42!) MDVIII, APRILE. Letcra dii dito, di 23 aprii, borre 18, in castello de Goricia. • Frater carissime. De qui pocho ze più di novo. Quello si farò di qua adrieto, dipenderà dal voler di quelli di là, perchè credo el proveditor non torà' altra impresa, se per la Signoria non li sarà comandato, parendomi che da lui habi fato asai; e, si vorano più oltra se vadi, potrano comandarlo et mollo bene sarano obediti. Questa terra è fortissima di sito e assai ben forte di mure; vero è che, per cl magnifico prove-dilore et governatore, sono sta ordinati alcuni torio-ni, molto ben a proposito e con pocha spexa, pur che quelli a cui dia aver questo cargo, vogliano obedire et exequire. De la roeha certa cossa è che per mure et sito P è assai ben forte, ma con una miseria la se faria inespugnabile, e più con minarla che con altra spexa. Bisogna si mandi qualche capo con 100 murari e tuli li bisogni soi, acciò quello se ha a far in anni et mesi si lazi in zorni, perchè questo Iodio è da meter gran diligenlia a custodirlo et fortifìcharlo, per esser una de le porte de Italia, per la qual li poi mirar più di una sorte di barbari ; el le spexe se ha a far in Udene, Gradiscila el altri lochi oportuni a tal bisogni, è redula in questo sol locho, e, questo custodito, tulio è ben guardalo; perhò bisogna soli-citar la Signoria etc. Vedo che de altra banda non si alende, salvo da la nostra. Jo assai mi alcgro, e ringralio Dio ne habi concesso lanla gloria; ma vo-ria etiam da ogni canto cussi si prosperasse. Nui si liavemo visto mollo di mala voglia, per il pocho numero di zcnte erano nel nostro exercilo. El magni-207* fico provedilor è ancora doglioso, nè poi andar senza do che ’1 lenga ; ma pur sla meglio. Vedolo mal volentieri partir senza di me; perhò solieita sia fato uno in mio locho, o ver sia comandato che qualche altro sia messo, azò el possa seguir, si per la sanità soa, qual per levarli qualche caricho, harà bisogno di me. Letcra di sier Zorzi Corner, el cavaiier, pro-vedador generai, a suo fiol sier Jacomo, data in Gradischa, a dì 25 aprii 1508. A ciò che li sapi le cose che ocoreno a la giornata di le bande de qui, ti aviso come ozi io mi parti’ da Guritia, e sono venuti qui a Gradischa per sta note; et damatiria a bon’ ora mi partirò di qui e anderomi a la volta di Monfalcon, aviandomi tutta- via a Duin, el qual spiero che subito si renderà ; e in questo interim aspcterò quello mi eomandarà la illustrissima Signoria. Solieita sia fato in loco di Francesco, che l’ò messo in castello di Goricia. Ho messo cl vostro Lodovico Coniarmi in uno,castello, chiamato Vipao, belctissimo et di qualche importanza ; et questo ho fato solo per render ben per mal. El qual castello si è lontano di Goricia mia 20, versso Lubiana, lo mi sento pur uno poco meglio. Letcra di Pordenon, di sier Zuan Foscarini, capitanio, di 25 aprii, al dito sier Jacomo Corner. Cugnado carissimo. Di questo loco non ze 0 di novo. Io son ben visto, e mi forzo acharezar ogniuno e honorar se-gondo voi el dover, nè son per manchar in tulle quelle cose potrò. Ozi è il zorno di San Marco; qui è una bella chiesia, la qual si dimanda la chiesia di San Marco, dove che in tal zorno si fa una bella festa, e se lira el stendardo in antena mollo solene-mente, zoè se tirava quello di la majestà cesarea, lo qual era acompagnado da liomeni 200 dii paese ; io ò fato tirar quello ilei glorioso San Marco, son stado acompagnado da homeni 300 ben armadi e ben in bordine. Se hanno fato gran fochi eri sera in questa terra, sì per la festa di ozi, corno etiam per la viteria di Goricia, tirando assai artilarie per la terra, perchè questi citadini tuli hanno artelarie in casa sua. Ozi se fa una bella fesla di baiar e altri apiazeri, si che di (pii si sta in feste, .lo son in spada c capello, si havesse a star qualche dì di qui, mi vesti-ria etc. Desidero aver il titolo, facendosi in loco mio; e quando fui in Cadore ebi il titolo, che mi fu grato assai. Letera di sier Zorzi Corner, el cavaiier, prove- 208 dndor generai, a sier Jacomo suo fiol, data in Goricia, a dì 23 aprii 1508, posta qui per eror. Ozi fici dir una messa in la chiesia di la terni, solenne, eli mi fici portar di rocha, et sopra il me-sal diti sacramento a tutti quelli principali di fedeltà et omuzo a la illustrissima Signorìa nostra, e tulli tulssi in nota et li ho mandati a la Signoria. Li saldati e fanti si duol, bisogna trovar modo de satisfarli, o per via di uno tajon a la terra, o farli uno presente di danari a li capi, .lo vado ordinando le cosse che accade, e a le fabriche fazo. far uno lurion ; aspeto