r.73 MDVIII, Ll'CUO. ventura, ¡illeso ili la guerra. Et |>er uno, vieti ili lì, ha, il re non è sta contento di sta trieva et farà guerra. Di Faenza, di sier Alvise Capelo, prove-dador. Come a Bologna il Cardinal legato havia eliiamà li 40, et dìtoli ilovesseno esser boni Pioli di la Chiesia ; et che li 4 erano sta fati morir per soi demeriti, et si saperà poi eie. Item, quel domino Alexandro di Pepoli, fo relasato, sì era partito e andato ad habitar a Modena. Item, si fabrieha a furia il palazo di Marascoli, li qual tornano in Bologna etc., ut in litteris. Di Ferara, dii canzelier dii vicedomino, perchè ancora sier Francesco Orio, va visdo-mino lì, non è zonto. Avisa queste cosse di Bologna ; e come erano sta trovate gran numero di bo-letinì per la terra, che dicevano : 0 populazo, perché non vi movete contra questo bardasa, mariol etc. ? come dirò di solo il boletino. Di Riva, di sier Zuan Antonio di Renier, provedador. Come, per relatione di alcuni, venuti di sopra, tulli à piacer di le trieve etc. Fu posto certa taja, per una letera di sier Alexandro Bolani, podestà e capetanio dì Fellre, di uno voleva violar una zovene, lei non volendo, l’amazò, che chi ’1 deva vivo et morto etc., ut in litteris. Fu posto, per li savij, dar ducati 50 la prima sera al signor Bortolo, poi ducati 25 al dì fin starà qui. Sier Mareo Bolani, sier Francesco Trun, consierì, et sier Piero Capello, etiam consier, messe clic ’1 primo zorno se li fazi le spexe per le raxon vechie, poi siali dato li ducati 25. Parlò, per la soa parte, sier Antonio Trun, procuralor, savio dii consejo. Andò la parte : 40 di 3 consieri, il resto di savij ; et questa fu presa, videlicet 104. Fo cliìamà 35 nobeli patricij, doclori et altri, tra i qual .lo Marin Sanudo, ad andar domcnega a Mar-gera, conira il signor Bortolo; poi altri 30, tra i qual cavalieri et altri ili pregadi, e di più età, andar a San Piero di Castello, dove sarano li piati, et Io condurano a Santo Antonio, dove sarà il bucintoro. Et fo invidà il senato con il principe etc. Fu posto, per sier Antonio Trun, procuralor, savio dii consejo, atento li zudei haveano compilo li soi capitoli, et dovendo pagar quello pagano di lanse e decime, è bon confirmarli per altri anni... ; et sier Antonio Trun parlò, dicendo lui li havea persegui-tati, fato portar barela za Un, posto a pagar decime etc., tamen voi far raxon a tutti. Or li savij volseno rispctw a exaininar dilli capitoli, et rimesso a uno altro consejo. Fu fato seurlinio di uno provedador a Goricia, per uno anno, con li ducali 40 al niexe noli. Rimase sier Piero Veuicr, è di pregadi, quondam sier Do-nienego. Il scuriimo sarà qui solo scrito. In questo zorno gionse qui sier Zorzi Corner, el cavalier, vien provedador zeneral di campo, con gran viloria. A Margera andono assaissimo barche et assa’ numero di zenlilliomeni, et Ira i qual do procuratori, sier Toma Mocenigo el sier Domenego Trivisan, cavalier. Et esso sier Zorzi vene con una cadena d’ oro, acompagnato da alcuni condulie-ri etc. et sier Francesco Mocenigo, pagador. El montato in barella, con le trombe avanti, mirò in Vene-tia; e tulli cridava : Corner! Corner! Viloria ! Viloria ! El poi, venuto zoso pregadi, tulli andono a caxa a visitarlo. A dì 8. La malina el preditto sier Zorzi fo in colegio, vestilo di reslagno d’ oro ; el vene per terra, acompagnato da’ procuratori et altri patricij, più di 300. Et referì zercha horre 4, laudando il signor Bortolo di solìciludine e faticha el non stimar peri-culo ; ma è colerico assai, e chi sa vìver con lui non è niente. Laudò il signor Piero dal Monte, Renier ¡U la Saseta, Vitello Vitelli, Guido Guain, Zuan Francesco d’ Ascole et Romeo di Pepoli, et sopra tulli Latautìo da Bergamo, di fede, et aver tenuto la compagnia benissimo in ordine. Di altri contestabeli disse, robavano li danari di la Signoria etc. El laudò Gnagni dal Borgo et Gnagni Pìncone et altri ; el di condutieri, domino Antonio di Pij et domino Jacomo Secho. Disse dii conio Zìian Brandolin el Francesco Berardo. Laudò sier Pollo Contarmi, fo sora i slra-tioli; item, 3 soi secretarij aulì: Zuan Francesco Bonetti un tempo, Zuan Ruosa, el cogitor Marco Antonio Orsso. Laudò sier Ilironimo Contarmi, provedador dì l’armada, sier Vicenzo da Riva e gli altri sopracomiti, sier Marco Loredam, capetanio di lo galie bastarde. El laudò sier Zustignan Moroxini, provedador a Goricia, qual si porla ben a le fabrj-che, et sier Donà da Leze era a Cremons, sier Andrea Loredan a Udene. Laudò sier Francesco Moce-nigo, pagador, qual à riporla indrio zercha ducati 400. El laudò domino Ilironimo da Sovergnan, che era venulo con lui qui, si ha risicatalo di lodeschi per ducili 1000. Resta sier Ferigo Contarinì, quondam sier Nicolò, qual si à mandà a r¡scalar per ducati 250; et sier Lodovico Contarinì, quondam sier Imperiai, lui sì à tolto taja ducali 2000. Scusò sier Piero Gixi, era in Cadore, non à colpa, era sollo con una feiuena, pregò quelli volesseno venir in castello. Disse di la viloria di Cadore, e di corpi di lodeschi,