193 MDXIV, NOVEMBRE. 114 Copia di una letera di Sicilia di sier Pelegrin Venier qu. sier Domenego, data in Palermo a dì primo Octubrio fino a dì tre tenuta 1514, drizata a sier Alvise e sier Piero Venier soi fradelli, ricevuta a dì primo Novembrio in questa terra. Si ha da Messina, esser zonle le nove galie di Napoli, capitano il magnifico don Alvise di Luchsanz, le qual non feno nulla, chè quelle fuste de’ mori s’erano prime partile. Dite galie per Napoli ritor-norono; le barze de don Zuan Dario secretano et il galion del Zeuturion parlirno per Messina per dar charena ad una de le barze ; l’altra à nolizato per portar Tormenti. Le qual fo in golfo de Tunisi et hebbe vista de 13 fuste et tre nave, che preseno, come prima vi fici intender, et non potendo farli nocumento, se ritornò con ha ver preso un galion de turchi con figliolini ; et da 40 teste è le prede fate ; non li dona niun lucro per la spexa successa et che continue fa. Da Barcelona, per letere di 15 dii passato. Dicono, de le nove galie, sete bregantini et tre fuste havea mandato zenoesi per ritrovar Prèjam et far el tutto per rituorli la characha Chatania presa a Valenza, par, sopra Cholibei y ne perseno tre galie, tre bregantini et una l'usta et esser anegali el forzo, ldio a le anime loro babbi la sua sancta gloria. Prèjam dicono esser zonto a Marsiglia con cinque galie, che una per esser vechia la perse. In dito porto, le zurme messe sopra la nave dieta, havendo fatto apichar per la gola da "25 de la nave perchè tractarono di fugir-se; nel qual porlo per tre giorni siete, e fu ben aca-rezato; et dita nave in Villafrancha dovea andar. In questo regno, tormenti lari 11 7*> a tari 12; fiacha per lutto, extra regnum se intende de maxima abondantia. Novissime, è sta terminalo convocar tutti li signori dii regno et terre reai a parlamento, che sarà per il primo di de novembrio, unde tarano de donativo a Sua Chalolica Majestà de fiorini 300 milia de questa moneda, e quanto seguirà degno de relation de la Illustrissima Signoria ne sarete avisato. Una barza vene da Chatalogna in 18 giorni, va per Syo. Non da novo de alcune qualità de armada farse in ponente, et che in Pranza era nova si provedeva di opportuni presidii di genie d’arme et fantarie. 114* È venuto nova il Giecho da Zerbi esser sta ca- zialo di la signoria dal fiol suo primogenito et in destrela relegnudo. A dì do fo il zorno di morti, et reduto il Colegio, 11 per esser molte letere di lezer venute questa noie, e justa il consueto. Di Boma, vene Zuan Gobo corier con letere di Vorator, di 28 et 29, da Santa Severa. Prima, come a di.... esso oralor, ricevute le nostre letere con l’aviso di la presa di spagnoli a Ruigo di 22; et il Papa prima voleva star Ire zorni fuora,mala mulina per tempo si levò Soa Santità con li cardinali per tornar a Roma : et cussi esso oralor, essendoli venute le golle, restoe li et mandò Ilironimo Dedo suo secretano driedo il Papa con ditte letere a co-municharle a Soa Beatitudine, facendo capo al reverendissimo Cornelio. El cussi andatolo trovò in camino eh’ el Papa cavalchava verso Roma, et mon-slralo le lelere al Cardinal Corner, soa signoria si a-costò al Papa e li disse averla auta prima eri per via di 1’ oralor di Perara e di l’oralor Ispano ch’era venuto a dirla ma dicea non era da conto, dicendo il Papa saremo a Roma e parlaremo con l’oralor. Item, manda lelere aule di Pranza di l’oralor nostro, di 15 el 17, per do poste venute. Il Papa mostrò haver piacer, ma nulla disse. Era li cardinali numero ... i quali monstrano alegreza, maxime S. Severino e altri, et Zuan Zordan Orsino eh’ era fi col Papa eoinenzò a far molle cosse in segno di letizia a cavallo cridando Orso Orso, et la guarda dii Papa utdicitur cridò Italia Italia, et 1’ oralor Ispano domino Hironimo Vieh era smarilo et si trasse da canto et andò verso Roma bellamente, et il secretario tornò lì a Santa Severa da l’orator a spazar le letere. Il Papa veramente quel zorno a dì 29 intrò in Roma. Scrive altre parlicularità e coloquii, ut in litteris, lete con i Cai di X, per esser le letere drizate a i Cai. E nota, par il Papa non babbi auto mollo contento, perchè la seppe avanti et nulla disse. Di Pranza, di sier Marco Dandolo dotor et cavalier oralor nostro, date Albavilla a dì 15 et 17. Scrive il conlrar dii Re eh’ el fece con la Raina, et poi la messa dita, et l’alelarsi feno insieme, con le feste fate e banchetti, e che questo fo a dì 9 che la trovò in campagna e la basò, e la Raina poi fe’ l’intrata in la terra molto honorata. È venuta benissimo in bordine, ma per fortuna nel venir si anegò una sua nave con____dame et altri e arzenti e robe assà si perse. Item, scrive coloquii auti con la Exce-lentissima Majestà, qual li ha dillo « Domine orator, la Raina mi ha dimandà do cosse, l’una che tolemo I impresa de Italia, l’altra che andemo a veder Ve-