35 MDX, MARZO. 56 inconveniente, e lui star li a Gradiscila con ogni di-ligenlia. Et à visto gran viltà in le nostre zente. Et quella note mai à dormido, et sperava haver Cre-nions in tre dì a pati, etc. Lettera dii dito, di 19, ivi. Come tutte le zente nostre è risolte, et è contento non' havendo il modo di star in campagna ; le zente nimiche sono ingrossate, sì in Gorizia, come sopra quelli colli, ma zente villane : sichè starà a osservar, ma non vede il modo di far impresa alguna se per la Signoria nostra non li sarà commesso e provisto. Da poi disnar fo pregadi. Et leto alcune lettere et di Campo et di Fritti. Chome il sumario ho scripto di sopra. Et di Hongaria di Vicenzo Gui-doto secretano di 2, e dii Pasqualigo orator, di 12 di Xagabria. Chome il re è venuto in gran pressa di Praga eh’ è in Boemia nel regno di Hongaria : et questo tien per instigation li a fato il re di Pranza et F imperador, acciò el vengi a tuor la Dalmatia, ali-ter che lhoro venirano a tuorla, et perhò farà h dieta etc. donde intravien quelli di Croatia e vicini a la Dalmatia, cossa inusitada. Item, fiorentini hanno molto ampliado le cosse di I’ armata in Po; et che si dice de’ lì, el papa ne asolverà de l’interdite etc. Di Campo, una relation di uno vien di Saltò, di quelle cosse. Et chome il re di Pranza veri in Italia, et il gran Maistro non se incura di levar la schomunicha, e altri a’visi ut in litteris. Et domenle pregadi erano suso, sopravene lettere di Roma di sier Hieronimo Donado orator, di Cometo et Civitaveehìa, di 11, fin 16. Di coloquij abuti col papa, qual molto dubita dii re di Pranza. Et zereha a esser contenti Inibiamo condutieri e capitani, di Rezon di Cere è contento, ma di Zuan Pau- lo bajon dubita, perchè di novo compie la ferma con soa beatitudine. Item, fa venir Zuan Paulo Man-fron, qual è a la Mirandola, lì a Roma, dicendo li capitani et condutieri diano esserdi lì signori, e perhò voi el vengi di lì. Item, voria il marchese di Mantoa fosse lassato, et che li oratori di la Liga li sono venuto a dir, maxime Pranza, che soa beatitudine non lassi asoldar li capitani e condutieri con la Signoria. Li ha dito die lhoro è soldati, e chi li dà partido convien die pigliano per viver, et perhò sono iu soa libertà ili acordarsi con chi li par, et altre particularità ut in litteris. Item, che soa beatitudine saria a Roma a dì.... di l’instante. Pu posto, per li consieri, di elezer 5 savij ai ordini, justa el solito per mexi 6, el fu presa. Et fato la eletion rimaseno cinque: sier Faustin Barbo fo savio ai ordeni quondam sier Marco, sier Lorenzo Orio el dotor fo auditor nuovo et synico di terra ferma quondam sier Pollo, sier Vido Antonio Tn-vixan fo savio ai ordeni quondam sier Marco, sier Piero Morexini fo podestà a Murari quondam sier Francesco et Jo Marin Sanudo stato sie volte savio ai ordeni quondam sier Lunardo, et vini quintuplo. Cazete sier Alvise Capello quondam sier Hieronimo, sier Anzolo Cabrici quondam sier Silvestro, sier Marco Landò quondam sier Piero, sier Domenego Pizamano quondam sier Marco, et sier Thomà Donado quondam sier Nicolò, con titolo di savij ai ordeni, et altri senza titolo ut in poli za. Fu posto, per i consieri e sier Marco Bolani savio dii consejo, una parte che Alvise Tavilich habi P oficio di gabeloto a Sibinico, ducati do al mexe, e fu preso. Pu posto, per sier Marco Antonio Calbo et sier Domenego Venier savij ai ordeni, che Zacho Mista-chieli cyprioto habi in Cypro cavali 4 levantini : 17 di no, 98 di si. Fu posto, per i savij a terra ferma e ordeni, che sia revochà a Spalato l’bordine di dar____a creditori di la camera inlrade, ma si pagi in contanti: 8 di no, 96 di si. Fu posto, per li savij, certa parte di poter scontar li debili vecliij di le. cazude, con le dexime a restituir la i/ì, el la i/s in contanti, el certa sorte di tanxe ut in parte, et fu presa. Fo scontro. Pu posto, per li savij ai ordeni, certa parte a uno povero, nome Melpignani, qual in Modon fo slrupia-do, 12 di ni». Et volevano far li savij a terra ferma, ma per le lettere di Roma venute non fo fato alcuna cossa. A dì 2’2 in colegio non fo nulla di conto. Leto una lettera di Roma di 17 eh’è scrita a Piero di Bi-biena. Avisa de li per via de francesi che ’1 re di Franza fa gran preparamenti contra Italia, maxime contra il stato di la Signoria nostra, ara di qua da monti, oltra quelli l’à mena et farà passar, lanze 600 eli’ è cavali.. et fanti 16 milia, videlicet 4000 nor-niandi, 4000 guasconi, 4000 picardi, 4000 sguizari se li porà aver, si no voi aver 4000 italiani. De Istria. Fono lettere, et altrove, non da conto. Da poi disnar fo Consejo di X con zonla di danari e di Roma. Nolo. In questo zorno fo brusado uno chiamato Buzi. per aver voltilo forzar uno fiol fo di Andrea comandador etc., et fo per la deliberation fata eri nel Consejo di X.