MDX, GIUGNO. G30 disse non è bon farli vegnir, etc. Conclude stratioti de lì è disobedienli, fati richi dì botini e saria bon levarli de lì. Et io fìci risponder per Colegio debbi col provedador Zivran castigar li stratioti fanno danno. Item, debbi dar il prexon al conte Bernardin predito et laudarlo non lassi venir li chichij, maxi- * me in questi tempi periculosi, etc. Et dita lettera, che fici notar, fo laudata da tutto il Colegio e expedi la. Di sier Cristofal Zivran, podestà di Pin-guento, di 17 al podestà di Caodistria. Cornea, per una fiola stata in Pexim di un Vido da Colmo, qual è sta a visitar il padre, à inteso vete eri cavali 80 di corvati si partì per andar a Momaran dove dicono aver intelligentia. Item, poi li diti fono a Valle et Do castelli a far bulini e lolseno assa’ animali. Item, dice il dito suo padre li disse lievi li animali et che si fa do Campi di persone 15 milia a Sinose-chie et Postoyna, et vera quelli di Pixin a Montona e a Pinguento et con le ar tela rie, e lo Poglavo voleno andar a bombardar e Bozo, etc. ut in litteris, assai longa. Di Cypro, di rectori, videlicet di Nicosia et Famagosta. Fono lettere di diversi tempi portate per queste galie di Baruto, tra le qual molte a li capì di X, con presoni in ferri, etc. Di Corfù, di rectori fono lettere, di 2i. Zer-cha il capitano di Baruto non à voluto le galie pagi-no certi dacìj soliti di le robe, perhò che havendo tochà dite galie nel ritorno Coron et cargate certe robe, unde i daciari venuti davanti lhoro e per li capitoli de l’incanto justa il consueto dimandavano i dreti di dite robe, che sono ubligati a pagar tutti quelli cargano robe sopra ogni navilio da Capomalio fino a Dulzigno, et il capitano di le galie disse non intende sotosacer dite robe a questo capitolo, e volendo lhoro rectori e lui capitano judicar tal cossa, esso capitano non volse dicendo lhoro non erano zudexi e voi esser lui solo zudexe, in modo li daziari, citadinì et popolo erano lì davanti restorono molto mal contenti, dicendo publice li veniva fato gran torto con gran danno di la cita di Corphù di dacij di la Signoria nostra: per tanto avisano tochando dite galie de ccetero Coron li inviamenti et benefici e utilità di quelli dì Corphù calerano e cussi sarà dii Zan-te eh’ è scalla e trafego di molte merchadantie, perchè tutte colerano a Coron, unde la Signoria fazi provisione e mandi li capitoli di dacij, etc. Vene Piero di Bibiena, dicendo il signor Renzo da Cere esser zonto qui, venuto per stafeta, et Zuam Jacomo Caroldo secretano nostro eh’è sta liberato e andò a far far la consignation di le terre di Romagna al papa, et per soi meriti fo fato retenir, el qual è mal eonditionato, et disse dito Bibiena questo signor Renzo veria doman a la Signoria, voi servir come li piace da bon italian. Nota. Sier Marco Marzello, stato provedador a Moncelese, eri sera zonse in questa terra, el qual bave licentia di partirsi e Gnagni Pincone restasse lì, el qual Gnagni non voi star, et tamen questo non vene in Colegio a referir. Di Malvasia, di sier Alvise Corner, podestà. Come à fato la crida per quelli che voleno vegnir a servir la Signoria, etc. Di Roma, di V orator, di 17, da Corneto. 308 Chome di 14 di Civita castelana fono le ultime, poi recevete nostre di 10 et 11, fo dal papa, li disse zer-cha Curio Bajon l’aviso auto volea fuzer, etc. il papa ringratiò assa’ la Signoria et scrisse molte lettere sopra questo, poi dito orator li disse dii campo francese i successi, soa Santità rispose aver speranza non arideriano più oltra e si disolverano et aver da Bologna erano partiti dii Campo guasconi 3000 et 3000 sguizari e andati verso Verona, ben che poi partiti la nocte li fo dato danari e fati ritornar et disse non fa per soa Santità dito Campo stij per le cosse di Fera-ra, et à scrito a Bologna toy tutti li fanti spagnoli si poi aver, dicendo li italiani non ne mancherano. Item, poi il papa andò a pescar in lago de Vico uno mio apresso Roziglione, dove li fo portato assa’ presenti, che tutto acepta, et hessendoli portà alcuni tordi da parte dii signor Zuam Zordam Orsini disse al messo va con Dio non acepto presenti da mij nemici, dicendo non est amicus noster, et questo per aver lassà Hermes Bentivoy partir, etc. Item, di A-lemagna il papa li à fato intender voria l’acordo seguisse con la Signoria nostra, con questo ne restasse quello tenimo, dicendo è bon meter tempo di mezo, acciò quel re sij contra Pranza. Item, l’orator è stato con domino Franco di Uberli, qual è torna a Roma per l’orator ispano et cesareo per saper quello operano et fanno. Item, il papa è mal avisato di le cosse di Alemagna, perchè non voi spender in messi. L’o-rator à parla al signor Amiti, e pregato vi mandi lui, à promesso mandarvi uno, qual in ritorno vegnirà. a Venecia et aviserà il lutto. Item, il papa à spazà a Roma lo episcopo di Mondon a expedir li ducati 20 milia per sguizari, et dize à di danno per far la rimessa 4 per 100 eh’ è ducati 800, li qual à exborsa-ti, et auto dita remessa bara effecto, e questo farà assa’ contra Franza. Item, poi dormito, fu con soa Santità in coloquij piacevoli, poi fato retenir li car-