43!) MDXV, FEBBRAIO. 440 In questo zorno, nel monastero di San Stefano in refìtorio fu fato una comedia Asinaria, recitata benissimo, con versi vulgar, per alcuni homeni dotti, zoveni populari, qual fo la seconda di Plauto, chiamata Asinaria. Vi fu assaissimo persone e piena la sala, qual era tutta adornata di tapezarie. Vi fu sicr Lorenzo Lorcdan dii Serenissimo e altri assa’ da conto. Comenzò a bore 22, compite a hore 4. 268 ‘ A dì 17. Fo pioza. La malina vene in Colegio l’orator di Franza, per lettere aule di Roma e di Pranza, e stè lordamente. Vene etiam il signor Renzo da Zcre capitanio di le fantario, et parlono zerclia le cosse di Crema, et soi conti di danari. Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consideri-dum. In questo zorno se intese le galie di Raruto erano in Golfo, una a Liesna, l’allra a Zara, sichè di brieve sarano qui. È cargo di specie; che fo oplima nova. Non voglio restar di scriver, come in questi zorni se inlese: che a dì 28 Zener, su la spiaza di Puia fino a Otranto, erano periti per fortuna 28 navilii, il forzo di ogii per qui, adeo li ogii, ch’erario calali, comen-zono alzarsi, et valeno ducati . . . el mier. A dì 18. Domenega. La matiria fo Ietere di Costantinopoli, dii baylo nostro, di primo Zener. Con avisi di le cosse dii Turco, e lettere ch’el manda di Ali bey dragoman, di 29 Novembrio. Li scrive di Amasia, di quelli successi col Soffi; il sumario di le qual lettere e forsi la copia noterò poi. Item, se intese le galie di Barrito erano zonte in Ilistria, el fo letto il cargo di le specie le portavano, notado qui avanti. Di Padoa, lettere dii capitanio menerai. De occurcntiis. Nulla da conto. E zerca quello di la Torre, contentò fusse dato a sier Zuan Vituri per suo riscato ; ma vedendo non voi dar se non ducati 150 a Basilio da la Scuola e li altri ch’el preseno, suplica la Signoria non lo voy lassar dar per cossa alcuna etc. Vene sier Antonio Trun procurator, per il qual fo mandato, e persuaso dal Principe et altri, ritornò a sentar Savio come era prima. Vene l’orator di Hongaria novo, acompagnato da ' alcuni doctori e altri patrici in scarlato, paonazo et negro, et sentalo aprcsso il Principe, poi fato le debite salutatone, presentò una lettera dii Re di credenza pregando la Signoria voy satisfar quanto el rcchicderà, perchè li farano cossa agrata ; poi comenzò una oration latina di l’amor dii suo vecchio et dii novo (He?) con quelli 8 governano al presente quel regno, a la Signoria nostra, et è per man-tenir la bona arnititia, tuttavia hessendo satisfati di quanto dieno aver. Et in questo parlar, si mandò fuora chi non era dii Consejo di X. Et compite la sua imbasata, ch’era non aver mai voluto romper a la Signoria, licei da l’Imperador più volle sia sta persuaso a far. Item, prega li sia dato il fasol fo di la rama Beatrice di Napoli. El Principe lo carezoe, dicendo con il Senato se li faria risposta ; et è con 8 boche; termina darli ogni tre zorni ducati 10 per spexe. Da Gonstantinopóli, dii baylo nostro sier 269 Nicolò Zustinian, di 29 Decembrio. Qual manda letere li ha scrito, dii campo dii Signor verso Tauris, quel Ali bei dragoman, fo orator qui. Come el Signor turco torna in Amasia. È sta gran morte di quasi tutti li animali dii campo per la gran carestia dii viver, e di lui Alì bei solo n’è morti 13 cavali, e che vai la farina el cliylo ducali 40, vien esser el staro venitian ducati 20 ; poi li scrive sopra il suo schiavo fo trafuga a Liesna, e ch’el Signor è un signor potente, e s’il vive sarà signor dii mondo ; et coinè era zonto uno oralor dii Sophì in campo dii Signor lurcho con presenti di una sella d’oro e altri presenti molto richi eh’ el Soffi manda al Signor, dolendosi di quello è slato, dicendo : « El Sophì non sapeva di la tua venuta tanto avanti contra di lui ; s’il havesse saputo, harìa fato più exercito » e che 10 diffidava a combater corpo per corpo, e ch’cl preparava gran exercito. Par el Signor turco babbi lato prender ditto orator e lo fece bater. Scrive aver sachizà la terra, el Signor turco, di Tauris. Item, esso baylo avisa il Signor ha dimesso tre bassa, vi- delicct Mustafà bassa, Carzego bassà, et........ e fato in loco suo tre altri, ut in litteris. La causa di questo, chi dize perchè l’ha consejato a levarsi di Tauris; chi dize perchè el Signor, andando per il campo, li vene alcuni di quelli caxali a dolersi di soi janizari che li fevano gran danni. El Signor trovò l’agà di janizari, dicendo: « Bondì Signor,» e lui rispose: <ì come Signor? tu di cussi a un to’ servo », 11 Signor disse : « Mi par ti zè Signor, che lassi li lo janizari babbi fato questo danno » ; e lui Agà disse: « Non è li mei janizari, ma quelli de li tò bassà, che si fanno di janizari et vanno facendo questi danni ». TJnde el Signor chiamò li bassà e li dismesse, facendo tajar la cima di loro pavioni, et ne hanno ele-cto 3 altri. Altre particularità scrive; ma questo è il sumario. El nota poi, per via di mar, fo lettere di Novcm-