443 UDXV, FEBBRAIO. 444 Sicr Balista Erizo, è al luogo di procu- ratori, qu. sier Stefano .... 38. 89 f Sier Alvise Malipiero, è di la zonta, qu. sier Stefano procurator .... 101. 38 f Sier Vetor Pixani, è dì la zonta, qu. sicr Marin........ 98. 29 f Sicr Andrea Baxadona, è di Pregadi, qu. sier Piero....... 87. 45 Sier Carlo Contarmi, fo proveditor al sai, qu. sier Batista..... 86. 38 f Sier Alvise di Prioli, fo savio a terra fer¬ ma, qu. sicr Piero procurator . . 119. 13 f Sicr Andrea Foscarini, che fo al luogo di procuratori, qu. sier Bernardo . 116. 16 Sicr Zulian Gradenigo, è di la zonta, qu. sier Polo....... 38. 93 Sier Stefano Contarmi, fo consier, qu. sier Bernardo....... 45. 78 n. Sier Marco Antonio Lorcdan, fo Cao dii Gonsejo di X, qu. sicr Zorzi. n. Sier Lorenzo Falier, fo di Pregadi, qu. sier Toma, per non esser in Pregadi. 271 * In questa sera, a San Bendo in cha’ da Pexaro, in corte, fu fato una comedia per li compagni Immortali recitata per loro, qual fo Mììes gloriosus di Plauto; fu fato bellissimo aparalo, maxime il cielo di sopra di la corte, et erano belli vestili. E nel mezo di atti, Zuan Polo feva etiam lui una altra comedia nova, fenzando esser negromante et stato a l’inferno, e fé’ venir uno inferno con fuogi e diavoli ; fense poi farsi Dio d’amor, e fo porta a l’inferno, trovò Domenego Taiacalze cazava castroni, el qual con li castroni vene fuora, fe’ un ballo essi castroni ; poi vene una musica di nymphe in uno caro triunfal quali cantavano una canzon, batendo martelli cadauna sopra una incudine a tempo e fenzando bater un cuor etc. E compita la comedia principal, etiam feno la dimostration di Paris; e quelle dee a chi dete il pomo, a Venere. Fu bella cossa, vi fu assi zentc da conto, et l’orator di Pranza e il capitanio di le fontane, con molti patricii vechi e fioli dii Serenissimo; erano molte done sfozade, tra le qual vidi la mojer di sier Zuan Emo con una veslura di restagno d’oro e di sopra friseto negro per corroto, taiada che si vedeva l’oro ; etiam altre con altre foze:'Fo compita a hore 7 di note; poi fo fato la cena, le done e loro mariti, et baiato. Durò fino di quasi, et però pochi ozi fo in Pregadi, per andar per tempo e aver bon axio. A dì 20, fo Marti di carlevar. Nulla fu da conto. Solim vene l’orator di Franza, comunicoe una lettera auta di Roma, di 16, con nove di Milan. II su-mario dirò di soto. È da saper: suo fratello vescovo di Como, mazor, 272 è a Roma, e li scrive spesso, oltra l’orator di Franza monsignor di Soler. Et poi li fo comunicato le letere aute da Constantinopoli, con le nove tutte et quello si havia, e poi in altri coloquii, adeo era nona che Colegio siete suso; poi partono zerca scriver in Franza, et altri coloqui. Da poi disnar, Collegio di Savii si reduse e nula fu di novo. Fu fato assa’ feste a Muran et per la tera de balli e mascare assai; era bon tempo, et è sta un carlevar festoso, et etiam la sera recitata una commedia di Plauto, videlicet la prima de .... per li fioli di sicr Lazaro Mocenigo a caxa sua a la Caritae, e la recitono latina, et fo bel veder e udir quelli zoveni, e vi fo alcuni patricii. È da saper, l’orator di Franza, in questa matina, comunicoe alcuni avisi auti di Milan per via di Roma: prima come il magnifico ‘Juliano, fatto le noze con la moglie, qual è ameda di questo re di Franza et sorella dii duca di Savoja, va in Franza, e vi va etiam uno di Palavisini, et che a Milan Andrea dii Borgo havia mandalo a preparar la caxa per ritornar, et il Duca non ha voluto, e li ha fato intender non voi el ritorni più ; e altre particularità. » A dì 21, fo el primo dì di quaresima. Fo principiato a predicar in molte chiesie, et vi sono assà valentissimi liomeni al presente che predicano, vide-lieet, ai Servi fra’ lidia da Brexa heremito, qual zìi 6 anni predicò e profdizò molti mali, ch’è poi venuti in questa terra e Dominio veneto; a la Charitao don Piero da Luca valentissimo; ai FrariTra’ Zuan Maria di Arezo ; a San Zane Polo maestro Gasparo di Perosa, et a San Cassali maestro Ilironimo di Monopoli, e a li (¡armeni et etiam in altre chiexie sono valentissimi homcni. Et in Colegio vene il capitanio di le fantarie, procurando si dagi danari a li soldati soi, fanti, ch’è mexi 5 non hanno auto. Et li Cai di X steteno assà in Colegio per certa materia tratano, si dize zercha far trieve con i nini ici etc. Da poi disnar, fo Pregadi, et leto letere di Fa-doa, dii capitanio generai e proveditor Contarmi. De oceurentiis. I nimiei par stiano in molo per far cerli danni; fanno nostri ogni provision di far star riguardosi, e li cavali lizieri è fuora. Di Vicenga, di sier Nicolò Pasqualigo po-