419 MDXXX, AGOSTO. 420 252 Copia de lettere de missier Martino Agrippa al signor vicelegato di Bologna, de campo sopra Fiorenza, a li 4 di agosto a hore 11. 253') Fu posto, per li Sa vii ai Ordeni, la parie di mandar le galie di Fiandra, et che fra termine 3 zorni il capitanio sia partito, ut in parte. Andò in renga sier Marco Fcscari, e di la Zonta, et contradise dicendo.......... Et li rispose sier Lunardo Loredan, savio ai Or-deni, dicendo............ Dapoi andò sier Agustin da Mula, el consier, dicendo è da indusiar eie. 11 qual non messe nulla. Andò le parte : 23 non sincere, 68 di no, 87 di si. Iterum: 14 non sincere, 76 di no, 90 di si. Iterum : 19 nqn sincere, 75 di no, 88 de si. Ite-rum : 15 non sincere, 75 di no, 84 di si. Et nulla fu preso. Fu termini a doman el sagramenlà il Gonseio. Fu posto, per li Proveditori sora 1’ Armar, che la parte presa a dì 6 di questo sia revoca il pagar per commissum, ma soliim a padre, madre, tra -delli, sorelle el fluii, el sia scritto per tutto, quelli dia haver si dagi in noia in Ganzelaria. Itew, sia suspeso il capitolo di mandar li danari di defunti di luora. llem, a quelli vien di galla non si pagi, poi torni le galìe, se non per rifusura, chi si parte senza licenlia sia falito. Ave : 142, 9, 14. Di Roma, vene lettere, volendo levarsi il Gonseio, di l’orator nostro, di 4 et 5. In la prima (I) La carta 252* è bianca come il papa li havia mandato a dir che, per voler far le cose di acordo, havia scritto che il signor Fe-rando di Gonzaga andasse in Fiorenza a tralar, et Fiorentini non l’aveano voluto acelar, et haveano mandato in campo uno, nominato Bernardo da Ca-stiglion, di primi, a dir come erano conienti metter le differentie ne l’imperador, con questo che’l papa nè Medici intrasseno in Fiorenza etc. ltem, per lettere di 5, scrive come era venuto nova che, domente si tralava questi acordi, veneaviso al principe di Orangie che il soccorso di Pisa veniva, il che subito si aviò contra di quello, et ..... . fono a le man, et ditto principe fu morto da un arcobuso, ma poi, seguendo li cesarei la bataglia, ru-peno inimici, et Fabricio Maramondo amazò Francesco Farduzi fiorenlin, eli’è quello era in Volterra, preso il fiol del signor Benzo. Sichè inimici è rotti tutti ; di quelli*dei papa sohm 200, ut in litteris. Fu posto, per li Savii ai Ordeni, che in quesla materia di mandar le galìe di Fiandra o non, tulio il Collegio che poleno meler parte debbano venir con le sue opinion al Conscio doman a questo Conscio, in p 'tia di ducali 500, ut in parte. Fu presa. Ave: 165, 5, 1. Et fo comandi grandissima credenza el sagra-menti il Conseio. Fu posto, per lutto il Collegio, che a Francesco fiol qu. Nicolò da Piovena, debitor in camera di Vicenza ducati 1700 in zerca per perdeda di dalii, piezo suo padre, il qual darà ducali 700 al presente et del resto a pagar ducati 150 a l’anno, et non an-tendendo a la prima paga sia astretto del (ulto. Ave : 129, 5, 12. Non ave il numero. A dì 9, la matina. Non fo alcuna lettera. For-menti eresse ; vai il padoan lire 8. Vene in Collegio l’orator di Franza, dicendo come............... Vene l’orator di Mantoa, per una lettera aula dal suo Signor, come lui fa lavorar li arzeri del Po, ma manca li guastadori deputadi di le nostre terre. Veneno li patroni di le galìe di Fiandra, i quali non voriano adesso andar al viazo, el deteno una scritura che ex mene, facendo il conseio di Pregadi, de indusiar di andar al presente le galìe di Fiandra. Dapoi disnar, fo Pregadi, et non fo letto alcuna lettera. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL el Savii, expedir sier Zuan Pixani procuralor, va orator in Franza, per spexe di mesi 3 ducali 600 d’oro, a ducali 200 d’oro in oro al mexe, ducali 150 per cavalli, ducati 30 per forzieri et coperte, et meni Fu vero che’l signor principe eum le gente di arme et cavalli ligieri a le 20 bore dele in neli nemici fortificali in Cavigana et, per esser il campo angusto li cavalli nostri da loro se miseno in rotta et sua excellenlia restò morta. Le fantarie nostre italiane poi ferno alto, zioé il signor Fabritio et Alexan Irò Vitelli, et Joan Balista Savelli, monsignor Scalengo et il conte de Santo Secondo, et derno ne li nemici arditamente, e dapò la bataglia di tre hore et meza li vinsero. Il Ferruzzio morto per mano del signor Fabricio ; preso il signor Joan Paulo di Ceri, Amico de Arseri ; insomma presi et morii tutti li nemici, non senza grande perdita di nostri, talché Fiorenza bora se pò dir 1’ é nostra. Ne ho voluto avertir vostra signoria.