137 MUNII, «¡OSTO. ninnila uno frale oralor al re ili romani, per Ir.itar noie di sua liola in uno (io die fo dii re di Cha-slilia, o ver archiducba di Borgogna, eli’è ncpole di dito re di romani; etium per Irnlar pace con Franza. Item, alenile a expedir il reverendo episcopo vala-diiiense, oralor al papa, con il collega. Item, perdie il lurro fa pur qualche preparatici» di zelile a li contini, si dice per le cosse di Sopii! ; tamen etium il re ili Hongaria fa provisiom di zente per dilli confini. Di Yspurch, dove è il re, si ha arisi. Come il re mandava certe arlilarìe versso Bolzan e Trento, e le feva cargar su diari. Item, « lassà quel frale oralor dii re di Franza, die per avanti lo avia re-lenuto ; e questo, per coatracambio di tre borgognoni die in Franza per il re fono fati relenir, borra sono slà lassali. Item, dii zotizer di domino Antonio di (Ajnstabdi, oralor dii duella di Ferrara, die fo dito se anegoe, e non fu vero; e par il re l’liabi mandato a Olmo, aspelar li; et cussi I’ oralor di Siena. Di Spagna, di Andrea Rosso, secretano nostro, più leterc, qual è andato per mar col re ivi. Prima scrive, di Terragona, poi di Valensa, di 25 luio. Come a di 22 il re zonse lì niolU» bonor.i- lo ; e la terra li donò alcuni falconi bianchi, cossa rarissima, e il re li à manda a donar al re di Franza. Item, bano presentato ducali f>00 a la mina etc. Item, la raina di Chasliglia, soa liola, à sento al re suo padre una optima letera, aspelaud.ilo con desiderio, e ringraziando soa alteza di la venuta ; et vadi a Burgos, dove etiam lei si troverà a far resi,lentia. Item, di la morte dii docha di Sibilla, qual dava fastidio a la raina in Chasliglia, per esser di primi. Item, come il re, inteso che il capilanio nostro di le galie bastarde liavia buia a hindi la nave di quel suo spaglio), si à dolio più volle con esso s eretario, dicendo : Questo non è il modo di la bona amicitia ; et con gran parole. Conclusive, à ’buio mollo a inai. Da Forar», di sicr Domencgo Pisani, el ca-valier, vicedomino. Come de lì si dice, ki Signoria si à risolto voler esser con Franza. E di eoloquij dii ducila el altri. 0 da conto. Da Constantinopoli, di sier Lunardo Bembo, baylo, di 7, 8 et 15 luio, per via di terra. Come è slà a la Porta, a far querelle di alcuni coro-nei e di Negroponte, danizano nostri ; et non à polli- lo far 0, per esser la Porla implicita in altre cosse, come a vi sera ; e voi dar querella conira Camalli etc. Item, scrive in zifra a sier Andrea Orili, die suo cuxim, sier Francesco Contarmi, idest Sopii», si aspela grosso mercadante de lì die vengi, et quelli de li si preparano con mercantie, idest che Sophi è m / Dui rn di M. Sax i to. — Tfm. VII. faina, e vion a dosso il Ulivo, et turchi si meleuo in honline. Fu posto, per il colegio, slongar la muda a le galie di Baruto, ut in parte, vi del ice t zorni... da poi zonte, non perliò passando il mexo di......Et fu presa. Fu posto, [iei* li savij, scriver a Corphù che, non 0(J bisognando de lì, mandino il capitatilo di le galie bastarde, con la Conserva et do galie solil, ini ponente. E fu presa. Fu posto, per li savij, scriver a Roma, in risposta, zerdia queste Cosse dii re di romani. Fo gran disputatimi ; sier Antonio Trini, savio dii consto, non era in opinion. Parlò questi: ditto sier Antonio Trun; li rispose sier Domenego Trivixan, el eavalier, proeurator. savio dii consejo, poi sier Zor/.i Emo, poi sier Francesco Trum et poi sier Piero Laudo, savio a lerra ferma. E fu presa per li savij. A dì 28. Fo gran consejo. A dì 29. Fogran consejo. El vidi, cossa notali-da, che a la porla si dava boletini a stampa di esser lullo in oficio, qual fo sier Alvise Lambardo, fo ca-sldam a Lacise, quondam sier Piero, cao di sestier di Ossoduro. Et il doxe vele tal bolelini el lo mandò ari «ri di X ; i qual eai riprese che non li desse, e altro non fu. A dì 30. La malina, il capilanio zeueral nostro, conte di PiliaiiQ, acompagualo di ali-uni p.itricij, fo ‘ in colegio a tuor (icentia di ritornar a Cedi per lerra. Disse haver dito l'opinion sua, e dove se dia far li campi etc.;'et che fin do zorni si partiria. El cussi parti a dì primo septembrio per Padoa. Da |»oi disnar fo pregadi. El lelo le infrascriptc lettere: Da Milani. Chome atendeano a far li bastioni a le porle, numero !), per ducati 100!) l’uno, di piera; haveano Irovà chi li farà. Item, hanno ili Zenoa, di 25, cornee nova di .Monachi) esser zonta li una nave spagnula con malvasie, saoui etc. Di Franza, da Liom. Letere secrete. Di Cataro, di sier Ulivier Contar ini, retor e provedador. Come è nova, Soplii à fati» paxe con Alidulli, et |)erhò il signor turclio dubita etc. Or questo pregadi fo mollo secrctissimo, el fo sacramenlado el consejo. El poi lelo le lelcrc, intrò consejo di X, el fo lelo al pregadi certe cosse secre-lissime etc. A dì 31. La malina, hessendo venula in questa terra, za zorni 3, la principessa di Bisignano, fo liola dii duclia di Melfi, moglie dii signor Zuan Baptist» di casa Severina, qual è nel stalo suo, e lei vien di lo