327 MDXIV, DICEMBRE. 328 Spagna non se impazi conlra il re di Pranza, altramente li intima la guera; et altri avisi ; et ch’el voi dar Parma e Piagenza al duca di Milan. Item, par il re di Franza col re d’Ingallera el dì di Sijji Toma se dieno abocar insieme. 197 In questa matina, domino Petro Bembo orator pontificio partì per Padoa, per andar a veder la for-tificalion di quella terra. Vene l’orator di Franza, el parlato con lui sopra queste Icterc di Roma aule, etiam lui monstroe sue letere di Roma, adeo fo terminato scriver ozi col Senato in Franza, et fo comanda Pregadi molto tardi, adeo tutti si meravegliava quello voleva dir questo Pregadi, cussi tardi. Da poi disnar adunca fo Pregadi, lelo le letere di Constantinopoli. Di Padoa, di eri sera, dii capitanio menerai e dii provedador Coniarmi. Dii zonzer eri a hore 22 lì. Item, i nimìci alozati sopra il Polcsene; et manda li alozamenli dove i sono, nome per nome. Item, si mandi danari per queste feste per pagar le zente d’arme; et altre particularità ut in litteris. Di Crema, di sier Bortólomio Contarmi capitanio di IO. Di quelle occorentie. Et si mandi danari, et stanno con pericolo quelle cosse etc. E nota, li fo mandi danari per horneni che li porta adosso. Fu lelo le letere di Roma con la solila credenza, di 15, mandati Inora li altri secretari che non intra in Consejo di X. Fu posto,;per li Savii, d’acordo, una letera a 1’ orator nostro in Franza, con questi avisi, esortando il Re a venir presto a l’impresa, et che, benché ne sia fato partidi assi, tamen si ne dasse tutto il Stado nostro e di più non volemo romper l’alian-za e volemo esser con Soa Maesti etc. con molle parole optime di la fede nostra. Et fu presa di tulio el Consejo, e di questo fo comandi gran credenza; tamen si doveva cazar li papalista, et questa era la dreta. Fu posto, per li Consieri e lutti Savii, che sier Piero Trivisan qu. sier Andrea data Dreza, qual è stato absente di qua, nel tempo é sii fuora non so-toslagi a pagar (anse alcune, come è sii fato a sier Vetor Pisani qu. sier Francesco ; a l’incontro sier Francesco Foscari el consier, messe fusse suspeso dito suo debito per uno anno ; et andò le parie do volte, et niuna fo presa. Fu posto, per li Consieri, dar il possesso dii ve-scoado di Arbe, vacado per la morte di domino Lodovico Malombra, a domino Vincentio Nigrosanti faventino, auto dal Pontefice: ave 3 non sinciere, 2-i di no, 94 di si. Fu posto, per li Savii, dar conduta a Malatesta Baion di homeni d’arme 100, per anno uno di fermo, et ducati 1000 di provision per la sua persona; et fu presa, tamen par lui habbi dimandalo 150 ho-rnini ; d’arme et ducati 3000 a l’anno ma per la parte posta, non si poi dar più di 100 homeni d’arme. Fu posto una gratia di sier Bernardin Michiel, di sier Mafio, qual è debitor di la Signoria nostra, fu sospeso per anni do : 35 di no, 135 de si. Et Pregadi vene zoso a hore una e meza di note. 197 * È da saper, in questa note pasata fo grandissimo vento el mar, adeo a hore 8 la nave di sier Galeazo Similecolo di bote 300 sora porlo, la qual è venuta di Cypro con slera 2500 orzi di rason di la Signoria nostra et goloni sachi 17 di Corneri di la Pi-senpia e altri, si averse et andò a fondi, et di 11 homeni che era suso, 9 si anegò, et do, li più tristi, scapolò sora Lio. In questa malina, in Rialto, fo publicà una taia presa in Quarantia per certi ladri stati nel monastero di San Marco e Santo Andrea a Muran, e roto una fanestra di fero dii camin robono a tempo le monache erano levate a matutin, alcune robe lasate in salvo di sier Pietro Pasqualigo andato oralor in Franza, et cerca ducali 300 erano in uno deposito di uno Manoli greco. Et questo fo Dome-nega de note, che si partì la matina dito sier Piero Pasqualigo per andar in Franza, et la badessa sua zermana, fo fìa di sier Marco Pasqualigo, zovene dona, da paura e meninconia de lì tre zorni morite. A dì 20. La malina, hessendo questi zorni venuti in Colegio molti per nome di contadini dii Mestrin, tra li qual domino Almorò Bardolin el cavalier ci-tadin di Mestre, qual è stato podesli a Mantoa, di li danni fevano li fanti ha conzi di qua el signor Renzo, molti de li quali slrusiano grandemente li villani, et per removerli fo terminato mandarli parte a Vizenza, dove è zi andato sier Nicolò Pasqualigo podestà et capitanio et i nimici non vi sono e si tien a nome di la Signoria nostra, el vi va in numero . .. soto el Cagnolin Mafio; altri anderano a Bassan soto Andrea de l’Amatrice, et altri a Citadella solo Sa-vasto da Narni. Di Padoa, dii capitanio menerai. Zerca taie scosse di Valdagno, Schyo, Marostega etc. Et si mandi danari per pagar le zente d’arme;zoè per queste feste voi al tutto ducati 5000, tamen la Signoria li voi mandar solnm ducali 3000. Et cussi li fo mandali, ma il suo Martin ne voleva 5000. Di Vicenma, di sier Nicolò Pasqualigo podestà et capitanio. De occurrentiis, et zerca le taie