153 UDXXX, APRILE 154 Le (uste et ganzare è preparate, volendo andar li soi sul lago a pescar et veder. • * Di sier Alvise Foscaripodestà et sier Biro-nimo Zane capitanio de Verona, di 20, hore .... Come quel zorno era intrato in la terra el reverendissimo Cardinal Campezo, qual va legalo con Cesare in Germania. Esso podestà li audò conira, con il reverendo episcopo, fuori de la terra: alo-zoe in vescoado. Scriveno esser intrato li il principe di Salerno, alozalo a l’hostaria ; andono per visitarlo, el qual era andato a piedi a veder la terra- Presenti da esser dati a la Cesarea Maestà. In lettere di Proveditori zenerali di 20 de aprii 1530, hore 21. In una cassa di specie menude, zefè canela coli 3, nose colo uno, garofoli colo uno, zaffaran colo uno, zenzaro coli do, mazis colo uno, pevere colo uno. Orzo, stara venetiani numero 2000. Una cassa de torzi 50, di libre 6 l’uno. Una cassa de torzi 50, di libre 6 1’ uno. Una cassa de torzi 50, di libre 5 1’ uno. Una cassa de torzi 50, di libre 5 I’ uno. Una cassa de candele da tavola gardenalesche. Una cassa di candele torchade. Una cassa de zuccari fini di pani 100. Collo unii di uva passa. Collo uno di uva passa. Collo uno de mandole ambrosine Collo uno de mandole ambrosine. Cassa una con quatro buste de datoli. Caratelli de malvasia muscatela, numero 50, si-gnade de numero 15 fino 64. Polastri, para numero 119, vivi. Caponi, para numero 20, morti. Cavreti, numero 114. Vitelli, numero 23. Cestoni de cerveladi, numero 6. • Cestoni de onto sotil, numero 4. Cestoni de ovi, numero 2, miara 2. Casseta di lengue, una, sono numero 14. Peze di formazo, casse quulro, numero 50. Vernaza, bolle numero 9. Pan, cassoni IO, numero 10. Castroni et agnelli, li qual dia comprar il magnifico camerlengo di Verona. Vin, cara numero 8. Copia de una lettera de sier Priamo da Lene 87') capitanio de Padoa, data a le Cavalcasele, a dì 20 aprii 1530, scritta a sier Lodovico Barbarigo suo cugnado. Narra el gonser lì de la Cesarea Maestà. Scrissi haver hauto lettere di Mantoa, che la Cesarea Maestà il marli a dì 19 partiria di Mantoa et venir a Coito a cena, el cussi nui se parlissemo el marti da Verona et venissemo ad alozar qui a le Cavalcasele, et siamo alozali in 4 hostarie, meglio possiamo, ma ben streli. Et qui giongessemo a hore 22 in zerca, trovassemo il magnifico orator Tiepo- lo che era venuto avanti, et qui se sforzassemo di adornar le case preparate al meglio si poteva, benché per avanti era sta mandati ministri per pare-chi.ir coinè si poteva in questo loco, il qual è più che mezo minato, zoé di Peschiera ; pur habbiamo tolto la casa del provedilor missier Zuan da Molin et conzato benissimo et più che ben, secondo il loco, messo ad ordine le strade coperte da panni, et el ponte che passa il Menzo tulio fornito el coperto, di panni et festoni che invero slava ben. Et li presenti fora di la porla sopra li cari, zioè li orzi, malvasie, cassoni di pan, botte de vin, vedelli, capreli, caponi, cere et tutte altre cose, mandale parie da la illustrissima Signoria da Venelia et parte trovale di qui, che erano più di cara 100, che era bel veder. Questa malina montassemo tutti quatro a cavallo a hore 12 in zerca, benissimo, tutti in ordine si de cavalieri come di altri genlilhomeni, cum lutti li nostri stafieri vestiti a la livrea nostra, che in vero eramo bella compagnia, et andassemo uno miglio luntan dal confin del mantoan, et più avanti sares-simo andati, zioè fino al nostro confin, se non ha-vessimo sconlrado molle bagaglie et cariazi clic venivano ; avanti, che ne impediva la strada. Poi ritrovassemo le gente d’arme che di man in mano venivano,-ma prima sconlrassemo il Gran Maestro, 37* che era avanti circa uno miglio, con zerca 25 cavalli, il qual se ne vene a Peschiera, et poi ritornò adriedo, et viste il tutto, el ne fu riferito per nostri come li piacque mollo il presente, sicome era stà ordinato et non volse che per niente fosse toccalo cosa alcuna, fino che lo imperador non vedesse il tullo. Il qual Gran Maistro mi par persona mollo italianada, et fece un offitio molto bono, per quelo io vidi, che in vero si fusse slà de li nostri, non |1) La carta 86 ‘ è bianca.