181 HDXIV, apichap su l’antena homeni 19 lisi^nani slnti malfattori et la prima volta et questa seconda, et a sic facto tajar una man e cavarli un ochio, a quattro ha fatto cavar uno ochio, et do altri banditi di terra e luogi, tra li qual è uno fradello di Zorzi Gomino-vich, è a Venezia arnbasador per essi populi. La qual justizia è sta necessaria a la infermità di questa ixola : e nel numero de apichati è sta do preti. Scrive voria esser sta apichadi 10 nobeli, ad aver asedato quelle cosse. Scrive, questi nobeli si dice hanno zà cominziato a minazar et voler meter bordine a l’ixola. Poi scrita, è zonti li nobeli mandati a tuor, quelli fo presi in Crainn, et veleno dar li ducali 300 richiedono essi di Craina dovendoli dar, et loro nobeli li volevano exborsar: linde il provedador di l’armada à manda do galie per averli. Tamen è in locho dii Turcho; tien non i lasserà li siano dati etc. 105° Copia di una teiera di domino Mercurio Bua, non dice da dove scrita, a di 23 octubrio 1514, a Limar do diRizieri suo canzelier in questa terra. Missier Leonardo carissimo. Ve aviso, come ieri, che fu Venerdì, havemo ha-vudo per spia, che 70 cavali, videlicet 70 homeni d’arme e cavali 100 lixieri et fanti 400 spagnoli, veniano per andar a Verona, io incontinenli, saputo la cossa, andai con tutti li stradioti e li capi de li balestrieri per trovar diti inimici sul mantuano, apresso Mantua 4 miglia, a una terra nominata Marma-rolo. Et azonto, lì diti inimici erano levati et andava a Goito, et nui sempre li seguitasene, tanto che, cavali 4 de li nostri li viste apresso al borgo de Goito. E visto questo, deliberassemo andar a guazar Menzo de sopra de Goito; ma la guida che ne conducea era trista, che ne menò a passar apresso la terra: et illico fossemo discoperti, e liberamente andassemo a trovarli. E lori, co ne haveano visti, tornò a le porte de Goito l’uzendo verso el baslion, e li homeni de la terra li apriron le porle e pigliò le arme contra de nui, et amazò uno de nostri, et ferì uno altro con l’artellaria de li primi che sia in la mia compagnia. E nui non havemo potuto nocere a lori, perchè statini introno dentro de la terra. Et venia Marco de Calabria per condur dita zente e per intendere qualche nova del nostro campo, e nui havemo preso lui, videlicet uno di la mia compagnia lo prese, e prendevemo anche cavali 40 de balestrieri et 10 de stratioti se (i) La carta. 105* è bianca. OTTOBRE. 182 havesemo hauto bona guida. El qual Marco a nui ha revelà grandissimi secreti del viceré, et se diti capi et guida havesse fato quel dovea far, che lo dixi de non andare in sul mantoano ma stare aspelarli sora de! mantoano in bon locho dove sapea loro dover passar, non campava niuno. E questo procede che le cosse nostre non vanno ad efieto, perchè chi tira in qua e chi tira in là. perchè dice mo uno proverbio, che donde è assai gali cantano, ma non fa zorno mai. Nui die noctuque pensemo e sterno vigilanti, e slentemo con ogni diligentia per far qualche cosa bona e grande. Scriverò a li Illustrissimi nostri : Dio sa che da nui non mancha che non fazi luto quello sia possibile in benefìzio de la Illustrissima nostra Signoria. Non altro, Recomandatime a li signori e patroni mei et amici nostri, che siamo a li piaceri vostri e presto lo vederiti. Die 28 Octubris 1514. Mercurius Bua comes. Sumario di la relatione di Marco di Cala- 106 bria, fo capo di cavali lizieri e fato presone, qual è conzo con il signor Prospero Cotona. Dice era venuto con 25 cavali lizieri di hordine dii viceré e dii signor Prospero, per far vjnir quelli homeni d’arme e fanti che potea trovar, et maxime quelli 400 è in Goito e fanti 400 è in brexana, et fu preso da li nostri. Et come il viceré é a Brexa, et Domenega fo a parlamento a Pompian col signor Prospero Colona, e terminono, venendo li nostri in brexana, di esser loro uniti in campagna ; et che in Brexa era col viceré lanze 150 et zercha 60 altre di brexani e fanti 500 e lanzinech 400 ; col signor Prospero Colona a Castel Lion erari lanze 170 e fanti 600 spagnoli; col signor Cesaro Feramoscha a Mozanega lanze 70, el con uno altro romano chiamato.... lanze 20 ; col signor Silvio Savello a Pandino fanti 800, e tra tutti loro hanno da cavali 80 lizieri ; et che in Bergamo era il conte Bortolomio da Villa chiara con homeni d’arme 70 in 80 e fanti 1200, et in Crema el signor Renzo con fanti 600, et ehe le zente d’ arme del signor Renzo, che di Piasenza dovea venir a Crema, non era ancora zonte: imo à inteso a la Cava dove nostri fe’ il ponte, alias sora Po, quando ritornò di sguizari, sono 1500 sguizari, quali stanno aziò dite zente non passi a conzonzersi con il signor Renzo; dice in Verona esser lanze 300 e fanti spagnoli 1500, et eli’ el viceré intese la nova dii prender di questi homeni d’arme soi fo presi sul Polesene, hessendo . . .