MDVIII APRILE. foo si vedeno, sopra li monti, alcuni fuogi, per 8 mia longì.et 3 mia largì, et la matina mandeno a veder et 0 trovano mosso ; adeo quella terra è in gran spavento per questo portento. Item, che a Cortona fiorentini levano zenle, zoè bon numero di fanti ; si tiem per l’impresa di Pisa. Noto. In questi zorni fo preso, e menato di Chio-za qui, uno corier con letere di Alentagna, le portava a Roma; ge le fo lolle, e lui e le letere fonilo mandate al consejo di X. Et domente si lexe le letere, fo cliiamà el consejo di X in cheba, e poi, compito di lezer, ussìteno. Et poi el principe fe’ la relatione di quanto eri matina havia exposto il reyerendo domino pre’ Lucha, ora-tor cesareo, qual non portò letere di credenza, ma disse in questa forma. Come, quando el fu qua, el ritornò a la cesarea majestà, a la qual referite la bona mente ili questa illustrissima Signoria versso la cesarea majestà, et vblerlo honorar, volendo andar pacifìce a Roma a incoronarsi. El qual e ti ani à bona mente versso questa illustrissima Signoria, e lo à rimandato con una instrution, la qual è di man dii re, e la lassò, et è spegazà in molti lochi ; il sumario di la qual è questo. Come è contento andar a Roma pacifìce, el voi che la Signoria toy uno di questi tre parlidi, qual li piace, et, volendo, à dato comissione a dito domino pre’ Lucha di concluder; sì che à tre commission, qual le mostrò. E volendo, a Trento si concluderà, dove à deputato ti soi, tra i qual domino Paulo Lclislener, i qual za sono lì a questo efl'ecto. 11 primo è, che ’I voi far trieva con la Signoria per uno anno, e in questo mezo si mandi oratori nostri e dii re di Pranza a Lyndò, dove sarà soa majestà, e lì si traterà dii modo di I’ aseguratìon di la soa andata a Roma, et e ti ani di tratar le difcrcntie ha con Pranza. Et, non piacendo questo, ¿contento soa majeslà far [tace perpetua con la Signoria nostra, con questo, se li dagi il passo d’andar a Roma, qual 194 voi andar paci (ire, con 5000 cavali, 4000 fanti et 12 pezi de artilarie; et voi li 17 con lui per soa ase-curation senza arme, zoè il doxe futuro et quelli dii consejo di X futuri, come li è stà promessi», li qual soa majestà nominerà. Et, non volendo ni anche muti di questi parlidi, nè far trieva ni paxe senza Pranza, che si mandi oratori di la Signorìa e di Franza in una terra, qual lui nominerà, dove si redurà li ele-ctori di l’imperio et quelli di le terre franche, e si tratarà le diferentie ha soa majestà con Pranza, et si se dia pacifichar con lui; con altre parole dì questa subslantia, ut in scriptum. Poi disse, era stà retenuto a Trento zorni 18 da li consieri regij; e que- sto era la indusia, non era prima venuto. El principe li rispose gajardemente et ben, justificando le raxon di la Signoria ; et che soa majestà havia auto torto, et che imi si difendevemo virilmente. Poi disse, si consulteria con il senato e se li darà risposta etc. Fu poi posto la' risposta per li savìj dii consejo e savìj di terra ferma, d’acordo, excepto sier Antonio Trum, procurator, da poi molte parole responsive, di la bona mente di questo stato versso soa majestà cesarea, senio contenti aceptar la trieva per uno anno, insieme con li nostri collegadi, et in questo mezo si frateria quanto dice soa majestà etc. ; e questo fo il sumario dì la risposta. Sier Antonio Trum, procurator, savio dii consejo, andò in renga, dicendo anche lui è di questa opinion di risponderli a questo modo; ma saria bon a indusiar, consultar, veder etc., et non eorer cussi a furia. Li rispose sier Domenego Trivixan, cavalier, procurator, savio dìi consejo, dicendo è bon acelerar tal risposta, per non dar so-spelo a Franza. Or il Trini messe indusiar a doman. Andò le parte: 0 et 0, 85 dii Trun, 93 di savij; et fo preso lii risposta, e con questo, sia comunichala con Franza et Spagna. A dì 15, fo San Sydro. Po fato la precessioni 194' de more. Vi era lo episcopo di Sibinico, piovali di San Finitili, mitriato, et col principe l’orator Pranza, Spagna et Milan, Perora et uno baron hongaro, qual fo lassato qui per l’orator hongaro, andò a Roma per aver danari. Et prima che ’1 colegio venisse in chiesia, fo mandato per domino pre’ Lucha sopranominato, el fittoli lezer la risposta dii senato; el qual disse, anderia a Trento da li C consieri dii re, è lì, e partì a hore 16. Ancora fo comunichato con l’orator di Pranza la risposta fatali, el laudò sommamente; et fonilo expedite lettere in Franza. Et, compilo la precessione, il colegio si redusse. Et l’orator yspano volse comimichar alcune cosse zercha la liga, aule dal suo re etc.; et li fo comunichato etiain la proposta e risposta di pre’ Lucha. Da poi disnar fo colegio di la Signorìa et savij. A dì 16, fo la domenega di V olivo. El principe a messa, de more, in chiesia con li oratori. Et vene letere di Priul, dii Corner, provedador, di 13, hore 24. Dìi far dìi ponte su cari, e aver quel zorno pasato le zenle e artilarie etc., come per una letera, la qual la copia sarà scrila qui avanti, il tutto si vedrà ; e vanno col campo a Goricia con gran vigorìa. Et a nona vene : Di campo di Alla, di provedadori Emo e Grifi, di 13. DÌI zonzer lì in quella matina il Grifi, e coloquij fati ; tamen 0 fanno.