35 MDXIV, SETTEMBRE. 3G fosseno ¡conte il campo zà saria mosso, eie. Et Con-sejo di X siete suso con la zonta, e Colegio (in hore tre di note; et fo lelere di Udene dii Badoer loco-tenente, di quelli successi. Fo spazi in questo Consejo di X con la zonta quelli soldati presi, videlicet Cristoforo Decechin vicentin confinato per anni 10 in Candin, qual ha auto 10 scossi di corda et nulla ha confessalo, altri che erano banditi et si exeguirà il bando, altri non spazati. A dì 12 la matina. 11 Principe, juxta il solilo, non fo in Colegio. Di campo, fo teiere di sier Domenego Contarmi provedador generai, di eri sera. Prima li ordini tutti dati per il signor capitano, quali saranno qui avanti scriti : et come lui provedador è restato in campo, et che a hore 22 comenzò a partir parte di le zente, et il signor capitanio zeneral partite a hore.....di noie, con le zente prima dii suo co- lonello aviate, con bordine tulli ad un tempo dagino questa note dentro : sichè di quanto seguirà, aviserà subito. Vene l’orator di Franza in Colegio, al qual li fo comunichato questa cavalchata, dicendo, se Dio ne dona viloria, sarà gran ben et spazati spagnoli, e lui pregava Dio seguisse etc. Di Udene, fo ¡etere, e di Treviso, Alexandria, Liesna ed altri luochi, che fono lede in Colegio. 11 sumario scriverò di solo. 19 Copia di una letera scrita per Thodaro Dal Borgo, date nel Castel de la Frata, a dì 9 Septembre, a sier Piero Mareello provedador generai in Friul. Magnifice ac generose domine major pluri-mum honorando. Questa matina a l’alba me partii con lo strenuo domino Manoli Clada, el vegnisseno a la volta de Latisana; riposassemo apresso lo ponte diPalazolo, et li parlai con alcuni de li villani, li quali confortai ad esser fedeli servitori di San Marco, et ne avisasse de li progressi de li inimici. Et da poi vini a Lalisana et lì trovai tutti quelli homeni da ben, li quali tutti ne risposeno esser veri marcheschi ; io li dissi che era venuto per star a Aris con 150 cavali, et che il magnifico missier Hironimo feva adunanza de homeni 1000 per mantenir quel loco, et socorer Latisana et tulli li lochi circunvicini. Pareva che tutti slesseno di bona voglia. Stato che fui circha una bora, me partite, et vini a la via di Palazolo per veder li ponti, li quali la matina voleva far minare. Quando fui apresso cercha un miglio e mezo, in Io boscho de Prescnis, quelli tristi da Palazolo erano stati a Marano et haveano facto intender l’andata mia de là. Li inimici veneno con zercha cavali 120, con tre bandiere di fanti, el lì me afrontorono. Da doi in tre volte li reculassemo; da poi li fanti soprazonseno con certi homeni d’arme, ne fu forza ritrarse per miglia doi sempre combatendo con loro; ultimamente me fu forza intrare in Latisana. Ad un tracio fossemo li inimici et noi in sul ponte. A mala pena alzò lo ponte. Quando fui dentro di la terra, corsi atomo alorno le mura, quelli de la terra non vol-seno pigliar le arme. Visto questo, dubitai che non ne desseno in le mani de li inimici ; comenzai a far passar li cavali lo Tajamento, parte in barella et parte natando, ultimamente passai in persona da novo la terra per veder se volevano pigliar le arme, che io saria ritornato in la terra con tutti li mei homeni, da poi che haveva salvato li cavalli de là del Taja-menlo. Quando fui zonto in la terra, solo, loro haveano aperte le porte a li inimici, me derono la caza fino sopra l’aqua, saltai in uno certo balello et passai. Loro con li seliiopeli drielo me feriteno...... cavali in su la ripa. E montai a cavallo con compagni G5, e son zonto in Frata in casa di missier Bernardino di Valvason. Domani in l’alba montarò a cavalo, et tornarò ad Aris. Bisogna che la magnificenza vostra manda più zente che sia posibile per ruinar lo ponte di Palazolo, aliter tutto questo paese scrà a focho et fiamma et rumato ; sichè la signoria vostra proveda. In Latisana ne sono rimasti cavali odo senza li homeni, et hanno preso tra stradioti et balestrieri cercha altri odo, et di loro ne sono restà morti 7. Altro non è al presente. Se racomandemo a la magnificenzia vostra. Ex castro Frata, die 9 Septembris, a hore una di note, 1514. Jo Tiiodaro Dal Borgo feci scrivere. A tergo : Magnifico ac generoso domino Pe-tro Marcello provisori generali madori pluri-mum honorando. Scrive mò’ il luogotenente di la Patria sier Jacorno Badoer, come in quella matina, ch’è 11, il provedador, con il governador, eh’ è il cavalier di la Volpe, si atrovono a Rovignano apresso Latisana per andar a Latisana per veder di haver quel Iodio, dove