestà havesse haulo quesla cosa così a cuore in tanto dispiacere, loro non haveriano seguitato così ferventemente come hanno latto ; et più olirà aneara suplicavano Sua Maestà che volesse esser contenía di concederli qualro cose : la prima, che li beni die sono stà levati a li ecclesiastici el donali a laici a diverse persone fossero ben donali; per la seconda, clic si potessero comunicare in utraque specie ; la terza, che si mutasse alcune cose de la messa ; la quarta, che li preti potessero prendere eioglie. Sua Maestà li rispose, che circa ciò la faria quello porteria il dovere et la ragione, et subito mandò monsignor di Granvella al reverendissimo legalo Cam-pegio con queste domande a consultar quid agen-dum, il che ancora non è sta determinalo. Boggi, che sono li 20, monsignor reverendissimo Magontino ha cantalo la messa del Spirito Santo, ne la qual Sua Maestà vi è stata col serenissimo re suo fratello et tulli li principi, niuno exceptuando, li quali hanno offerto, cosi Saxonia come li altri, an-