397 MDXV, GENNAIO. 398 Roma; coloquii dii secrctario di l’oratorcon Soa Santità, qual li liavia dito non liavia auto nulla ancora; et altri coloqui auti col Cardinal Bibiena ut supra et con Cardinal San Severin, qual à aviso di Pranza, di 14. Tamen di l’orator nostro nulla era; si tien le letere siano intertenute. Item, manda una lista di nove di Franza : il sumario è questo. Come il Re novo à fato molti presenti a quelli signori francesi e dato grande intrata, zoè a missier Zuan Jacomo Triulzi, olirà quello l’havea prima, li à dà franchi 0000 d’intrada ; et ha fato il duca di Bar-. bon gran contestabele, la qual dignità al tempo dii re Alvixe padre di re Carlo l’avea il conte di San Polo qual esso Re fe taiar la testa, e da quello in qua non è stà fato tal oficio, imo l’avea 400 lanze dito gran contestabele, et re Alvixe fe’ uno edito niun baron in Franza potesse aver più di 100 lanze. Item, à fato il presidente de Paris. Item, Ruber-tet è restato nel suo oficio di canzelier e ha auto in-trada; fato marasehalcho monsignor de la Paliza. Item, questi sarà apresso Soa Majestà al governo dii regno: soa madre, eh’è viva, fo sorella di Pbilippo monsignor duella di Savoja, il gran bastardo di Sa-voja, monsignor di Lutrecli et monsignor di Boysi. 242 Item, che il Re andava ogni zorno a visitar la Serenissima Regina, fo moier dii Re morto, la qual steva mesta molto dolendosi di la morte dii marito ; a la qual questo Re voi che l’abi gran poder in Franza come si fusse Raina. Item, che la Rezina presente, fìa fo dii Re morto, è graveda. Item, che questo Re è pronto a la impresa de Italia e verà potentissimo, et à mandato per suo cuxin duca di Savoja vengi da lui ; el qual Re dovea partirsi di Paris a dì.....et andar a Rens a un'zersi di quel ojo santo ch’è lì, qual fo dato per li anzoli al re Clodoveo che fu primo Re christian et onlo di dito ojo, et poi verà a Paris a San Dionisio a coronarsi. Item, il Re scrive una letera a la Signoria nostra, la qual manda al vescovo di Aste ch’è qui, e lo conferma per suo orator. Item, a dì 2,zonse lì a Paris Fioravanle nostro, che fo expe-dito con nostre letere per il Consejo di X avanti il Re morisse. Item, è uno aviso ch’el magnifico Ju-liano era zonto a Fiorenza per andar in Savoja. Item, che questo Re è intrato nel dominio con tanta gratia de tutti, che non se potria dir più, et ha fato grandissimi presenti. Item, di Roma : come la madre di Lorenzin di Medici, fo fiol dii magnifico Pietro, ch’è il primo in Fiorenza, non voleva seguisse le noze si praticava di darli una sorella dii duca di Cardona parente dii re di Spagna, qual è in Spagna. 242* A dì 29, la matina, vene in Colegio lo episcopo di Aste orator di Franza, con lettere di questo Ile nuovo Irancesco nominato, a lui scrite, di 2, da Paris;‘et una drizata a la Signoria nostra. Per la qual esso Re scrive pur di 2 dii presente, la morte dii re Christianissimo a dì primo, bore 10, e lui esser successo nel regno, per la qual cossa, voi dal canto suo mantenir 1’alianza era tra il Re defuncto e questa Signoria ; e però etiam questa Signoria li risponda si voi far dal canto suo questo instesso, aziò possi atender a le cosse de Italia e fuora, sicoine il suo orator dirà ad plenum; al qual se li dagi fede. La copia di la qual letera sarà scripta qui di soto, come la potrò aver. Poi l’orator usò alcune parole in conformità, pregando la Signoria voy scriver al Re il suo bon animo e bona volontà di mantenir 1’ alianza e solicitarlo a la impresa de Italia; con altre parole. Et monslrò quanto il Re li scriveva. El il Principe li disse si consulleria col Senato la risposta. La qual au-dientia l’ave con li Capi di X, mandati fuora li altri. Di Padoa, dii capitanio zeneral, di eri sera. Come liavia deliberalo lar una zostra lì a Padoa sul Prà di la Valle a lanze molade, el precio ducati 100 qual lui dii suo li melerà, e la faria a dì 11 Fevrer la Domenica avanti quella di carlevar, et mandò li capitoli; tutavia si la Signoria non li paresse fussc facla, si remete etc. Et questa zoslra fa per monstrar alegreza, licet il Christianissimo sia morto, eh’ era la nostra speranza eh’ el venisse in Italia etc. ut in litteris. De inimici, danno fama di levarsi dii Pole-sene eie. Di Udene, di sier Lunardo Emo luogotenente di la Patria, di 27. Come a la Trevisa erano zontf 1000 fanti boemi; et à preso uno subdito nostro qual portava letere da Maran a Gradiscila a li inimici et eonfesato, lo fece apicar. Scrive di fanti zonli dii signor capitanio di fantarie a Cividal etc. Di sier Andrea Bondimicr capitanio di l’A-dexe, data a Cavarzere. Come è lì con li fanti, et è zonte le 3 barche mandate di le Contrade et quelle di Cliioza, ringratia etc. I nirriici ut supra. Da poi disnar fo Pregadi. Et leto le soprascrile letere, et di Crema di sier IJortolomìo Contari-ni capitanio e proveditor, di 20, zcrca quelle cosse e le vituarie vi sono e provisioni fa; et come quelli citadini è renitenti a voler ussir; con molte parole etc. Et nota: il suo orator, domino Philippo de Cla* velis dotor orator di la comunità di Crema, fo in Colegio, suplicando la Signoria, quelli poveri citadini non siano cazadi fuora, et sarà da viver a suficentia I di biave ; voleno star in ogni asedio.