MDXXX, in questa malina et hogi, in le do Quaranta, seguite di parlar domino Francesco Fileto dotor, avocato di sier Andrea Loredan. A dì 18, la malina. Fo relenuto sier Marco di Garzoni de sier Francesco in rio terao, el per uno capilanio del Conseio di X fo menato destro modo in.............. Item, il zornó sequente de malina si a presentò sier Thomà Mozenigo qu. sier Alvise el sier Zuau Soranzo qu. sier Nicolò. Vene in Collegio lo episcopo Vasonense maislro di casa del papa, qual vien di Mantoa et é stalo nontio del papa a Cesare fino in Spagna, et fu quello fece l’accordo con ditto Cesare, et con Soa Maestà vene in Italia, .el siete fino andase il Cardinal Cam-pezo legato. Bora si parte da Vicenza et va a Iloma ; ha voluto venir a far reverentia a la Signoria. Fo ordinato 8 zentilhomeni in scadalo lo acom-pagnase, ma non fono si non 4: sier Marco Antonio Sanudo, sier Almorò di Prioli, sier Hironimo Gri-mani et sierMathio Dandolo. È alozato a San Cassan in la caxa di la raina, dove habita Francesco Civena visentin mercadante, el qual Vasinense etiam è vi-sentin, amico di questo slado. Et disse come l’era bon servi lor nostro el andava a Roma, offerendosi pronto, eie. Sier Andrea Mudazo el consier, vice-dose, li usò grate parole el verbn prò verbis, poi si parli et andò a la sua habitalion. F.I Serenissimo non volse venir in Collegio el voi star alcuni zorni in reposo. In Quarantia Criminal et Civil Vecliia fo seguilo il caso di Loredani, et parloe domino Francesco Fileto dotor, avocato. Dapoi disnar fo Pregadi et fo lelo le lettere soprascritte et queste di più. 1*23* Di Zara, di rectori, de , Avisano come Da Traù, di sier Alvise Calbo conte et captiamo, di 28 aprii. Come de lì si divulgava che turchi, quali haveano falò adunanza in questa seti-ninna santa et erano reduli-ad Viano, loco luntarn di questa terra mia 20, et voleano far una forteza sopra el fiume di la Sona, hora si ha die ad un Iodio dillo Plano si feva grande hoste da pe’ et da cavallo, et che il bassa di la Bossina cavalcava in persona per andar a l’impresa di Segna, et a Obrovazo fa far 12 fusle. * Del ditto, di 3 mazo. Scrive come le zente turchesche, scrilo per le altre, erano a viale a la volta del stato del conte Bernardin Frangipani, el sono in tutto numero 8000, zoè cavalli 4000, et MAGGIO 218 il bassa di la Bossina in persona. El scrive è fama de qui che al suo ritorno sono per andar a l’asedio di Clissa, Iodio del regno di Hongaria. El par siano venule 3 barche mandale dal conte Piero Brusvieh, et che haveano messo in terra a Salona da fanti 40, li quali, smontati, sono inlrati in Clisa, et il capo ha confortato clisani dicendo stiano di buono animo perchè, venendo lo esercito a I’ asedio, ditto conte Piero voi venir a darli aiuto, et clisani alendeno a meter a furia vituarie nel castello. Scrive, venendo questi tali, come lui si babbi a portar, el desidera li sia dà qualche luce. Copia de una lettera del commissario fiorentin 1-4 Francesco Ferrusi da Volterra, di 27 de aprii 1530. Noi arrivatilo qui a li 26 a Imre 21, et ha verno a entrar rie la forteza a colpi de artellaria, el quando fummo tulli arrivati al ridosso di essa, feci saltar dentro (ulte le fanlarie, et cussi trar la sella a tutti li cavali, et a uno a uno li messi ne la ciladella facendo dar ordine subito de rinfrescarli alquanto, ma non trovai con che oprimer tutta la forleza. Non vi si trovò più che 6 barili de vino con tanto pane che no locò un mezo per uno et non più, che ve giuro a Dio, che se io non havessi limilo adver-tenza de far pigliar a ogni huomo pan per due Hi, et cosi portar meco due some de scale el 25 in 30 mazzaiuoli con picconi et altre cose fanno mestieri ad espugnar una terra, et una soma de polvere fina da irchibusi, che io non ci harei trovato modo che li vincitori non fusseno stali vinti senza combatere. Rinfrescati alquanto, li feci metter in battaglia, et feci aprir la porla di verso la terra, et a bandiere spiegate li assaltai da tre lati, et in lutti a tre tro-vorno un rinloppo de trincere che a volerli passare si morirono un 50 o 60 homeni de più segnalati ohe fusseno de le bande, fradeli noslri et de loro. Nè se mancò per questo de non passar, el passale che havemo le prime poi demo in un altro scontro de trinzee, el de nuovo li pigliamo insieme con la piaza di Santo Agustino, dove havevan fatto el fondamento loro. El quel che ci delle più molestia fu l’esser combattuti da tre bande per haver loro transforate le case, di sorte passarci) I’ una ne l’altra el offendevano senza poter esser offesi. Le forze de nemici feciono alquanto temer le nostre fanlarie per esser messi canoni al ridosso di quela Irinzea su dilla piaza, che sparorono due volte per uno con