339 MDXIV, DICEMBRE. 340 terra ; il qual in questi zorni fu a veder Padoa come lio scrito di sopra. Sichò è signal, il Papa non sarà con nui. Ma non doveva mai partir senza venir in Colegio, over mandar suo padre, almeno a far moto: et è pur patricio nostro. Et prima havia mandalo per stafeta a Roma Agustin Bevazan suo secretano. Da poi disnar fo Gran consejo. Fato relor e pro-vedador a Cataro sier Piero Zen fo consolo a Damasco, qu. sier Catarin el cavalier, da sier Zuan Antonio Dandolo è provedador sora il Flisco, che fo a la custodia di Padoa con homeni 10; sichè questi tal titoli non vai più, e in questo si vede la ingratitudine di questa terra. Fo publicà per il Canzelier grando, che sier Santo Zane, qu. sier Alvise, era venuto hora a la Signoria a oferir ducati 100 in prcstido per uno anno, e li porlarà da matina, mosso da zelo verso la patria. Item, fo publicà, per el dito, che do cosse conserva questa Republica, l’una è la juslicia, l’altra è la con-servation e recuperation dii dinaro; però da parte di 203* la Serenissima Signoria si comanda a tutti quelli hanno oficii, vadino a bona hora, et si atenda a scuo-dcr da li debitori ; et fo chiamà li apontadori di San Marco e Rialto, e amonili apontino lutti et observino il suo Capitolar etc. Noto. Dii signor Renzo, fin qui nulla si ha dove el sia. Di le cosse dii Signor turco. Per una nave venuta da Patras, per avisi di 5: che per tutte quelle rive da marina se diceva il Signor turco era sta roto dal Sophi; sichè saria vero l’aviso si ave da Ragusi. L’orator dii Turco è ancora qui ; ne lià tolto li duca- li 400 ancora, et partirà fin . . zorni per Corphù. A di 29 vene il Principe in Colegio et l’orator di Pranza, et parlono zerca la parlila di domino Pe-Iro Bembo, e terminono spazar letere in Pranza di questo, ozi, per il Senato. Di Padoa, dii capitanio generai. Come ha auto aviso, il viceré era venuto a Lendenara, dove è alozati li altri spagnoli. Da poi disnar fo Pregadi, et lelo le soprascrile letere. Fu fato scurtinio di do Savii a terra ferma, et passò solum uno, sier Marco Minio, fo savio a terra ferma, di sier Bortolomio, de sì 140 et 40 di no; solo sier Alvise Gradenigo fo Cao dii Consejo di X, qu. sier Domenego el cavalier, 86 di si 93 di no; tolto etiam con litoio sier Sebastian Zustinian el cavalier, 80 di sì 108 di no. Fu posto, per li Savii, una letera in Pranza a l’o- rator nostro, con avvisarli la partita di domino Pelro Bembo, et comunichi al Christianissimo Re la invio-label opinion nostra di mantenir l’alianza con Soa Maestà, et esser a una fortuna etc. Fu presa. Fu posta una letera, per li Savii, a l’orator nostro in corte, zerca questa partita di domino Petro Bembo, et che non era partito di sorta da aceplar, et semo Coli di Soa Santità, la qual troverà mezo di adatar queste discordie. Fu presa. Fu posto, per i Consieri et Savii,*ma parte: che certi debitori di meter ojo in ternaria, numero 17, pagando ducati 1500 a la Signoria nostra, siano a-solti ut in parte; et non fu presa: ave 6 non sincere, 60 di la parte, 73 di no. Pu posto, per i Consieri et Savii : che li fioli fo di sier Zuan Balista Bembo, qu. sier Francesco, tansali molto adeo non poieno più, siano realditi da li X Savii. Non fu presa. Fu posto, per i Consieri, certa parte di debitori sono a Palazo: che volendo depenarsi, portino i denari in man dii Canzelier granilo, ut in parte; el fu presa. La copia di la qual sarà qui avanti posta. Copia de una parte presa in Pregadi a dì 29 204 Degembrio 1514, gerca i debitori da Pa- laggo. Essendo statuido, per leze del nostro Mazor Consejo, solo de 9 Avosto 1489, che li nostri debitori scripti sopra i libri de i officii nostri, sive bene, sive male fuerint notati, pasato el termine de zorni 8, nel zorno che sarà Gran consejo, non possino esser aldìdi da la Signoria nostra se i non exborse-ranno in pecunia numerata la quantità del debito specificala la malina avanti el levar de quella, sico-me in essa se contien ; et'se per caso non aparesse notada nei libri la quantità expressa del debito, etiam che i exborsasseno, non sieno tamen aldili etc. soto pena a li Consieri de ducali 500 per uno. Da poi del 1489, nel 1494 a dì27Decembrio, in dito Mazor Consejo, essendo ancor stà deliberato che i scrivani de tutti i offici, soto privation de quelli, fuseno obligali de chiarir per nome proprio, cognome, la contrada etc. tutti li debitori che havesseno uno medesimo nome, cognome etc. per schivar ogni ambiguità, et aziò uno non si tolesse per uno altro; provisioni in vero ambedue convenientissime et molto laudabili, resta una altra non meno utile che necessaria far, videlicet specificar distintamente sopra i alphabeti et libri de offici over boletini, in cadauno nome, la quantità del debito; il che non vien obser-