MDVIII, MAGGIO. 510 lamento con le altre urlìlarie tiravano dal campo, et si messeno più soto le mure li fo possibile, et hanno Irato più colpi, con busar le mure et ruinar le case; et cussi andavano seguitando. Quelli di la terra se defendeno valentemente e tirano le sue artillarie, passando de sopra e da ogni canto di le galie; et per desgratia ha tochato in uno brazo di Andrea di Vi-vian, palrom di uno arsii, et portato diio brazo via. È homo da bene, valente el obedientissimo, quale lassa la galia e vien a Venetia per medicarse; e altri 4 fonno feriti. Li nostri da terra bombardano continuamente, atcndcno a ruiuar due cortine. Il pro-vedador zeneral vene li con la galia Riva, e, stalo meza bora, partile per andar a dismonUir e andar in campo; e voi polvere etc. Letera dii dito, ivi, a dì 6, hore 10, ricevuta a dì 7, hore 18. Come eri, olirà Andrea di Vi-vian, e il suo cornilo e 3 altri fonno feriti da le arli-larie nemiche, uno di qual morì immediate; e poi un’ altra balota lochò uno su la galia Riva, sì che stanno a la ventura a chi tocha. Ha auto polvere, voi piere per il cortaldo di libre 55, che non hanno più. À inteso il piacer dii christianissimo re di l’a-quisto di Goricia, spera presto l’intenderà di Trieste. Ozi è stà minata del luto una lorre del castello, con altre difese di la terra. Quelli dentro non parcno più tanlo gajardi, et alendeno a reparar in gran pressa ; et nostri, maxime l’artilarie di esso prove-dador, li fa levar dii lavorar, et cussi li danno davanti e da driedo. À ’uto il pam etc. Item, come in P bora 22, tuta fiata bombardando, se mosse le zente nostre per andar soto la terra et slrenzcrla a la bataglia; fono da saxi et sciopi alquanto rebatuti. El ritornati a le mure, fono levate via le bandiere de Austria, erano in castello el sopra le mure, et in hoc motu vene fuori, per una falssa porta da marina, uno citadino, con uno fazuol, allentandone. Quale, mandato a levar, è venuto a galia e dimandò mise-. ricordia, con dir che quelli dì la terra se vulcano dar a esso provedador; lo qual, con uno suo homo, subito lo mandò al campo al clarissimo provedador. E tuta volta sono levate le offese da ogni canto; et hessendo segno di subita viloria, subito spazò a la Signoria etc. 344 ' Letera dii ditto, data im porto di Trieste, a dì 6 maso, hora prima di noctc, ricevuta a dì 7, a hore 22. Avisa di l’aquisto di la cità di Trieste, a honor eli Dio e dìi glorioso protelor nostro missier San Marco; e come, da poi el gran bombar- dar e mina faota, a hore 22 le zelile nostre animosamente se slrensc a la terra; et che per uno portello da marina ora (issilo uno citadino et vene a * galia etc. Or, vedendo la cossa passar bone, disnion-toc in terra e andò in campo a trovar el signor Bortolo Liviano, de natura cesarea, et il clarissimo provedador, che alhora ora zonlo da l’altro canto, con li «pialli stote fino che venero fuora di la ter« quelli, et fo concluso lo aponlamonlo, clic so detono a de-scriplione. E intrò per capetanio in la cità, a nome di la Signoria nostra, sier Marco Loredan, capetanio di le galie bastardo, et castelan sier Viconzo da Riva, sopracomito ; e lui provedador so ne ritornò in galia. E il provedador Corner intrò a valer la terra, e subito tornò sopra la galia Riva, pcrliò si alogra etc. Scrivo Iniver portalo grandissime fatiche etc. Letera dii dito, ivi, a dì 7. Come in quella matina fu a mossa lì in la cità. E subito mirato, ili volontà dii provedador zeneral, fece ussir fuora tulli ì lodeschi el suo capetanio, con Io sue arme solamente, el cargnr sopra uno di arsili ; qualli vanno a dismontar a San Zuanne do Duino. El il signor Bortolo ha tanto solicitato con li dtadìni, eh’ è venuto a conclusione di riscatar cl suosaco con ducali 15 mi-lia, zoo XV milia, a termine de nicxi 3, do li qual non sa che parie harà l’armata nostra ; e sono cxc-pluali li liobrci, che se intende haver qualche (acuità. Haveano deliberato caTgar sopra i arsili tulle le artillarie sono stà operate a quella expugnalione el munilione, et con le barbote so mandorano a l’arsc-nal. El pan, mandalo di qui da Venetia, farà tajar e far bisjolo per l’armata. Si dice, andando con le galie a Fiume, senza bataglia si aria ; à scripto a la illustrissima Signoria noslra, aspela risposta. El manda allora a Puola la galia, soracommilo sier Francesco Marzello, con una festa, per esser letore di quel colile, di certe zente se adunava in quello bande, con voce de andar a’ danni de quelli lochi nostri, per conservarli illcxi. Letera dii dito, ivi, a dì 9. Beri non scripse por non haver materia, e luto beri fu in terra. E prima mandò il suo armiragio, con tulle lo zurme, per tirar le artillarie al basso; e quasi lutto fono presentate beri a la porta, quale, perché ora murala, non era slà ancora aperta; nè altre porle se lien aperto, exerpto che se intra per el portello da marina, cussi volendo il governador, aziò che soldati nè galioli non pra- 24 tichano dentro la terra et la melino a sacho. Al che licneno bone guardie, fino sarà expedìto e trovato i