MDX, APRILE. 21-2 Pollini di persone 1400, et manda oratori a la Signoria. IH Valle, di sier Antonio Marin, podestà, di 24. Avisa questo levar di Tarsia di Galignana, e che a Valle do volte per inimici è sta da la Ifii-taja con incendi dii borgo et uccision de inimici. Item, ha auto dito Damian danari di Valle, homeni, boi, quanto à voluto etc. Di Puoi a, di sier Francesco Zane, conte, di 24. Dii nmover dii Tarsia di Galignana, e chi è andà in qua e ehi in la, et mandano oratori a la Signoria, e dito Tarsia è a San Vicenti con li l'antaziui. Di Spalato, di sier Jacomo Lion, conte, di 8. Voria monition per quello castello et cussi per quello di F arcivescovo che imporla assai, fabrichato a sue spexe et è ridillo di assa’ anime, è bon darli monition etc., ut in litteris. • 7 Di Duhigno, di sier Stefano Lion, conte e capitano, di primo aprii. Zercha or/i e compreda fata per conto di la Signoria e manda il conto. Da poi disnar fo pregadi. Et fo leto una lettera ili Andernopoli di sier Nicolò Zustignan di sua man, di 20 marzo. Scrive la cossa de li subsidij tratà con li bassi, conclude non è per aversi subsidio alcun per esser il Signor vectiio, misero e amatalo ; è stato poi con Alti bassa, qual li ha dito (in a mezo mazo aspeta 1’ orator hungaro e poi darà risposta e ajuto. Item, il Signor turco volea coiftar il suo seragio vechio ina si penti e mandò a Constanlinopoli per paviona e si lion anderà in campagna: et qual Signor è sta amatalo e lì è assà amatati sì dii tluxo come di peste: 103' e sla li con gran spesa et poi dieno andar a Con-slantinopoti. Il Signor omnimo esso va a Conslanti-nopoli a expedir certe sue fazende e poi tornerà de lì accadendo. Fu poi telo le lettere pertinente al pregadi, et una di sier Andrea Zivran proveditor di stratioti in Istria, la qual è copià qui avanti. Fo posto, per sier Marco Botani savio dii Con-sejo, atento il bisogno di haver capitano ne Pexer-cilo, sia preso di balotar 4 in questo Consejo, e chi bavera più balote passando la mila quello sia rima-so, tndelicet domino Lucio Malvezo, il reverendo domino Lunardo da Prato, domino Juannes di Campo Fregoso e domino Antonio di t’ij. E tela la parte, sier Alvise da Molili, savio dii Consejo contradise dicendo à do opinion over iterum quella tratar col marchexe di Mantoa zerctia tratar col ducila di Sa-xonia so parente, se interponi in la pace con l’im-perator per questa via, over scriver a Roma di Marco Antonio Cotona, li dagi di più di comluta e danari non volendo quello li fu promesso e l’orator nostro li (ligi si farà ili breve governador di l’exer cito nostro e lui sarà nominato. Parlò poi sier Sa-bastian Zustinian, et cavalier, savio a terra f rma, non voi per niun modo il marchexe, e ini rò col Bo-lani in parte; andò poi in renga sior Zuan Arseni Foscarini, et volendo parlar, li eai di X andono a la Signoria a dir voleano il suo consejo per aprir certe lettere in questa materia ; e reduto il Cotegio e la zonta di X e li procuratori', fo terminato lezer alcune lettere di Campo e una deposition di uno Bernardin .......homo dii signor Zuane di Gonzaga qual portò una lettera di 1!) fevror. dii dillo signor Zuane in Campo a li proveditori zenerali. Et cussi ussito il Consejo di X, fo leto questa per Zuan Ja-como, la qual contici! che ’1 dito Bernardin era venuto a parlar a sier Andrea 4 'riti, provedador zene-ral, da parte dii signor Zuane predilo, qual li oferisse di andar in Alemagna a la dieta, c dà li conlrasegtii che essi proveditori nostri li mandino; et leto a dì 20 diio, per il Consejo di X li fo risposto an lasse e lazi bon officio con l’imperador ; e leto la oblation prima per Nicolò Aurelio, et pur volendo li savij mandar le parte videlicet li savij quasi tutti di parlar al marchexe di la cauzion ne voi dar, et iterum sier Zuan Arseni Foscarini, è di la zonla, andò in renga dicendo ti à parlà in questa materia e replichò tutte le raxon dite per lhoro, e prima cinque dite per sier Zuan Corner etc. e confutò in conctusion tutte le raxon dite per quelli non voi si mandi a parlar a dillo marchexe, e fece bona renga, laudata assa’, dicendo chi va a la forcha va per forza, pur va con i so pie. Poi parlò sier Lorenzo Orio, dolor savio ai ordeni, non voi il marchexe e disse di uno inslenta-neo remedio che ideò più volle; et sier Nicolò Trivi-xan, sier Zuan Corner e sier Nicolò Bernardo, savij a terra ferma, messene la indusia lin vengi lettere di Roma di Mareo Antonio Cotona, di la risposta ; et sier Antonio Grimani, sier Andrea Venier, sier Piero Duodo, sier Piero Capello, sier Lunardo Mozenigo, sier Alvise da Moliti, sier Zor/.i Emo et sier Alvise Pixani messeno di tratar col marchexe. Andò le tre parte, 3 non sincere, 0 di no, 17 dii Botani, 04 dii Zustinian, 74 dii Grimani, iterum 4 non sincere, 83 dii Grimani, 8(3 di l’indusia. Item, iterum 4 non sincere, 83 dii Grimani, 86 di 1’‘indusia, iterum ba-lotià le parte, 5 non sincere, 81 dii Grimani, 86 di 104 P indusia et nihil captimi, mancliava una ballota, e fo sagramenlà il pregadi per i cai di X. E nota fo ba-lotà a lume di torza et fo comandà grandissima credenza.