329 MDXIV, DICEMBRE. 330 sopradite, e come atende a questo. Item, ha uno aviso, a Verona è resta sohm fanti 300, et 700 to-desehi che erano lì è partili per andar a Modena, tamen par siano fali restar a Hostìa, etc. 198 Di sier Zuan Nadal Salamon e sier Marco Antonio Callo synici da terraferma (di Levante) da la Cania, di 28 Septemlrio. Dii zonzer lì, partili di Cypro. Et scrive contra sier Zuan Paulo Gra-denigo luogotenente di Cypri, che ha scrito conira di loro; et di quelle occorentie scriveno diffusamente. Et li Gai di X fono assà in Colegio con li proveditori al sai, zerca vendede de sali haveano parti lo ; tamen nulla fu fato. Fo termina in Colegio: che sier Piero Pasqua-ligo dotor et cavalier, qual è a Chioza aspetando il suo collega sier Francesco Donado el cavalier qual non poi partirsi per esser amalato, vadi di longo a la sua legalione in Franza ; va a Ferara e de lì Parma e Piasenza e poi verso Zenoa. Da poi disnar fo Consejo di X con la zonla. Et fu preso di vender li molini di Treviso e ruode ... quali danno d’intrada ducali... a l’anno, et li governadori de l’Inlrade li vendino al publico in Rialto. Item, fono sopra padoani e trivisani fati venir di qui, in queste novità pasate, li quali non hanno molta colpa et crepano da fame, et altri voi darli li-centia vadino a repatriar, altri non voi prò mine. A dì 20. La matina vene in Colegio 1’ oralor di Franza, et fu con li Cai di X, et poi parlò per cosse parlicular. Di Padoa, dii capitanio generai et proveda-dor generai. Zerca danari e altre occorentie; ma nulla da conto. Et fu dato longamenle per la Signoria audientia, per le feste. Fo dito una nova, per letere parlicular, tamen non si dice di dove, che li janizeroli haveano messo a saco il casandar dii Signor, et il besestam, che è signal il Signor è sia roto; tamen non è teiere di questo alcuna in la Signoria nostra. A dì 22. La matina fo letere di Roma di l'o-rator nostro di 17, qual scrive mandar letere di Franga di Vorator nostro di 28 Novembrio, et 5 Dezembrio da Paris, tamen quelle di 5 non mandò et si dimenticò, et si dice il Re di Franza è andato in Picardia con la Raina, e altre particularilà. Noto. Di Roma, per le letere di 15, si ave. 11 primo concistorio el Papa feva vescovo di la Cania, in loco di domino Bortolomio Merula morto alla Cania, qual era col Cardinal Corner, sier Aguslin Doiiado qu. sier Antonio el cavalier, fo auditor nuovo, el qual in questi zorni si partì di qui e andò a Roma, dove etiam ha uno fradelo menor di anni che ha beneficii per ducati 500, et questo vescoado vai ducati-. .. . Noto. In questi zorni, domino Tadio da la Mo* 198* Iella, fu condulier nostro, foraussilo di Brexa, qual con la sua fameia era a Padoa, comparse con do so fìoli a la Signoria, quali non fanno più el meslier dii soldo, dicendo non poter viver, et li fo dato la casa di la Signoria a la Zucca, era dii signor Pan-dolfo Malatesta, ad habitar, item alcuni danari. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et fono per expedir li padoani c trivisani, et data licentia a zerca 25 padoani ritornino a Padoa. A dì 23, la malina nulla fu da conto. Letere di Cavargere di sier Andrea Bondimier capitanio. Come è solo etc. con la so barca ; i ninnici mi-nazano venir de lì et si provedi. Nolo. Di Maran in questi zorni se intese erano sohm 200 fanti tedeschi restali, el partili 250 boemi per aver danari e tornano in li soi paesi, el a li restati è sta dato Marcelli 4 per uno etc. Da poi disnar, fo etiam Consejo di X con la zonla, et compiteno expedir li padoani numero 40 che vadino al suo piacer a Padoa, el alcuni trivisani. Nolo. Fo dito si ave letere, el signor Renzo esser zonlo a Piasenza ; sichò passerà la note a dì..., per po andar a Crema, tamen non fo vero. A dì 24 Domenega. Fo la vezilia de Nadal. Vene l’oralor dii Turco a la Signoria vestito con la vesta di alto basso, e li soi di scarlato et seda, juxta il consueto, et il Principe li locò le man dandoli licentia, e la letera in risposta se li darà drizata al Signor turco, boia d’oro, et volendoli dar il presente ducali 400, lui non li ha voluti, dicendo volerne 1000 sicome bave l’altro orator fo qui ; et cussi si partì di Colegio malcontento. Et essendoli dito si diceva il Signor era slà roto dal Sophì, disse tanto puoi esser questo, quanto che una lanza sia messa in uno saco. Era con luì sier Leonardo Bembo baylo et altri ; se li dà uno gripo grosso, qual lo bulerà a Corphù. Di Raglisi, se intese esser lettere di sier Alvise Foscarini di sier Bernardo, mercadante de lì, di 10 di questo, a suo padre. Scrive come ha aviso dal medico di Bosina, esser venulo do ula-chi con nove: ch’el condilo dii Sophì fo solum 40 mila combatcnli in arme bianche, el non era il Sophì nè il fìol di Achmat nepote dii Turcho, et il Signor turco fo vincitor ; poi iterum fono a le man, et il Sophì era in persona, et ha rolo il Signor turcho, et