351 MDXV, GENNAIO. 352 siano ben governate, et sia provisto di cerimi quid per uno dii regno aziò possine star a la spexa. Item, sia eleclo uno capitanio dii regno qual si chiami capitanio dii Re, il qual però non possi tuor impresa alcuna se non con volutila de questi 8, et sotoscri-tion di sua mano. Item, a li villani li hanno fati certi ordeni che non possino tenir arme di alcuna sorte in caxa et pagino certa decima al regno, e altre im-positioni imposteli ut in litteris. Item, hanno posto una decima nel regno di la qual si trazeva ducali ... di quali voleno una parte darai Re, il resto per li bisogni dii regno. Item, hanno fato altri ordeni, et le noze di la fiola dii Re in don Carlo duca di Borgogna, zoè nel secondogenito ; et come è sta acordato, intervenendo li oratori Itine inde le diflè-rentie che erano tra il re di Romani e il re di Poiana, et è sta rimessa la dieta over rodarsi insieme a Vespria, et sarà l’Imperador, il re di Ilongaria e il re di Poiana, et si dice sarà etiam don Carlo di Borgogna, e ivi si farà le nozc. Item, hanno mandato questi capitoli al reverendissimo Cardinal legato Istrigoniense, qual non è sta a la dieia, et era a li so’ castelli et non se intende ben con questi che governano; il qual Cardinal ha biasmato maxime le gran angarie date a li villani etc. 214 Copia de una teiera dii cavalicr dì la Volpe, capitanio di cavali lizieri et governador di la Patria di Frinì, data a Udene, a dì 30 Dczembrio lijli, e scrita a domino Guido canonico supernumerario, suo canzelier, in Vcnetia. Post salutem et commendationem. Missier Guido carissimo. Per darvi aviso de le cose nostre, liozi a le dodece bore andassemo fuora per provar li nemici, acompagnalo da missier Tlico-doro capilanio di balestrieri, et con certi pochi cavalli di slralioti, et con mio fratello missier Cesare con certi pochi de homeni d’arme li qual havemo, a la volta de Gradiscila per tirar fora certo numero di cavalli de nemici, li quali se ritrovavano esser ivi. Io mi messi in agguaito con missier Theodoro e con mio fratello de qua de la villa de Marian, et in questo mezo mandai li stratioti a pizichar atorno Gradiscila per far ussir li diti nimici. Alhora loro vedendosi provocar ussite fuora et dete l’incalzo a li stra-lioti fin in capo a la campagna. Li stratioti, con inten-lion de tirarli in lo aguato, fenze di scampar, perchè cussi li havea mandato a dir li voleva tirar su la campagna ; ma li inimici s’accorse di tal aguato, e non volse proceder più innanzi. Alhora mi cazai drio a costoro e li fece tor suso fin a la ditta villa de Mariano a son di cortellate, dove che loro havevano fatto un aguato di fantarie con schiopeti et archibusi et homeni d’arme et cavalli lizieri, et fece grando impeto contra de nui, et se non fusse state ditte fanta-rie, lutti li cavalli erano amazali et presi: tutta via molti ne son stà feriti et alquanti presi. Questo mede-smo caso ho volesto participar con voi che Io ho serito a la Serenità del Principe. Voi mi farete piacere de intendere se le lettere nostre haverano auto recapito e dalime aviso del tutto. Data Utini, die 30 Decembris 151i. Tadeus Vdlpensis eques de Imola, Icevis armatura capitaneus generalis, gubernator Patrie Foro Jidii. Di Franta, di Vorator nostro sier Marco 215i) Dandolo dotor et cavalier, di 8 Dczembrio, da Paris. Come era stato a trovar il Re a San Zerman distante de lì zornate .... qual era con la Raina a piaceri, aspetondo la risposta dii serenissimo re de Ingaltera per abocarsi insieme. Et scrive coloqui auti insieme zerca solicitar Soa Maestà al venir presto in Italia, et Soa Maestà non atende ad altro et voi venir a Lion subilo per meter bordine a l’impresa de Mi-lan ; et voi haver do campi, nè stima sguizari, et ha ordinato la descrition di le zenle. Arà 27 mila fanti, 2000 lanze et 800 cavalli lizieri, et mai è per aban-donarlalianza ha la Signoria nostra con Soa Majestà, et si stagi di bon animo che tutto succederà bene; et forsi il re d’Ingaltera non passerà di'qua, e tanto più presto Soa Majeslà verà a Lion ; et altre parti-cularilà ut in litteris; et comunication fate a Soa Maestà di nostri avisi scritoli, et zerca il Papa et rcliqua; ma questo è il sumario. Di Ferara, di sier Piero Pasqualigo dotor et cavalier, orator nostro, di 25 Dczembrio. Come zonse lì, venuto per terra a dì 24, ch’era Domenica, et alozato a l’hostaria. 11 Duca, inteso la sua venuta, mandò 4 di soi a scusarsi non havia saputo di la sua venuta, perchè li harìa mandato contra, e che el fusse il ben venuto oferendoli in quello li achade* va, et posto ordine di darli audientia la matina se-quente, fo el dì de Nadal, poi messa. Et cussi andoe acompagnato da alcuni dii Duca che lo vene a levar. El Duca era in una sala e li fece grande acoglientie, (1) La carta 214* è bianca.