m MDXiV, NOVEMBRE. 260 le veniseno a tuor; sichè stanno di bon animo di difendersi. Item, scrive come era sta da un arcobuso ferito over morto uno capo de i nimici chiamato signor Cesare Feramosca. Item, scrive, come per li nostri stratioti erano sta prese alcune lelere di spagnoli solo Bergamo quale mandavano al governador di Salò, e quello di Peschiera, scrivea il viceré, di 13, come sperava aver Bergamo presto, e li volea dar la balaia e faceseno far oratione. Item, una le-tera dii dito marchese di Pescara al conte di Cariati, in zil'ra, qual per non averla saputo intender, su-plica la Signoria subito lo fazi traduret mandargela aziò si sappi governar. Item, come per dili cavali lizieri era sta preso uno citadino veronese chiamato Francesco I3oldieri qual era stato questo tempo fuora di Verona a Brexa per dubito, come è marchesco, et 153 * par ora babbi ottenuto di andar a star a Roverè; qual conduto davanti lui capitanio, dice in Brexa é restato poca zente, e il viceré è andato a la impresa di Bergamo con il signor Prospero Colona, et per quanto inlendea a Brexa, nostri dentro si difendeano virilmente ; e altre parlicularità. El qual Francesco Boldiera, che con effetto in questa guerra è stalo sempre marchesco, fo nepote di maestro Girardo medico. Item, scrive dito capitanio, et manda letere aule di Mantoa di Paulo Augustini, di eri, drizale a lui capitanio zeneral: come de li é nova il viceré col signor Prospero Colona con persone 8000 erano a campo a Bergamo, et dentro li era fanti 4000 pagati, e si difendeano virilmente con il signor Renzo, et quando si bombardava, nostri erano su le mure sonando una piva; et che si aspetava in campo il duca di Mi-lan con zente, et come da uno arcobuso nostro era sta ferito el signor Prospero Colona, et cussi sidicea a Mantoa eie. E nota, in queste relatione, over dii ragazo, over di Mantoa, è uno aviso che si dicea dovea venir gri-soni in aiuto di la Signoria, et cussi referisse etiam Francesco Boldiera sopranominalo, con questo azon-to, che spagnoli diceano, si vien sguizari over gri-soni, verano in loro socorso e non di nostri. Item, dito capitanio manda letere aule di Mercurio Bua, qual con cavali lizieri, vene zà tre zorni di qua di l’Adexe, e non si sapea dove el fusse, qual li scrive di 14: Come andò verso Cologna, dove era il capitanio Ruzier con 100 homini d’arme el G00 fatili, et non poteno far nulla, quali fevano far pan lì a Cologna per il campo, et pur che 50 cavalli si largono di altri et essi stratioti nostri li investino e feli corer fino in li altri e meterli a l’arme; poi nostri andono ad Arcole, dove erano alozati 25 cavali et 100 fanti, e deleno dentro e li rupeno, prese-no alcuni, quali volea amazarli, juxta l’ordine datoli per esso capitanio, ma li stratioti li svalisono e lasoli andar. Et avisa il campo pativa mollo de vituarie e si leveria presto di dove i sono, perchè i non poleno star cussi, perchè con dificultà hanno le vituarie. Item, una relation à aula di Verona: che il conte di Chariati ha scrito in campo al capitano Archon resti ancora per quattro zorni fin si vedi la resolulion di Bergamo, e soporiino un poco. Item, par che in campo dito era sta morto da uno schiopetolralo per li nostri uno capitanio lodesco chiamalo el capitanio Sten. Item, che non vien altre zente todesche. Di Vicema, di sier Nicolò Pasqualigo po- 154 destà e capitanio, di eri, qual manda una letera anta di Mercurio Bua è a Brendola, di 16, et si ritrova con Zuan di Naldo con aerea 500 cavali lizieri. Li avisa i nimici fevano far uno ponte di sopra Albarè per passar l’Adexe e andar a Verona, si vorano,de là, per dubito di nostri non voleno passar ad Albarè, et tien lorano la volta di Caldiera e de lì se ne anderano a Verona. Etiam li scrive tutto quello ha fato in questa cavalchala, ut in Ut-teris. È da saper, sier Domenego Contarmi proveda-dor zeneral in campo, scrisse etiam lui a la Signoria in consonanza, come ha scrito il capitanio zeneral. La letera in zil'ra dii viceré fo data a Zuan Sor-ro secretano la trazi, et si tien la Inizerà, perchè tutte le traze, sia difficile quanto si sia; eh’è cossa degna e di farne existimatione. Fo mandato, per Zuan Jacomo Caroldo, a comunicar questi avisi a l’orator di Franza, si ha auto ozi, e cussi si fa spesso. A dì 18, Sabado. La note piovete assai et il Co-legio fo reduto. Di campo, fo letere di San Piero di Ligna-go. di eri, hore 15, dii provedador Contarmi. I nimici ut supra haveano leva 4 burchiele dii suo ponte di Albarè, per dubito di nostri e star più se-curi. E altro non era da conto; solum aver mandato alcuni cavali lizieri verso Bergamo per intender qual cossa. Fo letto la letera dii viceré scrive in zifra soto Bergamo a dì 14, al marcliexe di Pescara e al conte di Chariati. Come se li mandi polvere e l’impresa di Bergamo sarà un poco longa, tamen da lui non mancherà, et persuade a voler star fermi col campo fuori, perchè in questo consiste il ben di la Cesarea Maestà e di la Catholica Alteza ; tuta via