349 MDXXX, LUGLIO. 350 Sier Marco Antonio Corner fo di la Zonta, qu. sier Polo.....*140. 91 Sier Nicolò Bon fo a la Camera d’impresi idi, qu. sier Domenego . . 114.118 Sier Alvise Bembo fo di Pregadi, qu. sier Lorenzo.......116.114 Fu posto, per sier Zorzi Venier, sier Marco Antonio Grimani, provedadori sora i Banchi, una parte che, alento le lettere di cambio che vien messe a pagar fuora di banco ducali 2 V2 per 100, et alenlo li banchi siano come contadi, pertanto sia preso che de coetero ditte lettere si pagi fuora di banco come si partida fosse fatta in banco. Fu presa et ave 168, 25, 11. Fu posto, per i Consieri, Cai di XL et Savii, una parte : si ritrova creditor il qu. Francesco da la Zu-decha, fo secretano nostro, ducali 203 di la Signoria nostra per conto di ducati 400 furono assignali al Serenissimo re di Bongaria per conio di suo credito, per tanto sia preso che li soi heriedi possino scontar ducati 32 grossi 8 a li Governatori con il predino credito, et porta a le Cazude ut in parte. Ave 172, 8, 2. Fu posto, al principio, poi lelo le lettere, una (aia, per li Consieri, a Vicenza, di cerio caso seguito di uno Armerò de Belletto et compagni, qual rapite sopra la strada publica Susanna de Valmarana cita-dina visentina, come apar per lettere del podestà di Vicenza di 24 marzo, però sia dà autorità al dillo podestà di poter bandirli di terre et lochi con laia lire 1000, vivi, et morti, 600, et confiscar li soi beni. Ave : 147, 2, 1. 206* A dì 15, la malina. Vene l’orator di l’im-perador per cose particular, justa il suo consueto. Introe savio a Terraferma sier Piero Morexini. Di sier Hironimo da Canal governator di la quinquereme, fo lettere del Zante, di 29 zu-gno. Come a di 20 dillo era morto a Napoli di Romania sier Alexandro da chà da Pexaro proveditor di 1’ armada, unde intesa tal nuova lui si partiva et andava verso Cao Malio. Item scrive zerca fusle, par, sier Bironimo Contarmi qu. sier Andrea, sora Otranto, qual è soraco-mito, habbi preso una fusta de mori de banchi... ; et sora Otranto do galie francese, di quelle era col Doria, havia preso do fusle pur di queste di mori. Da poi disnar, fo Collegio di la Signoria et Savii con li proveditori sora le Victuarie et li officiali a la Ternaria vechia, per causa de ogii che non si melle in Ternaria per esser al presente caro l’oio. Et perchè il Serenissimo, qual è a Muran in chà Vendramin, ha auto un poco di alteration mandò a dir a la Signoria scrivesse una lettera a Padoa che subito mandasse il Corte medico, leze de lì, in questa terra a la cura di la Sua Sublimità, et cussi fatto le lettere, fo expedito uno suo scudier, batando. A dì 16, la matina. Fo lettere di Augusta del Tiepolo orator, dì 2 et 5. Scrive zerca li mandati di le carne ha ottenuto dal Serenissimo re di Bohemia et àrchiduea, ma non sa la quantità, et ha parlalo di legnami qual sarà contento dar la . trata. Scrive di le cose lutherane ut in litteris. Item, che dito re li ha richiesto la Signoria li dagi li 20 milia ducati li promesse il papa. Item scrive come Cesare li ha dito con grande instanlia la Signoria sii contenta compiacerlo di le possession del Bagaroto, volendo pagar tulli li danari et miora-menli fatti per quelli che al presente le possiedono. Copia di capitoli di lettere di Augusta, di 3 luio 1530, scrite per Mario Savorgnan a suo fratello conte Constantin, sottoscritta : Dgliol obediente et fratello minor. A dì 20 del passato mese la Maestà Cesarea et del re suo fratello cum li excellentissimi Eieclori et altri principi, fino al numero de 30, acompagnati da li reverendissimi legalo Campegio, cardinali di Salzpurch el di Trento, et durissimi ambassalori, andorono in domo et uditeno una messa del Spirito Santo, ditta per il reverendissimo Cardinal Ma-gunlino eleclor, et fo lenissimamenle cantala. Dopo la quale il reverendo arzivescovo Pimpinella nuniio pontificio apresso il serenissimo re Ferdinando fece una oralioue in nome de la Sede Apostolica, la quale conleniva questi dui capi : per 1’ uno, exortava tulli che dovesseno prender 1’ arme et far preparation grandissime conira il Turco, dimostrandoli l’impresa non solum utile et honorevole ma etiamdio necessaria ; per l’altro, li diceva che, volendo far la impresa, loro che sono meno polenti et divisi, conira un più potente et congiunto, che è il Turco, bisognava almeno che si levasseno le discordie, le quale in sino a tanto havevano a essere fra loro che durava le diverse religion, el però levasseno la bere* sia. Questa oralionc più bella in vero a ogniuno parve, hessendo et ben pronuntiala et dilla con singular gratia et aclione, che per judicio di tulli el Pimpinella in queste cose è rarissimo homo, el più bella dico parve di quella che ella si sia, la quale presto sarà impressa et vi la manderò tantosto che