489 UDXXX, 'AGOSTO. 490 nel Conseio Hi LXXX privorono il signor Malatesta di capilano, et li mandonola licentia in seri tura, che è a questa alligala. La qual havendoli presentala domino Andreuol Nicolini comissario, fu da esso capitano di tre pugnalate ferito a morte, il qual nel islesso tempo, fatto intendere al comissario Valori che si ritrovasi in ordine con le genie per mirare, mandò a prender et romper la porla di San Piero Gnltolini, volendo dimostrare, come chiaramente s’è veduto, che non temeva et che la cita era in podestà sua et che haveva l’obedienlia de li sol lati, a li capitani, de li quali esso eliamdio quella ¡stessa ma-tina, constreli a fidarsi di lui, haveva dato sagramelo che li soriano ohedienti et che seguiriano quanto a lui paresse, havendoli esso ¡oralo che non tenlarehhe se non la conservation de la cita, la se-gurlà et l’utile loro. Il qual caso inteso da la Signoria, hessendo già il confaloniero armato per montar a cavallo per riveder la cita, et per confortar li soldati a la ohedientia sua, fu da molti ci-tadini disuaso, et ragionevolmente, perchè se ben albori! la mililia haveva preso i1 ponte ef sbaralo et eondnllovi l’arlellaria a l’incontro de’soldati, la maggior parte ten°vano dal capitano, et di qua et di là d# Arno erano in baiagli), olirà li favori che esso capitane'! haveva da giovani, et dal popolo affamato ogni hora più li abbondava, di modo che, non solamente da ogni picolo nrineinio ma etiam-dio da 'a parenza sola del confaloniero ne conveniva seguire crudelissima battaglia ne la città, col ultimo exordio di quella, speclaeulo già quasi certo et pur a nensarlo miserabile et spaventevole. Nondimeno nel snalio di due bore si vide quanto vaglino li ardili fatti et quanto sia mutabile et fa-laze il slato populare, perciochè quella sera ¡stessa il Conseio di LXXX creò di novo solo comissario a Malatesla domino Zanobi Barlholini. ¡1 quale, a cinque, con li altri comissarii per sospetto havevano diposli, et la maggior parte de la mililia et quasi tutta la ciltà, ahandonati li confaloni, si rilornorono a le loro case, et si ben fu loro comandalo dui pa-lazo che segundo l’usato convenisseno ad essi confaloni per guardia di la terra, non li volseno overo non lo ardirono di far ; anzi, come infino a quel giorno andavano la notte per la terra le guardie de la mililia, nè alcuno soldato ardiva di lonla-narsi da li alberghi el da le guardie loro, cosi da poi vi vanno le guardie di perosini, di corsi, né alcuno de la cillà ardisse uscir di casa ; et, per dir in somma, il lutto è dal signor Malatesta governato, nè altrimenti fanno li Signori se non come è ordinalo da lui, el dapoi sempre il palazo si è tenuto serrato. Il giorno seguente fu pubicamente, da parte de la Signoria, data licentia ad ognuno di poter deporre l’arme et de and,ir ad attendere a le botege et cose loro. A IO, cosi richiesta et protestata con minaccie la Signoria da li gioveni convenuti de là de Arno, fece rilassar 75 genlilhomeni de’ primi et de più nobili de la città, che già più mesi erano re-tenuti el parte in pregion in va ri i luogi. Il Foiano predicatore fu relenulo dal capitanio, et mande-rassi al Pontefice. Le Slinche furono ro'te, ove vi erano li aretini; li pisani et li spagnoli, li quali erano rinchiusi in dui pallazi, furono liberati, et in molli 294* lochi il populo gridava « le Palle ». Et brevemente la cillà tutta dimostrò una nova faccia, el pochi hormai vi sono che non biasimino il passato governo, et che non laudano il signor Malatesta, el la presente mutalione. Quella sera li corsi, non vi hes-spndo denari pronti per la loro paga, ferirono nel palazzo del podesià il pagatore, el se ne andorono a la volta de la porla di Santa Croce, la qual già presa da loro, vi sopravene il signor Malatesta, et acquietò le cose. El veramente che, se li casi occorsi tardavano 4 giorni più, da la strettezza del denaro, dal mancamento del pano che non vene per dui giorni, et dal desiderio de soldati di fori et di dentro del sacho, et da quel di molli di vendicarsi, conveniva seguir discordie di sorte, al qual docilmente esso capitanio o homo alcuno haveria potuto reparar. Quel giorno islesso fecero 4 ambasciatori a don Feranle, domino Lorenzo Slrozi, I Bar lo Altoviti, Jacomo Martelli et Pier Francesco Porlinari, li quali a 11 andati el ritornati, et venuti ne la terra domino Bartolomeo Valori, comissario gpneral del pontefice, et il signor Pyrro da Caslel Piero et il signorGaleazoBaglion, tratorono li inelusi capitoli, di quali quel islesso giorno furono olte-ijuli nel Conseio di LXXX, et mandorono orator al ponlifice in poste domino Bartolomeo (Buccio) Cavalcanti per ottener da la Santità Sua che li ostaggi, li quali sono richiesti da Cesare a la cilà al numero de 50, non habbiano ad esser più de 25. Ilei i poi furono su provision de dinari per le genie di fori et per quelle di dentro; et boggi nel Gran Conseio hanno dato libertà a la Signoria di far che 5 citadini provedino di ducati 100 milia, li quali Ira mesi sei li siano rimborsati da cento citadini ; et li cento hanno ad haver 300 piezi, li quali eliamdio habbino a pagarne insieme con li 100 quella parie che ad essa Signoria parerà, el tulli poi siano fati