275 MDXIV, NOVEMBRE. 276 et cussi cavalchono tutto el zorno con gran pioza, et la note, ita che, fato la via di Conselve, era zonto 11 con tulle le zenle d’arme in loco securo. Et il signor cartamo era restato a l’Anguillara, perchè voi tutte le. fantarie, quale erano su burchii e barche cargati, e venuti zoso a la Badia venisseno uniti con le arlelarie 162 e ogni cossa ; sichè le zenle è salve. La qual lelera leda, et in consonanti di reclori di Padoa, quali scri-veano questo aviso, tulli li padri fono di oplima voja, die dubitavano molto dii campo. Et per la Signoria, col Colegio^ fo mandalo a dir a Ilironimo Contarini, dovea ozi andar a Padoa e avia scrito homeni e zà aviati 107 per custodia e lui partiva questa nolo, che non dovesse più andar a Padoa per esser zonto il campo de li; sichè restò di andarvi. È da saper, che ozi in Pregadi fo leto, in le lclere dii proveditor zeneral di Lignago, uno aviso auto da uno amico fidel quel zorno a dì 19: come era zonlo a Valezo el viceré con le zentc d’arme, che veniva per rneter li nostri che erano alozati lì a Lignago de mezo ; et le fantarie erano a Calzinà, quale veniano di longo, et erano zonti in dite zente 3000 sguizari, et veniva in campo di todeschi 400 cavali di borgognoni, et zà erano zonti ad Albarè 1200 lanzinech, et ne aspelavano altri 600; si che erano molto ingro-sati, perchè voleano far ponta e ruinar il nostro esercito; et il capitanio zeneral nostro era duro voler tenir quel passo de Lignago, tamen visto questo, si mulo di opinion e volse venir verso Padoa, e fo optami deliberalion. Questa matina, come ho scripto di sopra, vene in Colegio domino Ilironimo Savorgnan, vestito a la curia, et fo con li Cai di X in certa materia nescio quid. Etiam fo ili Colegio l’orator di Pranza con li Cai di X. A dì 22 la malina, tutta la terra fo piena dii zonzer di le zente d’arme apresso Padoa, e tulli ringracioe Idio, che perdio è sta di ponto, et si non era queste pioze state, forsì era mal assai, quale ha impedito i nimici a venir di longo, et nostri non ha restato di cavalcar dì e note per salvarsi. Di Padoa, fo letere di sier Domenego Contarmi proveditor zeneral, di cri, a dì 21 liore 22. Come havia lassato le zente di fuora, el era venuto in la terra per consultar quello si havesse a far dii campo, o venir in la terra overo alozar di fuora, con el signor Thodaro Triulzi. 162* Et li rectori, i quali concluseno per molli respeti non era di luor dentro il campo, sì perchè per le le- gno bruseriano la lerra, come per li strami che non vi era, el per reputation è meglio stia di fuora ; et cussi haveano terminato alozar vicino a Padoa, sul Piovà ; sichè ritorna va in campo per alozarlo, et aspe-lava il signor capitanio con le fantarie e arlelarie. Di rectori di Padoa fono letere, di hore 22. In consonanti. Di Chioza, di sier Pangrati Zustinian podestà, di eri sera, et etiam di sier Alvixe Bembo qu. sier Polo, qual serve in campo zà più anni a so spexe et fa molte faction. Come il signor capitanio l’havia mandato lì per far provision di barche et mandarle in suso contro li fanti erano su li burchii, per ponerli in loco poteseno andar securi a Padoa ; et cussi esso podestà mandava barche e quello poteva suso. E da saper, sier Donado da Leze podestà e capitanio di Ruigo, con li altri rectori di Lendinara e la Badia, e il proveditor di Lignago sier Andrea Dandolo, il proveditor di Montagnana sier Ilironimo Avogaro, il podestà di Este et quello di Moncelese, nominati di sopra, lutti veneno a salvarsi a Padoa. Et etiam fo scrilo, per Colegio, a sier Nicolò Pa-squaligo podestà et capitanio di Vicenza, vengi a Padoa, et cussi vene; sichè zà uno mexe, a dì 21 Octo-brio, per la vicloria aula in Ruigo contra spagnoli lutti li rectori tornono ai loro rezimenti, et cussi ozi a dì 21 Novembrio, per il perder di Bergamo, tulli ritornano a Padoa, et si riperde il reaquistalo. Li sali che erano in li burchi a Chioza veneno zoso per l’A-dexe a segonda a Cavarzere, dove vene il capitanio di l’Adexe sier Andrea Bondimier con l’armata, e il ponte a passar l’Adexe le zente d’ arme fu facto sopra il Polesene a . . . . Vene l’oralor di Pranza, et parloe di queste oc-corentie; et come havia letere di Roma, di l’orator dii Re di Franza, cli’è lì, episcopo di Marseja, et con nove di Franza, dicendo certissimo la Maestà dii Re prepara l’impresa de Italia. Di Cypro, di sier Ztian Paulo Gradenigo luogotenente, di 17 Septembrio. Zerca fermenti e biscoti manda da far in Candia per le galie è in armata, e come ha cargà fermenti su nave; e altre par-ticularità, non però nulla da conto. Gionse eri la nave patron Gabriel di Monte, di 163 Donadi, vien di Cypro, carga di formenti e orzi di la Signoria nostra ; et fo letere di Damasco, di Odo-bre, e di Aleppo. In conclusion, per tutte quelle marine era nova il Signor lurdio era rotto dal Soffi, sì che certissimo è stà roto. In questa malina, per sier Marco Orio, sier An-