569 MDVI1I, LUGLIO. 570 nator zeneral nostro, per lionorarlo, il serenissimo li vaili conira poi bucintoro, e siano fati li para-schelmi et dato 20 barche. Et sier Antonio Trun, savio dii consejo, procurator, messe, atenlo che ’1 ponte dì Rialto si reparava per l’olicio dii sai, et non esser seguro passar col bucintoro, de scriver al signor Bortolo resti a venir a l’allra domenega. El fo leto una deposition di Zorzi Spavento, proto, qual conza dito ponte, che ’1 sarà seguro per questa domenega. Andò le parte : fo presa la prima, di darli il bucintoro domenega, di largo, vidclicet 'l'run 34, dii serenissimo 143. Fu posto, per li savij, altre parte, ma non da conto. Et in questo pregadi sier Lunardo Bembo, venuto baylo di Constanlinopoli, fe’ la sua relatione; fo longo e tedioso. Disse di la persona dii signor, come havia anni 66 et era menineonicho; havia 4 fioli, li era morti 3, et disse li vivi, e dove stavano in la Natalia. E il mazor è da podio; il secondo, più amalo, si lien sarà signor lui. À maridà le lie, a le qual à dato 13 in 14 milia ducati per una di dolla. Et per esser il signor mal andado, dove la Porta si feva 4 zorni a la setiinana, si fa solum sabado, domenega, luni, et il marti è stà leva; e cussi, come si reducevano a bona bora, cussi al presente la Porla e li bassà si reduceno tardi, e questo per il signor, che voi cussi. Disse di 3 bassà e la condition Ihoro : zoè Jachia, Taut et.......Item, Carzego è capita- nio a Galipoli. Item, l’inlrada dii signor è tre mi-liona d’oro; et à gran spexa, à janizari 15 milia. De Sophì, che non li poi far danno, ma ben contra Ali-dulli, al qual à dà una rota. À cavali 25 milia et, in tulio, in campo 60 milia persone; et thè ’1 turco non 10 stima. Item, disse di sier Marco Orio e compagni, et molle altre particulari. Si scusò, non havia praticha, era anni... manchava di qui. 11 principe 11 laudò de more con poche parole. Fu posto, per i savij, il modo dii pagamento dii provedador e castelan a Cremons, electo ut in parte. El fu preso. Fu posto, per li consieri, di elezer uno savio a terra ferma, in locho di sier Antonio Condolmer, è orator in Franza, et stagi fino el ritorni ; al qual sia risalvà il loco, come ad altri è stà fato. Presa. Fu fato seurlinio di uno savio a terra ferma, in luogo di sier Antonio Condolmer, è ora (or in Fran-I Diarii di M Sanuto. — Tom. VII. za. Et rimase sier Alvise Moccnigo, el cavalier, fo avogador di commi, quondam sier Tliomà, et in-troe ; il Prioli è anialato. Copia di una lettera di sirr Fiero Marzello, cape tanio di Creile, scrita a soi fradetti, narra dii terramoto, data a dì primo zugno 1508. in Candia, et ricevuta....... . Fradeli carissimi. Le ultime mie fumo ne li prosimi jorni, con molle aligate, consigliale al eapetanio de questo mo- lo. Questa solo, per il presente bregaiitin, s|>azato a posta con lelere a la illustrissima Signoria et prove-dator de l’armala, è per dinotarvi, con grande affanno et displicentia, l’orendo et lacrimoso caso seguito a questa miseranda cità: zoè die a 29 del passalo, tra l’una et due borre di notte, ne sopra-gionse uno terramolo, bullo teribcle, orendo el spaventoso, che al dito et fato minò la mazor parie de la povera terra ; et quello che è restato im piedi è talmente .conditionato, che è fatto inhabitabele, conquassato et aperto da ogni canto, sì che l’è paura a vederlo, non che voler presumer de abitarlo. Le strade tutte el case piene de ruine el corpi morti, che comenzano render tanto fetore, che non se gè po’ aproximar; adeo che tu Ila la terra èabandonala et reduti a le campagne, abandonado robe et quello hanno, perchè con effetto non se ge po’ stare, |>cr esser la terra streta, con uno podio de piaza, senza orti, corte o terra vacua, dove se possi redursi. 1 vi-lazi, per quel che de borra in horra senlimo, sono per la major parie minati. Il castel de Sitia è tulio minato; el il rctor, con tutti li homeni, è reduti al borgo, per quel che havemo, per sue in questa borra recepute, con altre che ’1 scrive a la illustrissima Signoria. Retemo, intendemo haver haulo, gratia Dei, poco damno. Da la Cania non havemo ancora nova. Qui son morti, per quel che fin horra potemo intender, de circlia persone 400. 11 palazo del duca l’è im bona parte minato dal canto vecliio, dove per ventura il non babitava ; il resto è tutto resentito. Sua magnilicencìa, era ussita fora el è tornato dentro, il giorno sta ne l’oflitio de l’avogaria, solo la parie bona del suo palazo; la notte, con la fameglia, dorme in uno casonzello de tavole su la piaza da quel canto. 11 palazo mio è lutto aperto el rescnlìto et rninaza mina. Jo mi atrovava haver cenato et apena in /ipom mi redusi in corte, che è streta, con le fabriche alle atomo, dove aspelava da qual canto die ’I me vegnissc adosso, acompagnato da li mer- 37