125 MDXIV, OTTOBRE. 12G olirà le tre ha mandalo poco inanfi in Are. E perchè se li scrive atendi a conservar il loco di Cavar-zere et Are, cussi farà, nè mai si transferirà in Are, che in tre hore si poi trovar, tenendo la via di mo-lini de i Breani, che ’1 non lassi in Cavarzere optirno ordine. E stanno in bona intelligentia con i signa-li, etc., sichè di Cavarzere intende el dimandar di Are. Di novo non si poi aver avisi senza la morte ai fianchi di nostri exploratori, poiché li inimici sono suso el Polesene; pur da uno suo explorator venuto ozi dall’ Anguillara, ha, tutta questa nocte li inimici sono stati in arme, c dimane i se voleno levar, non sa per dove. Item, ha preso li 300 fanti sono a la Boara e ne ha azonti 200 altri. A dì 11 Octubrio. Vene in Colegio, dove era il Principe da basso, domino fra........Pisani guardian di Frali Menori, inquisitor, intervenendo che per certa question fatoli per uno zudio nominato .........che havia dito: « ho una cagna in casa che ha nome Maria, eh’ è il nome di tua morosa », dicendo lui crislian : « ho un cagnol che ha nome Lion ». Or fato la querella ai Signori di notte, li Avogadori tutti tre d’aeordo la tajono ; et poi questo inquisitor lo fece relenir, et li Avogadori lo cavò fuora. Et in Colegio vene sier Piero Pasqualigo dolor el cavalier avogador, el narato la cossa, ditto inquisitor fo mandalo via, dicendo non ha libertà sopra zudei, ma sopra de cristiani herelici. Sichè si partì col capo basso. Veneno alcuni citadini vicentini, è qui, per nome di altri, videlicet domino Nicolò Chieregato dotor et cavalier, domino Simon da Porto cavalier, domino Lunardo da Porto ele. E parlò il Chieregato, dicendo il nostro campo è in visentina, et va depredanto tulio, e si scrivi al capitano fazi che li nostri fedelissimi non habino danno, perchè d’avanzo sono desfati. Il Principe li dè bone parole, e si scriveria. Poi essi vicentini cargono sopra quelli di Schio etc. Vene etiam uno nonlio di quelli di Schio, dicendo il signor capitano zeneral li ha dà taja ducati (3000, i qual pagino per tulio ozi aliter siano 12 milia, e che non ponno, etc. E li fo risposto che a spagnoli hanno dato, et a li nostri non voi, etc. Vene 1’ orator di Pranza, e per lelere aute da Roma, con li Cai di X fue in Colegio in varie comu-nicatione, etc. Dil campo, dii capitanio zeneral, da Tiene, di eri. Come atendeno aver la taja data a quelli di Schio di ducati 6000. Ha varii avisi de i nimici; (1) La carta 72* è bianca. par siano levati dii Polesene una parto, e venuti a Carpi e Castagnaro, et hanno brasato una villa sopra il Polesene, eh’è signal si voleno levar. E si dice voi andar il viceré con lutto il campo a Verona alozar lì, perchè pur quella terra è in qualche molo. Etiam il provedador Contarini scrive avisi l’ha etc. Di Padoa, di rectori, di eri sera. Come ha aviso spagnoli erano ritornali su el Polesene, si dice anderano a Verona. Item, che ’1 Manfron era in-Irato in la terra, e se li darà danari. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et preseno di vender li molini a ruode eh’è in Treviso, de li qual la Signoria cavava a l’anno ducati .... ; e si averà ducati 3000. Item, terminono vender alcuni beni de’rebelli, zoè di numero 14 pa-doani, possession, come noterò di solo. Item, di vender per li Governadori il passo di Fossalta va a Uder-zo, qual più non fo afilado se non questo anno, e si averà ducati 1000. Item, fo preso, che Zuan Spi- 73* nelli scrivan a li Governadori, a le 30 et 40 per 100, sia asolto di pagar la mità dii neto, sì dii passato come dii futuro, atento è cargo di fameja. Fo lete le leterc di Roma. Et è da super, l’orator mal si poi exercitar, e manda il suo secretano Hironimo Dedo dal Papa ; per il chè in questa ma-tina in Colegio si trata di far uno altro orator a Roma in loco suo; et fo leto la parte di elezerlo il primo Pregadi. In Quaraptia civil, terzo consejo, fo expedì il caso tra doi fradelli, videlicet sier Pangrati Zustinian fo provedador al sai, qu. sier Bernardo, qual li mancò a la sua cassa ducati 400 e più, e lui pagò a li Ca-merlengi, dicendo sier Nicolò suo fradello, che feva l’oficio per lui, li ha tolti, etc. Et andò al Pelizion, et dimandò che ’1 ditto sier Nicolò li desse ditti danari che mancha. Et fo fato la sententia per diti zudesi in favor di sier Nicolò, qual ozi in Quarantia fo fata bona, 4 tajà, 13 bona, et una non sincera. A di 12, la matina, fo leterc di Padoa, di rectori, di eri sera. Come hanno di Montagnana, di Troylo Pignalello et di Spadazino: che-’l viceré con tutti li spagnoli erano levali el andati verso Verona, passali a Carpi e de lì via propinqui a Lignago, ha-vendo lassato tutto il Polesene. Di campo, fo letere, da Tiene. Nulla da conto. Hanno lì li soldati a guazarsi boni vini dolzi et chaslagne e frule assai, et atendeno a scuoder il ta-jon dato a quelli di Schio. Et poco da poi vene letere di Padova, come i ni-mici non erano ancor levati dii Polesene, e si stavano.