353 MDXV, GENNAIO. 354 et presentatoli la letera di credenza, et poi ditoli che l’andava orator a la Christianissima Majeslà, et che la Signoria nostra l’amava mollo etc. Il Duca disse che lo vedeva volentieri e si scusava non haver fatto quelli honori ch’el meritava, perchè li convien viver con molli respeti ; e che l’havia letere di Pranza, di 14, che la venuta di francesi in Italia saria mollo presta, et venivano ben in ordine, nè stimavano sguizari, et ch’el Re veria a Lion e Garnopoli, e però esso orator andando in Franza, come il va, dovesse esortar la Christianissima Maestà a non voler venir a la zornata con sguizari, quali li sarano a l’incontro, perchè lemporizando francesi, sguizari, che non sarano pagali, si disolverano, et poi il Re ara la vitoria cerla senza pericolo, et la Illustrissima 215* Signoria averà il suo Stado; et poi disse di Zenoa, ch’era stà dito missier Olavian di Campo Fregoso dose non si acordava con il re di Franza, ma che voi esser con il Papa e li altri contra Franza; e altri coloqui auti insieme; e come spagnoli erano sopra il Polesene alozati; e tolto licentia ritornò a l’hostaria. Et scrive, esso si partiria a di... e non vuol andar a Bologna, ni Piasenza, ma anderà di longo per la Grafignana a la volta di Zenoa. Di Roma, di Vorator nostro, fo ledo le letere, di 27. Come non ha potuto ussir di casa per esser indisposto, et mandò il suo secretano dal Papa. Et scrive coloqui ha auti insieme, ut ante. Soa Santità non poi far altro ; questi voi dar Brexa e Bergamo adesso, e Verona staria in le sue man, e fin 8 over 10 mesi si conzeria con danari: la Signoria non voi e spera in la venuta di Franza, qual potrà esser non venisse cussi grosso, e s’il vegnirà grosso, farà che molli muterà pensier, e tal parole, e che domino Pelro Bembo suo nontio ritornava a Roma. Item, era lettere di Franza, di 14 Dezembrio, da la corte. È da saper: in questi zorni, vene in questa terra uno con lettere di la Rota per citar domino Andrea Lippomano prior di la Trinità, di sier Ilironimo, qual ave dito beneficio, ch’era in man di todeschi, da papa Julio, et è più di do anni che l’è in possesso, e questo a requisitimi di essi todeschi frati alemani ; e sier Hironimo Lipomano comparse in Colegio, et fo scrito a l’orator nostro in corte di questo dovesse comparer al Papa, e persuader Soa Santità facesse la Rota non aldisse tal cosse, ni esso prior fusse citado, perchè papa Julio ge Io dete motu proprio, et è cossa che per molti respeti apartien al Stado nostro. Quelo seguirà, scriverò. Di Constantinopoli, Crema, Padoa e Udine, fono lede le letere. I Diarii di M. Sanuto — Tom. XIX. Fu posto, per i Consieri, Cai di XL e Savii dii Colegio, atento la egritudine di sier Piero Landò o-rator nostro in corte, sia eleelo de presenti uno orator in corte, con li modi è dito sier Piero, e parti immediate. Andò in rcnga sier Marin Zorzi el dotor per contradir non è tempo di far questa movesta al presente per non dar suspeto al re di Franza in questi tempi; et volendo parlar, fo chiamà zoso et rimesso a un altro zorno. Et questo feno per balotar li Savi che manca, di quali zà era tolto il scuriimo. Fu fato scurtinio di un Savio dii Consojo in luo- 216 go di sier Marco Donado che non è inlrado. Et tolti numero 17, niun non passò: sier Polo Capello el cavalier fo Savio dii Consejo ave 98 de si et 99 di no, sichè una balola che voltava era rimasto; sier Za-caria Doilin fo savio dii Consejo, 85-114; sier Piero Capello fo Savio dii Consejo 72-119; et sier Francesco Bragadin fo Savio dii Consejo 76-123; et senza titolo, etiam, fo retollo sier Marco Donado che re-fudò, 53 et 142. Item, fo l'alo Savio a terra ferma, che manca, sier Lorenzo Capelo fo Savio a terraferma qu. sier Michiel, 108 et 85 di no ; solo sier Gasparo Malipiero fo Savio a terra ferma 89-107 : et è tolti numero 24, Ira i qual sier Antonio Condulmer fo Savio a terra ferma ave 82, sier Alvise Gradeni-go fo Cao dii Consejo di X 81, et fo tolto sier Sc-bastian Justinian el cavalier con titolo; ma perchè el va via fin pochi zorni, la Signoria non lo lassò balotar, ni etiam lui volse esser balotado, e dito sier Lorenzo Capello refudò subito. A di 4 la malina, il Principe fo in Colegio. Da poi disnar fu Pregadi, et niuua letera fo leda, solum una di sier........podestà di Axolo, qual dimanda licentia di dar taia a chi ha amazalo il fameio dii cavalier dii suo precesor. E cussi fo posta per i Consieri, non era il Principe, dita taia, c presa 124-7-5. Fu posto, per li Consieri, excepto sier Alvise Pi-xani che è cazado, salvoconduto a sier Ilironimo Pixani qu. sier Francesco dal Banco. Contradise sier Piero Polani qu. sier Jacomo, qual vien in Pregadi per esser sta soracoinito, et è suo credilor, dicendo è conira le leze. Era sier Francesco Orio l’avogador, tamen lassò scorer ; li rispose sier Alvise Pisani el Consier. Ilor andò dito salvoconduto per uno anno et fu preso, ave 80 di no, 102 di si, fo preso. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL e Savi di Colegio, excepto sier Andrea Trun procurator, la parto di elezer de presenti uno orator a Roma in luogo di sier Piero Landò è amalalo, con cavali 11 c ducati 23