141 mdxiv, oTTonm:. 14-2 più. Par sia sfa fato uno edito, niun non vendi il pan più, se prima non è venduto questo fu lato etc. A dì 18, fo San Lucha. Di campo da Barbaran, di eri sera. Dii zonzer lì dii campo nostro tutto, et altre occorenze. Di Udene, dii luogotenente e provedador sellerai, di 16. Come quel di, da poi disnar, havendo inteso i nimici, cavali G3, erano andati a la volta di Cividal per far danni, subito montoe a cavalo con il governador cavalier di la Volpe, balestrieri et stra-tioti, e si aviono a quella volta galopando; ma i nimici si salvono, perché stratioli li erano a le spale, ma non volseno far il dover loro; siche loro scapolano per li mot) li, e nostri la sera slrachi ritorno-rono a Udene. Et eri fo per nostri presi do boemi e uno struttolo di quelli non scripti, e lui locotenenle siete a la porta di la terra con zente armate tino ri-lornorono nostri dentro. Et fo ordinato lar Colegio ad consulendum, ma sul tardi vene letere di campo dii capitano zeneral, di Barbaran. Come lluvia di Bal.Iisserà di Scipion, qual havia mandato sopra il Polesene a veder il numero de i nimici, qual li scrive in lluigo sono lanze 200, a la Badia certo numero et cussi alozati non uniti lutti i spagnoli, ut in iitteris. Item, Pelegrin da la Riva, qual é a Terazo, scrive, par quelle zenle, erano a Verona, siano tornate a Lignugo; per il che pareiia a lui capitano l'usse meglio passar sopra il Polesene e dar una speluzatu a quelle lanze; il che facendo seguiría molti beni, ut in Iitteris. Et si mandi barche e burchiele aztò possi passar ; et altre particularità. Et fo ordinato far ozi Pregadi, perchè uno di Sa-vii sentiva questa opinion. Et tardi a nona fo manda a comandar Pregadi, che parse da novo a tutta la terra. Et reduto, folecto le letere sopradite di campo e de Udene, et fo mandalo zoso li patroni a l’ar-senal a far meter in bordine burchiele -20 per mandarli in l’Adexe zoè a Cavaizere dal capituno sier Andrea Bondimier, per esequie poi secóndo li ordi-narà il signor capilano zeneral. Fu posto, prima per Consieri, Cai di XL e Savii, suspender i debiti di sier Bernardo Navajer qu. sier Andrea per do anni, aleuto il naufragio di sier Zuane suo fradelo venendo synico di Cipro, videlicet quelo il dia dar a la Signoria nostra. Fu presa, ave 33 di no, 133 de si. Et nota. El Principe si fe’ portar in Pregadi in cariega, perchè sentiva ch’el campo nostro non andasse sul Polesene. Fu posto, per li Savii, una lelern al capitano ze-ncral in risposta di sue ricevute questa malina : e inteso quanto soa signoria ne scrive zercha andar a trovar i nimici sopra il Polesene, col Senato li scri-vemo: saria meglio intender li andamenti de li inimici andati a Verona e poi megliosi potrà terminar, et è bon star securi eie. Et a l’incontro, sier Zorzi Emo savio dii Consejo, voi se li scrivi che si remeteno eoi Senato a lui a far questa cavalcata, perchè tegnirjio certo soa signoria anderà oculate, et è bon veder si l’aviso di Baldis-sera di Scipion è vero, perchè quel aviso di Pelegrin di la Riva è contrario, et voglii ben antiveder tutto. La qual seconda letera si scriva al provedador in campo. Parloe prima sier Zorzi Emo predilo; li rispose sier Zuan Trivixan el consier, el qual non sentiva il nostro campo andasse a trovar i nimici per non meter ili pericolo, dicendo il capitano è mal voluto da tutti etc. Poi parlò sier Gabriel Moro el cavalier, è di Pregadi, che sentiva ; li rispose sier Bor-tolamio da Mosto savio a terra ferma. Poi parlò un poco sier Francesco Foscari el cavalier, fo savio dii Consejo, el qual sentiva ch’el campo non andasse per esser pericoloso ; e il Trevixan inlrò in la letera di Savii, la qual ave 131, e di l’Emo 36, e fo comanda di questo grandissima credenza. Fu posto, per li Savii, dar a Balugino Bataja du- 82* cali 20 di provision a l’anno, hessendo ubligato lenir cavalli tre in campo a servicii nostri. E fu presa. Fu posto, per li Provedadori sora le camere, sier Alvise Malipiero e sier Tomà Mozenigo, inanellava sier Andrea di Prioli suo colega, qual non era in Pregadi, che in termine di mexi tre, tutti quelli galdeno beni in terra ferma sottoposti a daie, debano venir a darsi in noia, videlicrt in nome di morti, solo pena ut in parte. Ave 16 di no, 162 de sì, et fu presa. Fu posto, per li dili Provedadori sopra le camere, una parie che, atento molti loleno la parte di beni contìschati in contadi avanti li danari, vengino in le Camere, e però sia preso de cceiero niun nno possi tuor la sua parte di beni confischarano si li danari non vegnirano in Camera prima. Item, lutti li rectori e camerlengi e synici che hanno tolto danari a questo modo, debino in termine di un mexe averli porta al suo officio, in pena, ut in parte. Ave 8 di no, 148 de si, fu presa. Fu posto, per li Provedadori sora il colimo di Alexandria, sier Francesco Barbarigo e sier Andrea \rimondo, che tutti depositi tre per 100 di sarafii n Alexandria a conio di le do, dieno depositar qui etc. Ave 10 di no, 118 de sì, fu presa.