395 AiDXV, GENNAIO. 396 Come ha aviso i nimici si dieno levar certissimo dii Polesene e andar zlozar su la Riviera di Salò, altri dicono in veronese. Item, si mandi danari. El viceré andò a Verona. Item, Mercurio Bua con li cavali liziori ò andato a quella volta. Di sicr Domenego Contarmi provedador generai, di visentina. Scrive quello ha trovato, stalo a Schyo e altrove, e di le zenle nostre eie. Da poi disnar, fo Consejo di X simplice por spa-zar presonieri. Et fono li Capi di X di Fevrer, sier Polo Antonio Miani, sier Nicolò di Prioli fo podestà a Padoa e sier Marin Zorzi dotor ; et cassier per mexi 4, in loco di sicr Alvise Grimani, ha compido, sier Francesco Falier. El Collegio di Savii si reduse in questo mezo a consultar. Et fo letere di Hongaria di Vorator nostro, di 5 Zener, il sumano di le qual scriverò più avanti. Et per via di Ferara, per una letera di Zuan Alberto da la Pigna, di 25, con nove, scrita a sier Valerio Marzelo suo amico, è uno capitolo post scripta, come de 11 si dicea era venuta nova di Roma ch’el Papa era morto; tamen non fu vero. 241 A dì 28 Zener, Dornenega. La matina in Colegio fo prima lecto : Di Padoa, dii capitanio menerai, di eri sera. Come i nimici si lievano doman et vanno alozar a Nogara in veronese, e de lì atorno. Item, à ricevuto ducati 1000: è pochi etc. Di domino Mercurio Bua capo di stratioti, da Schio, di 26. Come ò sialo con li cavali lizieri verso Verona, et scrive il successo di la sua cavalcala, el nulla tamen ha faclo. Di Hongaria, fo leto le lettere di V orator nostro a li Cai di X, di 5 Zener. Da poi disnar, fu Gran Consejo. Et prima a nona vene letere di Roma di Vorator nostro di 4, con certi avisi di 14, di Franza; tamen di Franza di l’o-rator nostro nulla era ; è signal le letere è stà inler-tenule, si judica, a Roma, llor queste lettere fo lede in camera dii Doxe e poi in cheba, il sumario di le qual scriverò di soto. Fo leto, prima si andasse a capello, la parte presa ne l’Illustrissimo Consejo di X a dì 22 di l’instante, zercha anular tulle le lizentie date di portar arme, et quelli le hanno in termino tre zorni le apresentino, ali ter siano nulle, el non si possi più dar liccnlia a niun, se quelli che ponno dar non anderano davanti almeno do Cai di X el zurar solennemente che a quelli le veleno dar do per uno, stanno in caxa loro a so’ spexe, overo fuor di caxa a chi paga salario. Item, li Odcii ponno dar licenlie a oficiali, non vaglii se non al numero staluido per le leze; et queli sarano trovadi con arme, oltra le allre pene, stagino mexi sei in preson seradi ; e sia publicata nel primo Mazor Consejo e su le scale di Rialto e San Marco a notizia de tutti : la qual parte fo leda per Gasparo di la Vedoa secretano dii Consejo di X. Poi fo lecto, per il Canzelier grando, una longa parte dilada per lui, la qual mete i Consieri e Cai di XL zercha li bandizadi sì a tempus come definitivi di questa terra; che cussi come si usa li banditi di Cinque di la paxe, cussi quelli banditi amazara-no uno bandizato in questa terra, siano loro liberati dii bando, videlicet uno amazi uno altro bandito per homicidio puro, sia asolto dii puro; si amazerà uno dii pensado bandito, sia asolto dii pensado, ?«£ in parte, molto longa. È cossa nova, la copia di la qual sarà scrita qui avanti. Ave di sì 1616, di no 67, non sincere una. Et fu presa, et fo oplima parte, perchè in questa terra n’è molti bandizadi che stanno senza timor di le leze, et li oficiali e capitanio, nulla li dicono: bora si leverano, dubitando non esser amazati da uno altro bandito. Poi fo leto, per Gasparo di la Vedoa secretano 241* sopradito dii Consejo di X, una altra parte presa nel Consejo di X, a dì 26 di questo : che il libro di le raspe di Cinque di la paxe, da l’incendio di Rialto in là, che fo 1513 a dì 10 Zener, sia taià, cassa e a-nullà, risalvando tamen quelli che fosseno apresen-tadi a le preson per questo. Fo poi publicà per il Canzelier grando, che niun porti arme ni zentilhomo et maxime a Consejo e altrove, soto pena di esser mandate le leze conira quelli sarano trovati, ad execution. Fu posto, per sier Marco da Pexaro, sier Vicenzo Magno e sier Antonio Marzello Cai di XL, una parte presa in Quarantia criminal a dì... . di questo, di conzar l’oficio dii Zudegà di petizion, videlicet che de ccetero quelli sarano eledi habino al mexe di salario a 1’ ofizio di Camerlengi di comun ducati 10 lieti da poter scontar in le sue angarie, e di altri, di qual non pagi nulla, ut in parte. E sia exeptuà di questi come li altri ufici, quando si melerà parte dii servir gratis. Item, li presenti possino esser eledi, e di fuora non abino contumazia alcuna, ut in parte; e fu presa. Ave 116 di no, 1149 de sì. Con effecto, questo olìcio, eli’è il primo di Veniexia, era venuto molto al basso in zoveneli ; ni pur con titolo di XL voleva intrar. Di Roma, le letere di Vorator, di 23. Questo è il sumario. El Papa quel zorno era ritornato in