18;} MDVII, NOVEMBRE. 184 fono uno vice rio, in Iodio ili sicr Zorzi Emo, si re-senlivn, sier Anzolo Trivixan. Et poi leto le teiere, senza meter parte alcuna, fo licenlialo el pregadi e restò consejo di X, con la zonta e il colegio e procuratori. A dì 10. La matina, il reverendo domino episcopo paduano clecto, qual à ’ulo le bolle di Roma, domino Pelro Dandulo, episcopo vicentino, fo a la Signoria con li soi parenti vestiti di scartato. Et rin-graliò di la eletion fata in la persona soa; si oferse, et farà l’intrata honoriflcha im Padoa. Da poi disnar fo pregadi. Et leto sollo una lete-ra di sier Zuan Francesco l’ixani, podestà ili Rovere, di 14. Avisa il zonzerdi 30 cavali todeschi a Ar-clio, et si aspela ili li altri ; et esser comenzà a far le spianade versso Riva. Et alia, ut in litteris. Fu posto per li savij, che, oltra li 300 cavalli di stratioti venuti et mandali in Friul, (tessendone venuti altri 30 cavalli senza soldo, siano tolti a stipendio c mandati in Friul. Presa. Fu posto per li savij, che, uno medico di Damasco, qual fo scrito di Damasco havia intachà colimo, et visto le soe raxom, che '1 sia asolto etc., ut in parte. Presa. Fu posto per li savij, d’acordo, clic sia compiilo di far li chatastichi, di fuora e dentro, ili quello inanella, per li X savij : li qual si redugi ogni matina a terza, li zorni deputadi, et siano apontadi ; havendo X ponti siano fuora. Item, siano electi per scurtinio, con pena, 3 zentilomeni nostri, qualli vallino stimando le fabriebe nove, come fo electi dii 1500; et altre dausule, ut in parte. E nota, li V savij sora le re-formation ili le decime non volseno nieterO, vedendo la Ihoro opinion esser sta mandà zo. Et questa fu presa. Fu posto etiam, in termene di do mexi, luti vallino a dar leso condilion in nota, vere; et quelli pagano decime in nome di altri, e hanno le intrade, vallino a notar in Ihoro nome; tamen, hesscndo le caxe conditionade, notino couditionade etc., ut in parte. Presa. Fu posto per li consieri, atento che li Marchadelli habino conzà la barda dii doxe e refata di zoje, et la palla d’arzento di San Marco, e ilieno aver da li procuratori ducati 250, che siano tolti tanti danari di le decime dii dero, et pagati essi, che sono im procurali» etc. Et sier Antonio Trun, proourator, savio dii consejo, messe, atento è cossa di procuratori 02 di la chiesta di San Marco, qualli hanno intruda sc-perada, die Ihoro li pigino. Parlò oontra sier Pollo Barbo, proourator, dicendo quella procuralia non haver; li rispose sier Antonio Trum, et iterum sier Pollo Barbo, su la rengeta dove si leze le letere. Andò le parte : 63 di consieri, 112 dii Trun. E fu presa. Fu posto per i consejeri, aleuto che li Sorver-gnani, per alcune diferentie tra Ihoro, haveano eledo per suo zudexe dilinitivo sier Andrea Loredan, luogotenente in la Patria di Friul, che, per autorità di questo consejo, el possi aceptar tal zudega’ e difiuir ; e quello lui farà, sia fermo et rato etc. Fu presa. Fu posto, per li consieri, dar il possesso dii priori’ ili le f a domino Vicentio Bendo, di sier Dome-nego, prolonolario apostolico, vacado per la morte di domino Piero Boldù. E fo presa. Fo leto alcuni sumarij, dati a la Signoria per l’o-rator di Franza, di nove aute di Roma, di sguizari e Leu lagna. Fo fato il scurtinio di elezer li tre sora le stime. E fo tolti 9; et perchè molti erano venuti zoso, non fo balotadi. Sier Zorzi Emo ritornò cao di X. In questo zorno, in do quarantie civil fo fato bona una sententiu di sier Marin Morexini, olim ai 3 savij. Senlentiono ¿ier llironimo Marin, sier Marin Griti, sier Nicolò da Mulla, olim a le cazude, a contribuir a la parte di la '/i etc., ut in sententia. Ave 18 taia, 29 bona, 7 non sinceri. Nola, sier Stefano Contarmi, quondam sier Da vii, à ’uto gratia di pagar di [irò' ; sier Francesco di Garzoni à pagato, con resalvalbn ili le so raxom. A dì 17. Fo consejo di X con zonta. A dì 18. Fo pregadi. Et leto le infrascriple lettere : Di si/r Hironimo Contarmi, provedador di l’annoda, l’ultime dade a Corphù. Scrive il suo partir di Napoli di Romania. Et come quelli di la terra fo a remor con una galia sotil nostra, el esso provedador à fato impietrar uno candioto causa di tal error; et scrive, sier llironimo Ballo, provedador, inteso il remor, si cazò in caslelo. Item, come era morto il signor di Nio in l’Arzipielago, et il signor di San Turini era andà lì con navilij el voleva tuor il caslelo; e la signora, qual è rico manda a la Signoria, mandò a dir a esso provedador, provedesse. Qual à si-rito letere, e fato star il signor di San Turini in drio. Item, altre cosse, ut in litteris. Di sicr Michiel Memo, retor e provedador a Napoli di Romania, soUo. Di le cosse di Sophi ; e che ti00 janizari è andà da Sophì con uno subassi. Item, quelli turchi tutti andati di sopra : e a la booti» dii streto, a l’inlmr, si pga mandio di quel si legava, acciò vadino brigata a Coustauliuopoli. E 92* altre nove, ut in litteris.