205 • mdx, inimici, li cazai el pugnili ne fu schena el amazailo inmediate, e fui per far molto pezo, ma aricordalomi che lai cossà era per dispiacer a Dio e a vostra sere-91) nità subito restai e de quante ho facto grandemente me doglio, prego quella me perdoni. Io non vedo l’bora tuorme via de qui e venir a s< rvitij de vostra serenissima Signoria segondo ho deliberato con tutte le forze mie el con la compagnia per mi electa, die spero sarà presto. Sono venuti qui da mi 20 cavalli e de zorno in zorno vano reducendosi se Dio mi da gralia che li recoglia, sarà di gran contento di vo-sta sublimità, perchè veramente sono valentissimi homeni, ne voglio laudarli con parole, i fatti sarano quelli che satisfanno a vostra illustrissima Signoria. Son stalo un poco longo in queste mio scriver, serenissimo principe, perchè mi par conveniente eh’ el servo narri i suo’ affanni al suo signore e da quello ne prenda qualche conforto. Vostra sublimità me ha tolto una volta per suo fìdelissimo servo, corno testi-fichano li benefìcij da lei colloeadi ne la persona mia. Item, li honori el le chareze factemi non vul-garmente el da tuto quel sacrosanto Colegio vostro : ben mi aricordo li abbuiamenti de vostra serenità, le dolce et humane parole più volle usatemi da le qual mi sento tanto devicto et ligado che ca-lliene più slrecle non nii potrian t nire, el apresso queste lettere de vostra serenità che mi son sta tanto grate, tanto chiare et jurunde quanto dir si possi, credo haverle ledo una infinità de volle, et factole aldir a turchi et ad ogniuno, per adimostrar ad che humana el begnigna Signoria Dio me ha concesso de farmi servo, et convidando i altri a far quel moderno et removersi da le austerità barbariche el venir a gustar tanta sua vita et dolceza de Signoria, la qual Idio per sua misericordia conservi prosperi et exalti, e concedami perir ne li serviIij soi con tulli quanti li mei fioleli et amici. Almissce, die prima aprilis 1510. Subscripto : Serenitatis vostra servus Vayvo-da Jvanis Nenadich humiliter se comendat. A tergo : Serenissimo principi et illustrissimo duce dominimi Venetiarum etc. dominis et benefactoribus meis óbservantissimis. 99 ‘ Di Caodistria, di sier Alvise Zustignan, podestà et capitano, di 23 aprii. Come era ritornalo Marco Bernardin Girniel, inzegner, da Mocho, el ha referito zercha le fortificatoli di dito loco, come apar per liTsua depositione, qual manda inclusa. Et etiam manda un modelo come al presente se ri- APRll.E. 20G trova Mocho; et domino Michiel Brailli ciladin de lì referirà quello li bisogna. Scrive le arlellarie di Mocho è mal in ordine e sono sotto ledame e non a soi lochi poste, et le rodete una in qua l’altra in là, e le altre monilion è mal governate, el volendo fabriehar saria bon scriver a Udene mandasse Marco Remar din inzegner con 10 murari, la calziria si potrà tuor a Umago dove ne è bona summa di raxon di la Signoria nostra, per quanto li è stà referito, over si farà una ealehara a Mocho dove si ha a far il lavo-rier, in 15 zorni seria compita, e in quel tempo si potrà rumar la torre, e poi le piere portarle al loco dii lavorier. Di Zara, di sier Valerio Margotto e sier 100 Francesco di Prioli, reetori, di 19 aprii. Chome hanno ricevute nostre, di 4, zercha el conte Zuanne di Corbavia el qual è a suo Nigrado dove ha furali 70 cavali di turchi de lì, hanno corso fin su quel te-ritorio e non potendo mandar a trovarlo scrisseno al conte Vido Petrechievich, è a Clicevaz uno de soi consejeri, eli’ el venisse a parlarli li a Zara, el qual è amalato e aspeta la risposta et lenenti li cavali 50 per Traù non manderà, tamen da Ihoro non mancherà far experienlia. Item, quel contà è depredà tla turchi, et per segnali bauli da caslelani eri 40 cavali tli turchi corseno fino apresso Natiino a 10 mia fuora dii contado di Zara. Item, dicono in Zara non è cavali a defension, et ozi è zonto uno fiol tli domino Alvise da Begna nobel de lì, fo electo novità-episcopo di Mondrusa, va per nome dii pontefice in Hongaria, porta la spada et una barda al re et è fa-miliar dii Cardinal Regino e à una indulgenza plenaria di colpa e di pena a tutti quelli aldirano la sua messa in Hongaria et porirjent manus adjutrices si tien harà bona utilità : li feno honor, antlono conira a la barella e lo acompagnono fino a caxa sua per reverenda di dito Cardinal Regino eli’è amico di la Signoria nostra. Item, scrivono si provedi a le page di quelli poveri soldati, etc. Dii dito capitano solo, di 21. Chome è stà a Natiino e Nona. Scrive Nona è granda e desàbitada, el porlo si va continue aterrando, si poi quasi sut» petle andar fino a le inur«1, bisogneria redurla in pi-col spazio.' Nadino è bella forleza per il silo è assai munita el è a le confine, bisogna sìa ben costellila, non è p gali, la custodia voria esser uno contestabele con fanti 25 e far eh’ el sorabondaote di le 30 et 40 per 100 restasse de lì a queste ubligato olirà el stipendio tli quello castello grando tli Zara, acciò il contestabele e compagni foss no pagati. Item, ali-corda si pagi la compagnia di Michiel Zancho, è lì etc.