389 51DXV, GENNAIO. 390 faionia, per cerio navilio con 200 cavali di stralioti che vien mandati a far per Mercurio Bua ; et par che per tutta la Morea si dica il Signor turco esser sta roto dal Sophì, e non si sa dove sia la persona di esso Signor; adeo per tutta la Morea turchi <5 mal visti. 237* A dì 24. Tutta la terra stava in maraveja non esser letere di Pranza, e si feva vari conienti. Ni etiam era letere di Roma. Fo dito, e cussi stimava la brigata, che a Roma fusseno sta retenule le'Jetere nostre di Pranza. Fo dito, esser uno aviso di Ferara, per uno vien di Paris, partì a dì 8 di questo, come il Re nuovo Francesco, olim monsignor di Angu-lem, a dì 7 era sta incoronato, et preparava e seguiva P impresa de Italia più che mai. Di Pacìoa, dii capitanio generai, di eri sera. Come il viceré era partido dii Polesene con 200 cavali, et andato a Verona, et havia mandato prima li soi cariazi : et che certissimo è per levarsi tutti li spagnoli dii Polesene. Et che il marchese di Pescara, eh’ era a Ruigo, è venuto a la Badia, etc. Item, il capitanio scrive zerca danari molto bruscamente, et che, poi che la Signoria non s’incura, ni etiam lui se incurerà, e se intravegnirà qualehc inconveniente, si scusa, con altre parole molto alte. Di sier Domenego Contarmi proveditor generai, di Vicenza. Dii suo zonzer lì per reveder le zente. Item, ha auto il pagador ducati 1000, di quali in li saebeti è monete assà false e scarse, et etiam manco dii numero; però si fazi provisione. Et scrive il dispensar di danari, et come va revedando le zente. Di Crema, di sier Bortolomio Contarmi capitanio e proveclitor, di 18. Come ha auto le lettere nostre con la retification di le trieve. Exequirà, e ha mandalo a dir a quelli ducheschi di questo. Item, si mandi danari. Et di le zente è lì, come voria farle ussir etc. E sopra questa materia scrive al Consejo di X. Et nota: che il suo vicario chiamato domino Ilie-ronimo Armano dotor, citadin brexan marchesco, è venuto in questa terra, et fo in Colegio, et referì di quelle cosse. Dal qual ¡illesi che a Milan, inteso la morte dii re di Pranza, haveano preparato in Milan nel Domo di farli le exequie molto solenne, e poi fe-vano festa per il Re nuovo. Di Ferara, fo letere di sier Sebastian Zu-stinian el chavalier, va orator in Franga et Ingaltera, di.....Dii suo zonzer lì, et come era arivato a l’hostaria. Stato a visitar il Ducha, et parlalo insieme poi la Duchessa. E come il dì proprio bave le nostre letere dii Senato con l’aviso di la morto dii re di Franza, et che el vadi a Lion eie. 11 Ducila etiam li mandò a dir la nova aula etiam lui di 238 la morte dii re di Pranza ; e benché prima la fosse ditta lì a Ferara, ma non la crete. Scrive si partirà vedando andar con più segurtà cl pori a la volta di Zenoa, e de lì passar in Provenza e andar a Lion, dove troverà il suo collega, aspettando l’bordino ' nostro. Di Zara, di sier Zuan Minoto e sier Francesco Foscari rectori, di 14. Di quelle occorentie. Et che molte fameglie di lochi depredati, per dubito di turchi erano venute habitar lì a Zara. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e Savii, per expedir il signor Reuzo da Zero e veder li soi capitoli, et firmar la conduta sua : qual è capitanio di le fantarie, et eleclo governador zeneral, et però bisogna babbi un solo grado et satisfarlo eie. Et li fo dato, per il Colegio, auditori. Vene a hore 22 uno corrier di Roma con letere di sier Piero Lancio orator nostro, di 17 et 21. El qual è amalato et non si move. Prima avisa, il Papa era, come scrisse, andato fuora di Roma a la caza con molli cardinali capi, il Cardinal San Severino e il Cardinal Corner; et Soa Santità era a la Ma-gnana. Scrive come Pavé le letere nostre in risposta di soe, di 10, di l’aviso di la morte dii re di Pranza fata con il Senato, et non potendo esso orator, mandò il suo secretano Hieronimo Dedo a la Magnana dal Papa, et li comunicò quanto li era da dir. Soa Santità rispose che questo re di Franza saria più suo amico che l’altro, el saria parente di suo fradelo per la dona di Savoja che P é andato a tuor; et che lui desidera la integration dii Stado nostro, ma non poi d r altro fino non ha lettere di Pranza, etiam de Ingaltera saper come anderà quelle cosse, et aspelava una risposta di Spagna. Iteni, scrive aver aviso il Doxe di Zenoa domino Otavian di Campo Frcgoso stava malissimo, el suo fratello domino... qual era lì a Roma, è andato per slafeta. Item, scrive per altre letere, dito secretano aver parlato col Cardinal Bibiena, qual era etiam lui fuora di Roma a Porlo, e ringratiato di P aviso dele per nome dii Senato. Et scrive coloquii auli : che questo re di Franza non vera questo anno in Italia, e bisognerà si pensi di altro, tanto più che converà dar 200 mila ducati di la dota di la llaina, la qual voi tornar in Anglia ; sichè questo Re è povero, e l’altro dimandò al Papa e al re de Ingaltera danari per l’impresa de Italia, come sapeli; con altri discorsi. Et che si aspetava letere di Spagna. 238 * Item, scrive coloquii auli col Cardinal Corner, qual