507 MDXXX, MAGGIO. 208 qual vien del campo solto Fiorenza, et il principe di Orangie ha mandalo a tuor ducati 10 milia a conio di le page li dia dar per pagar le zenle, et ha ditto l’imperator havia revocato li spagnoli voleano mandar in Italia et li irianda in Hongaria, «mohaver scrilo al principe di Horangie li mandi 2000 spagnoli del campo, quali radino in Alemagna ; il qual principe, vedendo ditti spagnoli mulinar et voler li soi avanzi, manda Cesare da Napoli con 2000 fanti italiani. Di Pranza, di sier Sebastian Justmian el cavalier, orator, di 18 aprii da Pontier. Come la sorella de Pimperador, dia esser moglie del Chri-stianissimo, et li fioli del re haveano fato la seti-mana sanla et la Pasqua a Vitoria, et veniria di longo a Fonterabia et seria perdi 25 del mexe preditto di aprii, qual zorno si tien il re bavera li fioli. Scrive esser stato in diversi colloqui] col Cardinal Triulzi, el qual se ritrova......... Item supplicha sia expedito il suo successor. Da Ispruch, di sier Nicolò Tiepolo el dotor, orator, di 6. Dr Pintrar di l’imperator lì el insieme con il fradelo re Ferando, qual andò di sora del Cardinal Campeze, legato. Summario di una lettera di Ispruch di 5 mazo 1530 scritaper Pasin Berecio, è con V orator nostro, a sier Thomà Jicpolo fo di sier Irancesco. Da poi il partir nostro di Mantoa, che fo a li 19 dei passalo, non ho scrilo per non haver cosa no-landa. Hozi giongessemo qui in Ispruch benché dovevamo giongere heri P altro ; ma, per non ha. verne fin ora li forieri di lo imperalor assignalo Io alogiamento, noi siamo stati ad alogiar in una hostaria lontana da la lerra 3 miglia italiani. Et poi, assignalo lo alogiamento nostro in uno monaslerio de frali bianchi nominato San Lorenzo, apresso a la lerra mezo miglio, lì venissemo a disnar. Et così lo imperador, lui a digiuno, et noi dopo disnar, intras-semo in la terra, acompagnato dal Serenissimo re Ferandino, qual, stando noi a la dita hostaria, passò inanti giorno de lì et andò a ritrovar suo fratello lo imperalor ad uno loco dove stava con zerca 16 cavalli cum lui, et cusì insieme inlrorono ne la terra, stando ditto re Ferandino a dextris et il reverendissimo legalo a sinistris de Io imperatore. Vestito era ditto re di veluto negro et havea una beretta grande pur di velulo con penne sopra, negro lutto. El quando inlrorono nel borgo fu poslo 10 imperatore solto uno baldachino di panno d’oro portato da alcuni signori tulli di Alemagna; et quando l’inlrò sodo, volse che il fratello vi intrasse al paro, ma lui li fece riverenza et non li volse in-Irar, ma andò di sotto al loco sopradillo a dextris, et così andorono fino al loco ordinato per Sua Maestà. Non forno usate quelle cerimonie che si credevano. Se cosa alcona sarà nolanda, vi aviserò eie. Sumario di una lettera 'da Ispruch de 5 mazo 1530 scrita per Zuan Francesco Mazardo, è con V orator nostro, a sier Alexandro Tiepolo qu. sier Francesco. Magnifico eie. Già molli giorni sono passali che io non vi ho scrillo. Ilora per quesle mie mi sforzerò, havendo un poco di lempo, di scrivervi, quanto più distintamente-saperò, il viaggio nostro da Manlua sin In- 1 spruch, dove bora se rilrovamo sani, el maxime el patron, qual fin hora non ha temuto il cavalcar, havendo una cavalcatura tanto suave et comoda come se fusse in una barca da Venetia. A li 19 del passalo se parlisemo da Manlua, et per la via di Va-lezo quel giorno arivassemo a Peschiera. Il giorno sequenle, in compagnia di elarissimi proveditori, et capetanei di Padoa et di Vicenza, et proveditor di lago di Garda, el altri signori el zentilhomeni in bon numero, scontrassemo Iontan da Peschiera zerca 5 miglia la imperiai Maestà armala, con l’antiguarda de li homeni armati et relroguarda de fantarie, li quali homeni armali si meleano due volle in ordinanza di balaglia lì ne la campagna. Gionlo a Peschiera, da li elarissimi provedilori li fu presentato per nome di la illustrissima Signoria 200 cara, tra pan, orzo, malvasie, cere et altre cosse, olirà quelle 11 fu falò per honor et comodità di quello che richiedeva il loco. Il giorno seguente andasemo a Dulzè, dove sopra l’Adexe era fabricalo uno ponte proprio da passar uno imperalor, rispejto il loco. El giorno seguente andasemo a disnar et cena ad Alla, et da Alla a disnar a Roveré, passando ¿a presso a Seravaie, a P incontro del qual, di là di P Adexe, in zima ad uno monte è posto uno fortissimo castello che a riguardarlo par che sia impossibile che se li possa asendere. Parliti da Rovere pagamo'apresso la Preda, et da la Preda al Caliano, apresso il quale, in cima di uno monticello, é edificato uno bello et forle castello, più bello di niun