Ili MDXIV, OTTOÌ3KE. 112 col favor dii re di la Dazia, cugnato di esso Archidu-clia. Itemi, il Re à lelere dii suo agente e da l’Im-perador: seguiria l’acordo di l'Imperador con la Signoria nostra. Fu posto, per li Savii d’acordo, una letera al dito orator nostro in Ingaltera : come li havevano scrito per avanti li avisi di Crema, liste, e li rimandano, e questi di ozi, e ringratiar debbi la Regia Majestà di la bona mente l’ha verso la Signoria nostra, e sopra questa materia, ma nulla da conto ; et fu presa. Fu posto, per li Consieri quatro, elezer do pro-vedadori a trovar danari in loco di sier Alvixe da Molili e sier Zacaria Dolfin hanno compito, potendo esser electi de oficio continuo e di Colegio, e quelli hanno compiilo ; unde andò in renga sier Alvixe da Molin, dicendo non poi più haver quello cargo etc. Poi ctiam parlò sier Zacaria Dolfin, che tutti dia participar li cargi. Andò le parte : 15 di no et 154 de si, et lato il scurtinio, li ditti fono tolti e cazeteno. Rimase sier Lorenzo di Prioli fo consier, e sier Stefano Contarmi fo consier, soto sier Zorzi Corner el cavalier procurator, e il scurtinio sarà posto qui avanti ; i qual è per mesi 6 con pena, e possi venir in Colegio e meler parte in Pregadi; e di trovar danari per altra via che per decime e tanse. Fu posto, per li Savii, una parte che le decime do et do meze tanse, prima et seconda, che sono a la Camera d’imprestidi, doman perii cassieri siano tira le marelle, e si scuodi per tutto il presente mexe con 5 per 100 di pena; e li ofìciali a dita Camera di imprestidi vendino li beni di debitori come et a quella condition si vende quelli di le Cazude, et siano poi mandati li debitori restanti a le cantinelle a li Governadori passato el predito mexe, dove siano scossi con le pene consuete. Ave 26 di no, 127 de sì, et fu presa. Fu publicato una parte presa nel Consejo di X, che soto gravissime pene niun procuri di farsi nominar nè voler di la zonta dii Consejo di X, presa dii 1510; e questo fu fatto, perchè nel far di la zonta a questo Consejo di X è stà fato procure, et ne man-cha uno a far in luogo di sier Polo Antonio Miani è intrato dii Consejo di X ordinario, aziò si observi la la leze. Fu poi posto, per li Savii d’acordo, una letera al capitanio zeneral. Et è da saper, per Colegio questa matina li fo scrito che el persuadevemo andar riservato, fino che con il Senato si scriverà ozi s’il dia andar con l’esercito in Friul over non. Ilor al presente se li scrive che, consideralo ben il tutto, con-fortemo la excelenlia sua per adesso non voglia an- dar, ma slar a veder come seguirà le cosse di Lombardia, et quello farano spagnoli inteso arano il levar dii nostro campo; et vogli dimorar in qualche bon alozamento, con allre parole ut in litteris. Et sopra questo fo gran disputatone. Parloe sier Antonio Grimani procurator, qual voria l’andasse havendo lassà bon presidio a Padoa e Treviso. Li rispose sier Andrea Griti procurator, savio dii Consejo. Poi parlò sier Polo Capello el cavalier, Cao di X, qual voi l’impresa. Poi sier Marin Zorzi dolor, che non senle. Poi sier Zorzi Emo savio dii Consejo, e disse di la monstra fata et si credeva laudasse, perchè laudò l’exercito e la monslra, tamen non si lassò intender; pur è in parte. Poi sier Zuan Trivi-xan el consier, et disse non era bon l’andasse in Friul e saria in pericolo Padoa etc. Et sier Piero Capello et lui sier Zuan Trivixan, inlrò in parie. Poi sier Lucha Trun Cao di X, che lauda andar in Friuli, e respose a tre, al Griti, a 1’ Emo e al Trivixan. Poi ultimo sier Velor Foscarini savio a terra ferma per il Colegio. Andò la letera : 42 di no, et 109 di sì, e fo presa. 11 Capello voleva lasasse 100 homeni d’arme di più in Padoa et 1000 fanti, et 100 homeni d’arme a Trevi-xo et 1000 fanti et andasse in Friul, et fo comandà grandissima credenza. Era bore tre di noie, nè altro aviso si ave di li 300 cavali presi, adeo quelli di Pregadi slevano in dubitatione; etiam andò questa sera via il corier per Roma con la copia di dite letere dii prender di 300 cavali utpatet. in questa sera, reduto il Colegio per expedirZuan Fermali, havendo voluto darli corda, confessò Alvise di le Carte leniva conto di quello essi scrivani guadagnavano, et cussi mandato per esso Alvise, depose quanto era, adeo ditto Zuan Ferman fo spazà di Colegio. Avogador sier Piero Contarini philosofo, Consieri sier Francesco Foscari e sier Zorzi Pixani do-tor et cavalier, Cao di XL sier Vicenzo Zentani, Signori di note sier Zuan Francesco da Molin et sier Uironimo Tiepolo. A di 7, la matina. Nulla fu di Lombardia, so-lumi una letera di uno, con avisi che nostri erano in-trati in Brexa, et li Palavicini lutti in arme per venir a unirsi con il signor Renzo, et che Prospero Colona non li stima, et che il conte di Chariali era stà da lo Imperador et non era stà exaudito di nulla, et veniva uno altro todesco al governo di Verona; el altre particularità. Di campo nulla fu, che a molli pareva gran cossa, dii successo di 300 cavali, si era vero o non, se desiava saper. Da poi disnar, fo Pregadi, et vene letere dii ca-