209 unxiv, novembri:. 210 sier Jacomo Soranzo qu. sier Francesco, sier Fe-rigo Conlarini qu. sier Zuanne Alvixe, sier Lorenzo e Alniorò Pixani qu. sier Zuajine dal Bancho, sier Toma Nlozenigo di sier Lunardo, sier Alberto Mo-rexini qu. sier Alvixe, et altri. Da poi disnar aduncha, fo Consejo di X con fa zonta, et leto le letere di campo di Crema, di Pranza, di Roma e altre relatione. Fu preso : che tre segretari, siano et possino venir in Prcgadi, videlicet Andrea Rosso va con sier Piero Pasqualigo in Franza, Nicolò Sagudino va con sier Francesco Donato in Ingaltera, et Hironimo di la Vedoa eh’è in Spagna con sier Zuan Badoer, fìol di Gasparo ch’è secretano dii Consejo di X. Poi fu posto per li Cai di X e tre Consieri, di suspender la parte posta e presa a li dì passati di debitori dii dazio di l’ojo ut supra, con certe clausole ut in parte. Et sier Lucha Trun, qual il mese passato, essendo Cao di X, con li compagni messe la parte, et presa di tutte le balole, solo una, el contradise longamente ; li rispose sier Zorzi Emo savio dii Conscio ; tandem andò la parte, e fu preso di non suspenderla, et ste-teno fino hore tre di note. 123* Di campo, fo letere. di eri sera, hore 3 di nocte, da Cerea. Dii zonzer dii campo lì, et è alo-zato li et per quelle ville vicine. Item, di Verona, hanno che certo remor è stato tra spagnoli e to-. deschi, et questo perchè spagnoli voleano tuor la custodia di le porte, et todeschi non voleano, e fu certo remor; ma fu sedato et.....stete. Item, si mandi danari da pagar le zente che vociferano. Noto. Sier Nicoìò Vendramin, è pur in campo, tornato provedador executor. A di 4, la matina. Fo letere di campo. Nulla da conto da Cerea. Et vene in Colegio quel Francesco Bajuloto, citadin veronese, che Domenega l’uzite di Verona, el referì con li Cai di X alcune cosse ; el qual è marchescho ; è stato in preson a Verona, perchè fo scoperto di certa intelligentia con nostri, et ha abuto 18 scassi di corda, el par sia fuzito el venuto nel nostro campo. Questo è sta provedador di la comunità, eli’ è il primo olìcio si dà per il Consejo a Verona. Da Constantinopoli, di sier Nicolò Zusti-nian baylo, di 13 Septembrio. Nulla da conto de occorentie de lì. Et come lo campo del Signor erano al locho solito, e cussi quel dii Suphì ; el per uuo navilio venuto da Trabisonda, ha eli’ el Signor liavìa fato comandamento al sanzacho di Trabeson-da dovesse andar a luor certo castello dii Sophi, di / Diarii di M. Sanuto. — Tom. XIX. imporlantia, e lo tolesse, o per amor o per forza eie. ut in litteris. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e Savii con li Cai di X, et expedileno il messo vene di Crema con letere di credenza, nescio quid; ma è zer-cha le materie si Irata ; el spazono a Crema, etiam lelerc in campo al capitano zeneral con questo a-viso etc. Fu mandalo a Padoa, per mandar in campo, ducati 2500. Item, barche con biave di cavallo assà, per il bisogno dii campo. Di campo, da Zerea fo letere di hore..... Zercha danari si mandi et presto ; non ha più da pagar li fanti ; et clic in Verona erano venuti 300 fanti dii conlà dii Tiruol e non più. A dì 5, Novembrio, Domenega. Per tempo fo 124 letere di campo da Cerea. Nulla da conto, solum di danari, et è date eri*, bore 14; e di Verona hanno esser li fanti sconti mal in bordine et disarmati, et che il conte di Chariali, qual andò nel conta del Ti-rol a far fanti, non poi far quel numero voleva. Di Roma, vene letere di l’orator nostro Landò, di primo, in zifra. Del suo zonzer lì indisposto per le gote. Et prima: come il Papa, zonto a Roma a dì 30, ave letere di Ragusi, con la copia di la le-lera manda il signor Turcho a Constantinopoli, di la victoria auta conira il Sophì ; el il Papa fe’ prima congregatoli, poi pranzo, e a dì ultimo mandò per li oratori tutti e feli lezer questa letera, dicendo non liaver dormito la notte, per esser mala nuova per la Cristianità, et che bisogna far pensier a difender la fede, e non slar aspelar, e voi unir li principi cristiani ; però lutti scriva ai loro Signori di questo, e mandi la copia di lai nove e letere aute, et che lui dal canto suo farà ogni forzo per difender la Cliie-xia e voi far brievi a tulli li potentati et mandar legati etc. Item, l’oralor nostro non li potè esser a I’ bora, ma andò poi, et li de’ la copia di la letera, ut supra, la qual la mandò de qui e sarà copiala qui avanti. Item, scrive altri coloquii in materia di spagnoli, et zercha la praticha di l’acordo si Irata da far con l’Imperador, dicendo el voi habiamo tutto il noslro Stado, aziò si possi far armata conira infedeli e unir tutta la Cristianità in uno etc. Et dite letere fo lede con li Cai di X, e tulio il Colegio crele dita rota fusse vera, ebe prima per 1’ aviso auto da Ragusa non la credevano. Ed etiam fo ledo una lelera particular, di primo, scrive uno amico di Zuan Jacomo Caroldo di Roma, zercha questo aviso di le cosse lurchesehe, e si dice voi il Signor turcho venir questo Aprii in Italia cavali... milia a passar su 14 t