205 MDXIV, novembre. Da poi, una altra chareta de drapo d’oro et ve-luto morello figurato, coperta, cum sei cavali forniti del medemo drapo, cum cinque damiselle dentro. Apresso li erano sei altre damiselle sopra le chi-nee, fornite di veluto morello cum sui stallieri. Seguiva da poi l’altra charetla cum sei cavali, coperta et fornita de veluto morello; et post quella, diese altre damiselle sopra cliinee fornite de veluto morello con franze de seda bianca e turchina. Ha facto condurre grandissime tapezarie d’oro et de seda, che mai fu vista tale beleza, cum le arme di Pranza et de lngaltera ligaie insieme. Ultimo loco, 200 arcieri, vestiti, cioè la terza parte de ziponi de zendalle verde, cum robe di sopra di pano di zaneto corte, bigarade di veluto negro cum li cappelli pellosi rossi ; la segonda et terza parte vestita de ziponi negri cum sugli beretini, sive camel-lini, et in testa cappelli bianchi pellosi ; gli ultimi erano con sagioni negri, et cappelli berelini, tutti a dui a dui piocedendo ordinatamente. Non prenda aduiiratione vostra reverendissima signoria, se ogni cosa quasi se scrive in superlativo grado, che ancora è più che non se scrive, et a gran gloria di questa Hegina. Madama, per sentirse alquanto indisposta, non ha possulo andare insino fuora de la terra ad incontrarla; ma 1’ ha trovala a mezo di la piazza, et 1’ ha acompagnata al palazo suo. La sera,post cena, ge son facte inlino al cielo gran feste, danze et soni; nè altro piace a la Hegina, secundo dicono li sui, che de aldìre cantar, sonar, et danzar. Da l'altro canto de la terra, se apizò foco molto de mala sorte, et è brusato qualro case quella sera medema a nui vicine, el qual non ha possuto nocer perchè era la riviera in mezzo, quantunque facesse grandissimo vento, quale portava il foco verso le case a nui vicine, et molto più sopra la casa de Fam-bassator veneto; ma credo che le oratione nostre ne habino salvato. Non eramo senza paura noi altri italiani, per la vicinità et per la sorte di quelle casi-pule, tuttavolta Dio ce ha exauditi. Fece magior processo che non haveria facto s’el se fusse lassato dar a le campane, dove si restò per non turbar il He ne li piaceri sui, et le persone non sapendo, non poteno socorer. Altro non c’è per hozi. Data in Albavilla, a dì 8 de Octobre. Per l’altra mia de Iteri, vostra signoria reverendissima vederà quanto c’ è occorso. Questa malina, cercha una hora e meza de giorno, havendosi a con-junger insieme ¡1 Ile Chrislianissimo et la Regina Maria d’Inghiltera, el consumar il matrimonio fra loro, la prefata Regina, accompagnata dal ducha de Cribrili, dal marchese Darselli, dal vescovo de Du-resine, dal conle di Soyre, monsignor Maniagri, monsignor Learnande et altri sui signori et cavalieri, tutti a dui a dui, ben vestili chi de drappo d’oro et chi de velulo, damaschi et satini, ma la mior parte de loro erano vestiti de drapo d’oro, chi de certa sorte el chi de un’altra, fodrate le robe per la major parie de bellissimi martori, et chi d’altre bellissime fodra-ture d’altra sorte, che non erano a l’intrata, tutti con collane d’ oro grossissime, dico che ad alcuni gravavano ad portarle, chi ne haveva di semplice al collo, ma grosse, et chi duplicate et triplicate, et tale ne havea duplicate sei volte, et tale altro ne havea de largeza de uno palmo, et de gran longeza che mai fu vista tanta. Avanti la prelata Serenissima Regina, andorono li 25 cavalieri ad dui ad dui ordinatamente, el apresso li erano li prelati duca de Orforlh el marchese Darseth cum li altri conti et baroni sui, lutti cum li boneti in mano; apresso seguivano le zentildonne et damiselle, che 1’ havea cum lei, che erano 12, l’una post l’altra in mezzo de doi zentilhomcni ciascuna, cum li boneti in mano, che le acompagiiarono inlino in la camera del Re, dove poche altre persone poteno mirare, salvo li principi de Pranza el i cardinali d’Aus et Bajocense, quale celebrò la messa, qualche episcopo, baroni, capitanei, et qualche maislro de casa. Del modo servato in la camera et cerimonie, 10 non posso saper de scriver, perchè non vi poti intrare; ma intendo questa maliua il Re fece in la sala sua aparechiare la messa, dove vene la Regina \<^\* acompagnata davanti da settanta tra trombeli et gentilhomeni englesi. El Re si levò lo boneto ; la Regina fece una reverenlia infino in (erra, et lo Re la basò, et lo thesorier Rubertelh presentò al Re una collanella quale ha dui belli zoielli, et la Sua Majeslà la mise al collo a la Regina, et cussi se disse messa. Le due candele se tenivano per monsignor de Vandome et l’altra per il principe de Vandome: quando el He hebe basalo la pace a la messa, basò la Regina. Finita la messa per monsignor deBajus,dete l’Oslia benedetta, la mità al Re et l’altra a la Regina, quale la basò, poi la mangiò, et cussi la Hegina partì cum una bella reverenlia. Li gentilhomeni del Re erano tuli, da la camera del Re infino dove se potevano estender, tutti a la bella fila cum le mazze in mano, et da poi loro erano 11 arcieri de la guardia in gran numero che facevano un bellissimo veder.