433 MDVIII, APRILE. 434 mandar i spagnoli et guasconi a tagliar a |>ezi da ti()0 tadeschi, i qualli alozano al Chaliano et la Piera ; et noi con le zente d’arme apresentarse a la Piera. Pur ne andasse fata, ma non credo ; almen vederassi qualche bella mostra, et questo sera damalina a l’alba dii zorno. Dii seguito vi darò aviso. Etiam cri si ave, per una spia, come quelli fanti di Agresta volevano andar a brusar Nago, et certe altre ville è a quella bamla ; sono andà Dionisio di Naldo, con la ' sua compagnia. La.causa, che non se fanno avanti, vien da missier Zuan Jacomo, e legno habia tal bordine dal re ; ma si vede certo, che ’1 nostro capila-nio è ben disposto, e, trovandose a qualche fatto, farà o bianco o ver roso etc. Letera dii dito, data in Alla, a dì 24 ditto. Da novo, per uno hordene dato per li illustrissimi capetanij et li magnifici proveditori, che fo eri, zercha hore 4 di note, partì il proveditor Emo et noi insieme. Et zonli a Seravaie, esso proveditor lece trovar Baxilio da la Scuola, el qual si è sopra le artilarie, et li dimandò quello havevano horde-nado li capetanij, i qualli erano pasadi avanti. Li disse che dovesse haviar do sacri; et esso proveditor li ordinò dovesse aviar duo colobrine. E poi pasassemo più oltra ; trovato missier Zuan Diedo, con zercha fanti 200, el qual era aviado versso la Piera. Et ancor noi passassemo avanti ; et lì era le zente d’arme, zoè 50 de missier Tadio da la Motela, et 50 de’ francesi, et da zercha 500 cavali lizieri. Et zonli lì, podio lonzi di la Piera, et siati.lo andado de sopra el monte el capitanio di le fantarie, con 500 fanti di nostri et 1000 spagnoli et 2000 guasconi ; et in questo interim vedeseino d focho, zoè far segno ad uno casteleto, el qual si è in zinia de uno monte, poeho disiatile di là di la Piera, nominato Bexen; et per questo segno si levò li todeschi del Chaliam, da zercha 800 fanti, et in suo squadre vene verso la Piera, fugadi. El questo fo ne l’alba. Et poi, stagando podio, vedesemo apizato el focho nel Chaliam, et messo a sacho tulli soi padiglioni. Et in questo el proveditor et noi altri eramo reduti sopra uno cole, pocho distante di la Piera, per veder quello fazevano li nostri de là ; et zudegando che li capetanij mandasse le artilarie a principiar a bombardar et gietar zoxo le porte di la Piera, come era l’bordine dado con quelli erano andadi al Chaliam, vedando sua magnificencia non se fazeva niente, andò a trova? ditti capetanij et el proveditor Griti, suo collega, domandando da che era che non se bombardava. Diseno aver reniandà indriedo li duo sacri, el che non haveva menado le colobrine, segondo l’bordine haveva da esso proveditor. El qual proveditor Emo mollo se incolorò con i dilli, digandó. Havemo mandado questi poveri valentiho-meni al mazelo, perchè era' l’hordene con Ihoro de bater le porle con le artelarie ; et lltoro tenendoli in questo intervalo, quelli erano de là dovessero passar et redurse a salvamento de qui ; sì che noslrì tonno mal tratadi et posti a uno gran pericolo. Poi 210 esso proveditor fece de capo de mandar a dir a le artilarie dovesse esser ritornate, le qual erano za condute lonzi. Et poi andasemo più a presso, et vc-desemo venir li nostri seradi versso la Piera. Et co-menzò esser a le mano con quelli di fuora de ì ni-ntici, i qualli quelli dentro non volseno azelar. El li ditti se havevano mitilo sotto le mure in foriera, et tuta vìa la Piera bombardando, che proprio pareva una charavela de Portogai, titilli colpi trazeva ; et li nostri se feno sotto et comenzò a far una gran baruffa, tanto che preseno uno (tasso solo el monte, di’ è fra la Piera et la montagna, molto Ibrte et aspro, che a pena potevano condursi-. Ma la bataglia durò da hore 6 et piuj ; tamen li capetanij nostri non volse bombardar, chè, sentendo bombardar, quelli erano de là non veniva, el seria sta a mal partìdo. Et Ihoro aspelava se bombardase de qui, come era F honline; et dize certo cui li dava bataglia, se aveva certo la Piera, perchè quelli di là li haveva batu li fino a le mure, et morti assai di loro". Poi li vene nova, come veniva el socorsso de Trento, i nostri comenzò retirarsse, el non potè esser sì presti, che li cavali li comenzono esser adosso; el se partì uno squadron di spagnoli, zoè una bandiera, e li andò a l’incontro. I ditti cavali se ritirarono; et Ihoro vene poi al paso, et combalendo lutavia se reduseno valentemente, et fezeno da maistri di guerra, zoè il magnifico capetanio di le fantarie el li capetanij spagnoli. Non n’è morti salvo clic 4 di nostri, et feridi • altri 4 ; de li inimici assai. Ma non hanno manchado de questi di qui, che non sia stati tajadi luti a pezi, per non mandar l’bordine dado a execution; et, si facevano dar la bataglia, la Piera era noslra zerto, per esser mal fornita d’artelarie; meritano gran laude. Tegno la Piera Itabia Irato da colpi 800 et più de artilarie, et non hanno amazado nium, che s’è slado uno miracolo de Dio. Poi se ne venisemo a salvamento a Roverè. Zacharia Contarmi, di missier Alvise, subscrijtsi.