MDVIII, APRILE. 432 ordine expresso di la Signoria di far altro. Ò lassa Francesco in roclia e Bernardino di Ugoni, conlesta-bele, con la sua compagnia, di provisionati.... ; starò ozi qui, poi anderò a Gradiscila per regolar el tutto. Ho gran cargo con queste zente d’arme e stratioti ; si fa bulini, tulli roba, tutli manza e tutti atende a si, sì il picolo come il grande. Jo non voglio altro dia 3 bandiere slrazade et una bareta di pelle. Ho manda fin a Yspurch spie per saper quel si fa -r ò speso dii mio più di ducali 50 in mandar etc. Letera dii dito, di 20, borre 17, in Duìno. In questa matina partì’ di Gradiscila per Vignir a Monfalcon ; e per strada intisi, havendo sentito el capitanio di Duino nui andar a quella volta, haveva patìzato, con il proveditor Contarmi di l’armada, di darsi, salvo l’aver e le persone. E vini di longo. Trovai el dito proveditor partito per Pixam, e Vi-ccnzo da Riva andato con il signor Bortolo versso Triesle. Ò visto questo loco, molto bello di fora, ma dentro tristissima cossa; à bello contado e leritorio: loco de importanza per el sito ; se li provederà di custodia. Ò trovato esser sta messo dentro sier Piero Grado rigo, «di sier Gabriel, per il proveditor; el qual starà fin se li proveda di altri. Le ter a dii dito, di 27, horre 2 di note, in Duino. Ozi sdii stato a Monfalcon, e ateso aviar (ulte le fantarie a la volta di Trieste, a uno castello chiamato Proscch, lontani mia 5 di Trieste, con le quale è andato el signor Bortolo et è alozato lì. El qual castello non si voi render, per esser assai forte, e in loco che non se li po’condur le arlilarie; tamen si alenderà a far tutte le provision, non se vardarà a quella bichocha. Abìamo inbarchato le artclarìe; poi son venuto a Duino per aspetar oritene. E tulio è preparato; si à messo ozi con il proveditor di l’ar-mada ordine a tutto. A horre 22 ò auto le letere di la.Signoria, di la diliberation di andar a Trieste, re-metendola sopra le mie spale; la qual cossa mi fa star molto suspeso, perché dice tuor dita impresa e con securlà di le zente nostre. Ò mandato la teiera al signor Bortolo a Proseeh, acciò lazi, come capitario, quello li par. In questa borra si à scrito a li stratioti e cavali lizieri, venga a questa volta, aziò sabado,. a dì 29, si possiamo acatnpar a Trieste. 208* Tutto ozi son stalo a far inbarchar l’arlilaria a San Zuanne de Duin per Trieste ; ma questi triestini hanno ben preparalo la terra, e il castello sta mollq obslinati a non volersi mai dar; tulta volta faremo il tutto de. Ne bisogna polvere, balote e scale ; et volcmo impiantar 18 pezi di artilarie a Trieste, con quelli basilischi di l’armada, sì che bisogna più di 1000 barili di polvere al zorno. Francesco voria venir da mi ; solicita si fazi etc. Sumario di letere, di 22 aprii 1508, in Alla, 209 di sier Zacharia Contarmi, di sier Alvise, a sier Cabrici Emo. Ozi, da poi manzar, el montò a cavalo el nostro capitanio, con il provedador Emo et altri, e andase-mo tulli in la valle de Brentonego, e lì andasemo vedendo Mori e Ravazon bruxado. E in questo corse uno a cavallo et disse, come a Luo del Caxal, che xè una villa, ne la qual ne sono alozadi 100 cavalli di homeni d’arme, e per mezo a una altra villa di là di P Adexe ne sono alozadi zercha 800 guasconi, i qualli bona parte erano pasadi di qua, et se apizò con uno nostro homo d’arme, e eomenzono a menar le mane; et hanno essi guasconi spogliado li ho-meni d’arme et feridi parechij di llioro, toltoli le arme et getade nell’ Adexe, et svalizadi (ulti li soi alozamenti. Etiam qui, per mezo Alla, altri guasconi si havevano messo in arme, e volevano passar di qua et sachizar Alla; et li spagnoli, a la Chizola, si erano in arme, et noi, venendo zoso da le Corone, ne tol-scno la strada, sì che ritene il proveditor e tutti nui, tino vene el suo capitanio. E tutto fanno, perchè non sono pagati da Fratiza, et la neceessità li fanno far ogni mal. Sono cosse mollo pericolose et stranie. In vero, si toleseno qualche bulino, certo i se taglieria-no a pezi conio cani, per esser zente senza discre-tion, el voleno far a suo modo. Zercha le cosse di qui, tegno non se tarano cosa alguna. In questa ma-tina vene una spia, la qual disse come in tutti questi lochi ne sono da fanti 1000, el atendano a fortifi -charsse a Trento et tagliar strade, si che hanno una gran paura, credendo che eri da sera se facesse etc. ; ma hanno indusiado fino ozi. E da poi s’è innovato altre cosse; prima de la tagliada de erri, morto più genie di quello scrivo di sopra, la qual intravene per uno «irò di vino. Hanno fato questi guasconi di gran crudellade, et morti de 5 in 6, feriti più di 20 de’ nostri e qualche uno di soi ; ma hanno svalizado tulli li nostri et fino far presoni, cosa molto pericolosa ; et, si non si fanno altre provixion, dubito di qualche gran desordine. Etiam hanno deliberado de