17 MMIV, erano sotto la mazor fortezza che sia in Ilongaria, ch’el Turco mai non potè nuoxerli, chiamasi Sega-din, ch’è un caslel fortissimo, e lì el Vayvoda si messe in el campo de i nimizi, che tutti quelli ch’erano per forza se tirasse de una banda, perchè sopra la sua fede non li faria despiazer nissun, in modo che tutti si fezeno da una banda, e restò solo questo Scchel Giorgi con 1G soi seguazi a cavalo. Vedendo questo, costui volse fuzer, et investì in alcuni, e ne amazò lui solo do, e lui fo preso con i ferite a morte; etiam fo presi tutti quelli 1G a cavallo vivi e sani. Da poi il Vayvoda li tolse ogni cossa, e partieipò con quelli villani, e li lizenziò con gran promesse; i quali andono a casa sua. Feze poi menarse davanti Sicbel Giorgi, e lo esaminò che fantasia era stata la sua 8 a far questa movesta. Li disse come el volea reno-var el regno de Hongaria. In quello, comandò il Vayvoda che li fosse portado una sedia, e lo feze sentar, e lo ligono, e comandò a quelli 16 capi presoni che comcnzaseno a manzar ; e cussi feno a bo-con a bocon a manzar fina che li se vedea le buelle e le osse per tutto. Da poi li feze meler una corona de fero afogada in cao, poi li tajò la testa, che l’era morto, e la mandò s’una lanza a presentarla solo al dito castello. Poi el tajò pur assai de quella compagnia, e feze impalar quelli 16 che manzo lui. Etiam qui in Buda i hanno fato le più gran becharie dii mondo di costoro; e l’altro eri fezeno squartar un prete vivo, et roslino un frale vivo ; da poi l’altro zorno juslixiò tre preti, uuo impalò, l’altro su la ruoda, l’altro squartò vivo ; impalai gran quantità. Hanno fato cosse teribele e stupende 1 Ancora el se trova da un’altra banda un prete se chiama Lorenzo Pop, el qual è capo de zercha 16000 de sti villani, el qual el Vayvoda 1’ ha lorniato, et ha fracassato e tajalo a pezi el forzo d’essi et ha preso sto prete vivo, el qual aspetemo de zorno in zorno, e si farà de lui una bella juslilia. Eri fo scortegado vivo colui che impalò quel vescovo de Segadin, che la più azerba morte non vidi far di questa, vivete zercha mezo zorno, etc. Questa letera scrisse da Buda un Nicolò de Zua-ne a sier Gristofol Morexini fo di sier Nicolò. 9*' Dii capi fanio generai fo letere di 3, con una letera anta di Roma di uno suo, di 30. Li scrive li capitoli de lo apontamento tra Franza e Ingallera, videlicet: Tornai resta ad Ingallerra: la dota di la (1) La carta 8* è bianca. 7 Diarii di M. Sànuto. — Tom. XIX. SETTEMBRE. 18 Regina non se intende. Scozesi sono compresi in la pace. El re Calholico con l’imperatore sono esclusi; ma ben è incluso l’Imperio. Sguizari inclusi, con questa condition, che qualunche vorà molestar l’a-quisto de Milan, se intendi excluso de la pace. Madama Margarita è inclusa, salva la superiorità che à el re Cristianissimo in certe terre de essa Madama. Li aderenti per questo Re, serano nominati : el Pon-tifìce, la Illustrissima Signoria et fiorentini. 11 re Cristianissimo dà, ultra i capitoli, uno milion di ducati, a ducali 10 milia a l’anno ad Ingaltera ; à obli-go poi de darli 1200 lanze a tempo di guerra; e poi l’uno con l’altro vicissim fanti 10 milia, a spese di cui li dà in tempo di guerra per terra, e per mare 6000, a cui bisognerano de loro. Item, scrive esso capitano, de i nimici non è cosa da conto più de l’usato. Copia di la piiblication di Vacordo fato in Franza, si ha auto per via di Roma. Da parte dii Roy si fa saper a tulli : che a laudé de Dio nostro creatore, exaltation de nostra fede calholica, defensione di quella, e per el ben universale e augumentazione di tutta la republica dii nostro reame e nostri sugieti, bona, sicura, ferma e leal paze, amizizia, confederazione e alianza è fata e ordinata e conclusa tra tutti nostri, reame, paese, terre e signorie e sugieti di qualunque parte si sia in nostra obedientia, e tutti i nostri confederati di una parte, e lo altissimo e potentissimo principe lo re de Ingaltera e suo reame, paese, signorie e sugieti, e cosi soi confederati de l’altra parte; in maniera che, per virtù di quella, el corso de le mercanzie e comunicazion de suggeti de tutte doi le parte, poterano da ora manzi, a cominziare el septimo giorno del presente mexe de Agosto, passare tanto per mare quanto per terra senza obtenire lizenzia ni salvoconduto, andar, vegnir, passar e ritornar sicuramente e merchantar e quel fare, li reami, paesi, terre e signorie, l’uno e l’altro, come amizi, alcali e confederati, senza alcuno resto ni impedimento 9* loro, soi falli, inqualonche maynero si sia; mandando vegnando e ordinando et expressissimamente a tutti nostri lochi, e tutti governadori di paexi, admirali, et altri nostri oficiali e sugieti, ziascuno in suo risguardo come li apartengono, la predila paxe et amizizia e confederazion et alianza guardar e far guardar, inlertenire et far observare inviolabelmente senza fraude, ni sofrire che sia fraudata ; ma de in-fractori, de epsa facino 0 fazino fare rigorosa jftslieia 2