1!)! MDVII, NOVEMBRE. Nota. Et è «la super, per alcune vie si ha, si (rata trieva Ira Pranza et il re di romani ; e Pranza è su «rari spexa, edam la Signoria nostra, per dubito di qualche danno, per esser irato il re conira nui. Pu posto, per il serenissimo e tulli di colegio, scriver a Homa per ducali 400 a domino Hironimo Zuslignan, quondam sier Unfre’, protonotario, di beneficij in dominio di primi vaelianli. Et non fu preso; manchi» ti lialote. Nota, esso Zuslignan sopradilo, mediante li capi di X, se ha acordato dii beneficio era im possesso, et in lite con domino Simon Michiel, di sier Nicolò, procurator; videlicet resti il beneficio di Casal Ma-zor, che di inlrada durati 300 a l’anno al Michiel, qual Cave da Roma; e lui Zuslignan, che za 8 anni è im possesso e à ’ulo le intrade, sia sue e le spolie, e chi hit speso à speso; et il Michiel per anni f> li dagi 100 ducati a l’anno di pension. Mancha mo esser asolto dal papa il predilo Zustigniin di la excomu-nicha etc. Po leto una parte, presa nel consejo di X a di 50 di questo, che se niun pròruperà quelli sono in renga, et cussi quelli è in renga dirà parole contra alcun di pregadi, statini li capi di X clic serano debino chiamar el consejo di X, et segondo le parole statini procieder conira di Ihoro, ut in parte. E noia, questa parie fu presa per alcune alteration, fate in li zorni precedenti Ira sier Lunardo Grimani el sier Piero Dtiodo, savij dii consejo, parlando im pregadi. A dì 26. Po pregadi. Et non fo leto alcuna lettera. Et sier Vicenzo Querini fece la sua relatione etc. Po posto poi per li savij, che 'I camerlengo di Bergamo, qual andava con gran spexa più volle a far la cercha e il synicha’, de ca'tero vadi con 7 cavalli una volta a l'anno solamente. Et alia ut in parte. Pii posto per li savij, che li tre da esser electi sopra le slime di le caxe, siano electi dii corpo dii consejo di pregadi, excepto quelli hanno officio continuo. Pu presa; e, tolto il scurlinio, non fo balotadi, perchè il scurlinio non era al numero juslo. • Sumario di la relatione di sier Vieeneo Querini, doctor, ritornato orator dii re di romani, videlicet licentiato, come ho scripto di sopra, stato mexi 9, eorni 8. Disse dii silo di la Germania ; dii poder di li siati dii re e di la mirata e condilion; e mirata di l’imperio, di le terre franche; il numero e condilion di li principi e prelati etc. Et che la Germania ha grandissimo poder; le terre franche, numero 110, eie nominò, videlicet la liga grnnda numero (¡0, e poi l’altra, le qual hanno pocha ubligalion, e disse quello erano ubligate a dar a l’imperio. È in queste terre 3 sorle di homeni : li zenlhilomeni, poveri ma superbi ; merchadanli, richi, ma li zentilomeni li tien villi, pe-rhò voleno mal a’ venitiani per esser merchadanti; et il populo menudo. Item, li principi sono numero ... signori, et... episcopi et abbati.....; e disse P intruda Ihoro. Item, di electori 6 di P imperio; e, in casu discordia, intra il re di Boemia. Item, che a la ultima dieta, che fo gran cossa, questo zu-gno passado, a Costanza, reduti numero 475; è questo il numero perfeto. adeo tutti vi fu, o per messi o im |iersona, et li 6 electori. Et fanno Ire Iwlolation: declori, terre franche et principi. El a la prima proposta, di proveder a P imperio, il re parlò ; e fo concluso per lutti Ire stali di proveder e darli ogni ajuto, e concluso darli, pagali |>er G mexi, 17 miliu fanti et r>000 cavali, e lui arù il resto fin 30 milia persone dii suo. Et hanno electi X, e li nominò, con gran autorità di lu dieta, sì in perlongar il tempo, qual acrescer il numero di le zenle, bisognando; el soa maje-stà vengi in Italia contra ehi li piace, et ocupa le terre di l’imperio. Et che il re à gran poder in Alemagna, et è molto amalo, perchè quelli non P ubediva cussi è morti, et ha, maxime di electori, electi soi. Item, disse di successi ; et dii mandar dii Cardinal et elector di P imperio qui. F. il re credeva la Signoria venisse con lui contra Pranza ; el, visto la risposta, ancora si credeva, ma mandò li altri tre; et qui narrò il successo. El che è mal edifichado, vedendo questa terra voler star con Pranza. Et che l’à 4 in la soa corte di primi, e li nominò, qual è nostri capitai inimici, e lo mete suso a far el vegni con Ini di nui ; ma questi sono perhò amicissimi di Pranza, e, si questo non fusse, za aria roto. Ma il re dice: Venitiani non mi à falò dispiacer e Pranza si; e su queste pratiche passa il tempo, tamen tien cerio el vera. Qual via l’habi a tenir, è incerta ; e disse, tutte le vie el poteva venir èsul nostro e su quel di Milan. Itrm, eh’è eleto capilanio di P impresa el dueha Alberto di Saxonia, cugnado dii re ; ma che ’1 duella Federico di Saxonia, che fo qui honorulO, li fo dato una galia per andar i>ti in Jerusalein, el è elector di l’imperio, è nostro gran nimicho. Item, à bellissime e assa’ artilaric; à assa’ numero di zojc e per gran valuta, di le qual el se ne servirà ai bisogni. E per il conte paladin, che morse, à hereditado esso re XI sladi o ver contadi, dei qual uno d’essi, chiamato......., à impegni