155 J1DXXX, APRILE 156 haveria potuto far meglio. Hor le genie d’arme che sconlrassemo furono da bandiere 10 inalili, et allre-tanli di drieto Ira homeni d’ arme et lizieri, che a judilio nostro non passavano da 2000 cavalli. Le fantarie non le havemo viste perchè erano da drieto. Passate le prime gente d’arme, nui si apresentas-semo, cinque oratori computa il magnifico Tiepolo, et dismontassemo nui quattro da cavallo, et Sua Maestà si tene, il qual era sopra uno cavalo bardo non mollo bello, ma di boti andar. Et poi montati a cavallo, Sua Maestà ne aspettò, et il magnifico Nani et mi li an lassemo al lato. Et io, per nome di quel serenissimo Senato, li dissi, che erarno stali mandati nui quatro ambassadori a Sua Maestà, et che gli rendemo infinite gratie che l’era venuta in casa non meno sua che di la illustrissima Signoria, con haver commission da quela di offerirli tulle quelle cose che sono a comodo et in piacer di Sua Maestà, con diverse altre parole, come missier Do-menedio mi inspirò, et che tulio quel Slado li era observandissimo et desiderosissimo di observar pace perpetua fatta per sua Cattolica Maestà. Et che hessendo slà causa di la pace di (ulta Italia, che cussi sperava nel signor Dio, che lo aiuleria in tute le cose sue et lo prospererà, come il cuor di Sua Maestà desidera. Sua Maestà veramente fece un ho-nissimo volto et bona ciera, et mi disse alcune parole, ma poche di quele intesi, per parlar basso, et non intendea cussi la lingua sua, ma vidi gran di-moslration di bon animo. Poi venissemo verso la 88 terra, et lassai tre de li mci cavalieri di Padoa, et il magnifico collaleral con doi altri marchesi et cavalieri veronesi, et facessimo far una urnbrella, la qual questi la portorono fuori di la porla et avanti che giongessimo a ditta porta. Hor venuto, come ho dillo, il Gran Maestro adriedo et azonli che fussemo apresso li presenti che erano ordinati sopra la strada, et primo Sua Maestà uno miglio avanti smontò dal suo cavallo et montò sopra un altro cavallo bellissimo bardo. Sua Maestà era lulta armala, et sopra le arme haveva uno vestito di panno d’oro et arzento lirado, et cussi una coperta al cavalo simile, et havea in mano una ba-chela greza, al lato una spada et dageta, et maza ferrada a l’arzone bellissima. Et presentati fossemo apresso li presenti, io gli dissi : « Sacra Maestà, questi sono alcuni refresca menti che manda la illustrissima Signoria a Vostra Maestà, et se il presente non è come merita tanta Maestà, quela aceti un tanto bon voler di quel serenissimo Senato, desideroso di far tutte quele cose che a Vostra Maestà fusse agralo ». Et cussi si apresentò il dito Gran maestro in queste parole, dicendoli : « Sacra Maestà, la Signoria vi manda questo presente ». Et Soa Maestà si voltò verso di me et mi disse con aliegra ciera : « Son contento di accettarlo ». Et cussi scorendo a cavalo si aprossimasemo a la porla cum quelli cavalieri cum la umbrela, et Soa Maestà sotto, et intrassemo in la terra con sonar campane, trar schioppi, et assai brigala era venuta li per veder, che' in vero si è venuto molto meio di quelo mi pensava in simel loco. Andassemo a lo alozamenlo preparato a la caxa del Proveda* dor, et smontato da cavallo Sua Maestà disse a queli cavalieri portava la umbrela : « 11 cavalo è vostro ». Loro si inchinorono et lassò il dito cavalo a Sua Maestà. Nui smonlassemo et lo acom-pagnassemo fino in camera, et li facessemo nostra excusation se ’1 non era cussi alogiato come meritava Sua Maestà, che quela ne perdonasse. Lui disse : « Stiamo bene bene ». Se ne venissemo a li nostri allogamenti, et subito vene li sui trom-beli a lo alozamenlo mio, et io gli donai 20 scudi. Da poi vene alcuni soi pur al mio alozamenlo a dolersi che li era stà tolto al ponte alcuni danari 88* di daci, si di persone come di alcuni cariazi ; subito mandai da li magnifici Proveditori che a tal disordine provedesseno, et al dillo messo feci bona ciera et darli a far colatione. Lqual Prove-dilori immediate ha provisto al tutto, sichè spero sarano stà salisfati sì di questo coinè di altro. Et nui usamo parole amorevol con lutti questi sui primari gentilhomeni, et spiero se partirano da nui più che satisfatti, al dispetto di queli hanno zercalo mal operar in Manloa. Nui havemo ordine ritornar a le 21 bore da Sua Maestà, et vederemo quanto la ordinarà. Le fuste sono armade et stali lì apresso a la habilalion sua, et li è stà dito esser a sua requisilion. Quello che’l farà non vi scio dir* Diman scriverò il successo di quello seguirà. Scrivendo questa, il magnifico orator ne ha fatto intender che Sua Maestà voi diman alozar a Dolzè, dove è il ponte sopra 1’ Adexe fatto, dove si farà quelle provision che si potrà al bisogno. Non re-slarò dir che, havendo visto lo diportamento del Gran maistro el la dimostratione mi par haver fallo per questo illustrissimo Slado, queli signori doveriano lenirlo acarezato et per bon amico, perchè tal personagi mi par siano mollo utili a le cose del Slato nostro. Et Dio volesse che si sapesse lenir tali per boni amici, perchè sapiati che questi poleno et zovano. Non vi dirò altro.