347 MDX, MAGGIO. 348 suelo de li nostri predecessori, non obstante che nui li offerissimo ogni debita caulione et sigurtà, che passeremo pacificamente per el stato loro senza injuria, danno, ne ineommodo alcuno loro ne de li loro subditi, li diti regenli gioveni de la adventitia nobiliti, non solamente non ce volseno concedere passo, ma protervamente con le forze lhoro superbamente ce mossero in contro ad nui ad prohibir il transito, et scordati de la antiqua amicitia che era in tra nuj, sacro imperio et casa nostra de Austria, con el slato lhoro, con quelli bon patri antiqui, veri nobili del stalo lhoro, et era durata per più dequatro-cento anni ancor con qualche graveza ad lutti li contini de li nostri subdili, et scordali di l’ollitio che facessimo nui et la felice memoria del nostro padre Federico imperatore ad pacificare et concordarli con la bona memoria del archiducha Sigismondo nostro zio, a loqualle indebitamente haveanodato causa de fare guerra contra de loro por mantegnire el dreto et la rason sua. et inuicmori de multi altri beneficij per nui et per li nostri predecessori a lhoro fati, seduti et sforzali dal mal consiglio et guveruo de li gioveni nobeli colectitij, non solamente se opposero al transito uoslro ad andar pigliare la corona nostra imperiale, ma ussaltorno le patrie et li dominij nostri hereditarij, et a nui che tal cossa da lhoro non aspelavinio ne pensavimo, ce occuporno multe terre et castelli con gran detrimento do 1’ honor et stato nostro. Nui niente di meno, sempre sperando dieci dovcsero ricognoscero, fossimo conienti ad fare tre-va con lhoro, ma li ditti regenti novi, le convention l'ale in ossa non co adempirono ne satisfeceuo a le promesse in la dita trova fate a nui, conio potemo mostrare, ne ce la observarno, anzi la romperno assaltando li nostri e del sacro imperio subdili in Italia et confederali, senza causa no respeto alcuno, li qualli espressamente nui havevimo nominalo in la dila Ireva, como lutto manifestamente potemo demonstrare. Vedando adoneha nui che ne lhoro se volevano recognoscore, ne ce adimpivano ne obser- 173 variano le ditte trove, rechiesli da la santità dii nostro signor papa, qualle de già |kt la usurpation de li dominij che laccano a la saula sede apostolica ha-vca dato monitorio penale contra di lhoro, che vole-semo prehendere le arme ad contundere la superbia de la prelata Signoria el regolili gioveni nobili agrappi (sic), fossimo constreti ad exequire, essendo nui advochato et protector de la sancta maire chiesia, et rechiesto etiam con astringerce, conio principe ad-vocato di la chiesia o homo christiano, insieme con li serenissimi principi fratelli nostri carissimi li re di Pranza e di Aragona, parimente rechiesti da la prefala beatitudine del nostro santo padre papa, pigliassimo lo arme ad contundere la superbia de la prefata Signoria el regenli gioveni et nobilità cole-clitia de Venelia, et le.cilà che pertinevano a nui, conio debitamente devevano se resero ad nui, corno a lhoro vero et legitimo irnperator et principe, et nui con quella mansuetudine et clemenlia che usemo verso de ogniuuo, li recepessimo in grafia, clemente,guardia et protection nostra con disposinone che siano in quella libertà che sono li altri nostri. Prefata Signoria et regenli novi, per questo in alcuna cosa non humiliati ma como serpente vulnerato più esasperati, con le lor solile fraude et inganni indussero ad rebellion alcune terre che a nui se havevano date, et con. vostra subslantia et vostro sangue et voslro periodo et danno intollerabile rennovorno la guerra, che è seguita con tanta efusión de sangue christiano et tanti incendij et rapine, le qualle tutte vengono et redondano in soli vui, e senza partizi-pation de honor ne commodo alcuno, perchè li diti regenti voleno luto per se per impire la voragine lhoro, et per satisfare a le arrabiate voglie lhoro, et acrescere del stato eondition et ridieze li lor, che son multiplicad in tanto numero, con impoverire et ex-terniinio vostro et de li altri lor subditi, conio sempre liauo fato. Nuj adoneha, quale la divina clemenlia per la sua infinita bontà ce ha costituito in questo grado de la imperiai dignità a lo qualle se deve hu-miliareogni tyranide, havendo singolarissimo dispiacere et cordoglio de la eftusion del sangue cristiano et de le altre oppression de la guerra, desiderosi de liberare li oppressi et atllicti de ogni callainità die per li malli regenti sono imposti, et restituire li boni vechij de la antiqua et vera nobilità de li qualli ha-vemo suniplo la protetione, et redure ad una equa-lilà conveniente che 1’ uno non sia più grande de l’altro, con injuria, et che equalniente sia admini-slrata la justicia : siamo pronti et apparechiati de ad-jutarvi et sublevarvi da tutti questi mali et redurvi a vera et perfecta equalità et bon governo'de li antichi et boni nobili, li qualli sotto la umbra e le ale del sacro imperio possano drizare et ben guvernare con quiete et tranquililà, et che ceschaduno si possa operare et industriare liberamente per profilo suo, non per alcun tyrano: mossi aduncha de volontà nostra propria o con animo deliberato, per il tenor de le presente vi facenio intendere che, volendo vuj volontarie ¡uscire de la subiectione el la tyranide de la Signoria el regenli novi de quella cita de Venelia el non volere [>orire insieme con lhoro, seguendo la