DIARII I SETTEMBRE MDXIV. — XXVIII FEBBRAIO MDXV. i Dii mese di Septembrio 1514. A diprimo. Introno li Cai di X: sier Hironimo Duodo, sier Hironimo Tiepolo c sier Stefano Contarmi. Et venuti in Colegio, fo leto le letere di Roma, venute eri sera, e di Pranza. In quelle di 1ionia: l’orator è amalato, non ha potuto andar dal Papa, ha mandalo il secretarlo Hironimo Diedo quel zorno a di 28. Et coloquii auti con Soa Santità, qual inteso, per letere di Franza, l’acordo concluso con In "altera, ha spazà a sguizari per aver intelligentia insieme, etc. Si dice è bone letere. Et ha scrito a Franza vengi in Italia a cazar spagnoli, che adesso é il tempo ; tamen non si voi discoverzer ancora. Et ha scrito a l’Im-perador zercha acordarsi con la Signoria nostra, che vogli venir a più largi partidi. Di Franza, di 16, dii Dandolo, orator nostro, da Poisit (1). Di Crema, fo letere di sier Bortolamio Contarmi, eapitanio eprovedador, di 26. Do letere con l’aviso certo di la vitoria aula contra il signor Silvio Savello, come fo dito; et erano sta menati in la terra cavalli 250 presi, molti è sta brusati, et presi pezi G di artellarie, videlicet, cortaldi et canoni. Et scrive il modo. Come il signor Renzo capitano eh’ è lì, havia prima mandato li contestabili fino in campo de i nimici a veder il sito e lutto, e poi tornorno in Crema. E vedendo non haver vituarie se non per (1) Qui segue uno spazio bianco. per tutto Septembrio, se ritrovava disperato, et diceva a lui capitano li desse licentia, che ’1 voleva far uno assalto contra i nimici. Unde lui capitano li diceva non haver questo ordine da la Signoria, nè li voleva dar alcuna licentia, ma che lui era capitano e governador, e facesse quello li pareva il meglio. Ilor tandem terminono far questa ponta. E cussi, a dì 25 di note, venendo 2G, mandò fuora quelle zente di Crema, e con fuogi butati in li alozamenti de dito Silvio messeno tulli in fuga, e parte di cavali brusati e parte presi, fuzilo Silvio in Lodi. Et alcuni sguizari volseno far testa, fono da li nostri lajali a pezi. Siche a questo modo si ha auto questa victoria. Il qual Silvio era alozato da la banda di...... Di Roma, di sier Vetor Lippomano, di 28, 1 * vidi letere, Prima, come l’orator nostro Landò sta meglio, è in leto, ma ha auto grandissimo mal. Et come a dì 26, vene letere di qui. Ha di Franza, di 15, di esser sta cridà l’acordó fato con il re d’In-galtera, et il matrimonio conchiuso; sichè il re di Franza non vera per questo anno, ma si dice darà la seconda fiola a l’archiduca di Borgogna. Si dize etiam che il re d’Ingaltera, voi lassar la moglie che l’ha, fia del re di Spagna, qual fo moglie di suo fra-delo, per non poter haver con lei alcuna heredità, e voi tuor per moglie una fia dii ducha di Barbon francese. Item, scrive come non si parla più dii contracambio col (abate di) Borgognoni vescovo di Cremona nel vescoa’ di Padoa, etc. Item, come l’orator nostro ho auto una letera molto longa con nove e avisi di Franza, qual scrive a la Signoria. Item,