73 MDX, APRILE. 74 di levar l’iiilerdito, dicendo quella Signoria è sta causa, ne doveva risponder più presto. È papa sapientissimo, et niun poi intrìnsichamente con lui e si eonseja con pochi, imo con niun. Et il cardinal Ca-stelderio, che par pur quello più intimo, è gran francese e nimicho nostro, e parlando col papa dirà una cossa qual dita il papa poi considera a quella, e fa fondamento etc. Questo cardinal ha auto da Pranza il vescoa’ di Cremona, che à il nostro Trivixan abate di Bergognoni, tamen il papa non li ha voluto mai dar le bolle ; el qual cardinal facilmente saria ùmico di la Signoria, e chôme à fato intender il reverendissimo Corner che l’apetiria Ire cosse: primo, promision di la Signoria che poi la morte dii papa lo ajuti ad aver Imola eh’ è stata di soi, acciò soi fradelli la godano; secundo, di darli poi el vescoa’ di Cremona ; terzo certa provision annual, perchè à una gola grandissima. E poi disse eh’ el papa darà ìe zelile d’arme e capitani chôme fu contento a lhoro partir. Et quanto a capitanij parlono al signor Prospero Cotona, veria volentiera, ma non poi per dubito dii re di Spagna non li toj il stato venendo, sichè non est sperandum prò nunc si non intra-vien altra liga con Pranza. Laudò il signor Zuan Paulo Bajon qual è capilanio di la chiesia, ma tien il papa non lo darà per non si discoverzer. Di Marco Antonio Colona, è degno capitanio, è a soldo di fiorentini, à homini d’arme.....et compie la ferma subito, à anni 3'2, e venturado capitanio, vcrà volentieri, ma è gran nimicho di Prospero qual è fratei di suo padre. Di Rezon di Cere crede vera, e quando li dimandono al papa di lui eh’ el potesse venir, rispose esser contento. Non sa poi quello è seguito dii marchexe di Mantoa, il papa li usò quelle parole serisseno, dicendo tuttavia si remetemo a quella Signoria. El qual si tien, chôme «lisse il papa, gran nimicho di Franza, primo, perchè li tolse Peschiera e Valezo di le qual l’imperador li havia fato l’inve-stitione, secondo, perchè è preson, e poi è qui niun di questi reali à pur mandato a dir zercha lui nulla, 32 * tertio, il re di Franza, poi è preson, li à levà la provision; e il papa disse convien esser gran nimicho di Franza, etìam di l’imperador. È bon la Signoria sia segura, et ne dagi in le man nostre li Boli e i castelli etc. Item, disse che quando il papa promosse di levar la scomunicha in Concistorio, tutti i cardinali laudò, fino li francesi, excepto Santa Cruxe che fo durissimo per il re di romani et il cardinal De Baja francese. Et i cardinali non osa contra il papa, imo quando il-papa volse levar la scomunicha avanti li oratori di la liga fono da soa Santità quasi a pro-I Viarii di M. Sànuto. — Tom. X. testar. Etìam poi levata, col Cardinal Santa Croxe fono a dirli che voleano saper che ajuto darà a l’im-p: rador, questo anno, a reaquistar il suo li tieo la Signoria nostra. Li rispose come soa Santità li disse non voi dar niente, per non haver ubligation di questo. E poi li disseno soa Santjtà dicesse a ditti nostri oratori dovesseno dar a l'imperador Padoa, ¿Treviso e Friul e aver il confili a le aque salse, et eli’ el papa li disse non volemo dirli questo, perchè save-mo certo non hanno di ciò libertà. Quanto a li reverendissimi cardinali disse erano vivi numero 38, videlicet 1 tJ oltramontani el 22 italiani, ma che questi molti è dependenti di Franza licet siano italiani. Et eomenzò: el reverendissimo Napoli et Ragona sono napolitani,el Napoli è el primo episcopo e più di reputazione, ma è vechio, anni 80 e insensato, ma Ragona è degno Cardinal. IJem, C zenoesi qualli non sono amichi di Franza: il primo è il reverendissimo San Zorzi qual è ininiicissimo di Franza e amico, di la Signoria nostra, Sinigaja, dal Fiesco, del Final questo è governador in Brexa e molto suo amico et Aginense el Vìncuìa eh’è nepo-tedil papa. Item, 7 spagnoli, il reverendissimo Santa Croze nemicho nostro e tutto di l’imperalor, Ar-borense amico, volse parlar per la Signoria in Concistorio, il papa lo rebufò, dicendo marano eie. Santi qualro incoronadi è ili Spagna za anni 40, el qual fu lato Cardinal da papa Calisto in uno zorno con papa Alexandro, quel frate episcopo di Toledo che etìam è in Spagnji, Cosenza, Borgia e Surento, questi do stanno a Napoli. Item, 8 francesi, il revendissimo Lucemburg, over Cenomano eh’ è episcopo, il Cardinal Roan che è in Franza, el Libret qual non è molto amico dii roy, per causa dii reame di Narbo-na che aspeta a suo fradello eie. Aus qual è nepote di Roan, fio di uno suo fratello, e l’altro Albi eh’ è fio di sua sorella, el è' soi nepoti cardinali, Renes 33 eh’ è breton, Cardinal fato a requisition di la rayna di Franza, Samallò eh’ è vescovo et è a Roma, et____ .....e quelli do, è in Franza, seguendo la morte dii papa veriano subito a Roma. Poi è il Cardinal de Istrigonia che stà in Hongaria, poi li do veniliani Grimani et Corner, li qualli si hanno portato benissimo e fato il tutto per la Signoria nostra, poi Fe-rara et Mantoa che sono signori. Do fiorentini, Volterà è gran nemicho nostro et Medici amicissimo chome cadaun veniliano vero e mollo amado in Roma, imo Voliera che la parte sua contraria lo cha-reza assai. Qualro italiani altri, Regino eh’ è di Cicilia monstra gran amico e si meseda ; Sanseverin fradello di Fracasso non amico di Franza ; Bologna o